Hero
Oggi l'aria è irrespirabile. Per me che non sopporto il caldo è una vera e propria tortura indossare questi vestiti così stretti e pesanti.
Anna non avrebbe potuto fare di Hardin uno skater o qualcosa del genere?"Da quanto siamo chiusi qua dentro?" chiedo a Jo, seduta accanto a me sul sedile del passeggero.
Siamo nella macchina di Hardin che non ha aria condizionata ovviamente e il sole di mezzogiorno batte sopra di noi. Stiamo aspettando che i tecnici aggiustino un problema con una delle telecamere.
Mi sento dentro un forno.
"Da una ventina di minuti credo e non abbiamo neanche provato la scena." Mi ricorda.
Anche la sua pelle è imperlata di sudore e ogni tanto passa la truccatrice a tamponare sia me che lei con una polverina che mi fa venire da starnutire.
"Beh, per fortuna è l'ultima per oggi." Affermo grattandomi la punta del naso col dorso della mano.
"Parla per te, io ne devo girare altre due."
"Con Dylan?"
"Proprio così." mi risponde distrattamente sfogliando il copione.
"Forse verrò ad assistere allora."
Mi diverto quanto sul set c'è lui, molto meglio di stare in albergo ma ammetto che guardare Jo mentre registra mi è sempre piaciuto.
Mi guarda storto per un attimo.
"Che c'è?"
"Niente. Andate proprio d'accordo voi due..." Afferma ritornando al suo copione.
"Sì, siamo amici e oggi è il suo ultimo giorno quindi... Ti dà fastidio che venga?" chiedo sospettoso della sua espressione.
"No, no figurati. Era per dire."È particolarmente scostante da due giorni, dalla sera in cui l'ho vista abbracciata a Shane sulla terrazza del piano in cui alloggiamo. Sembrava parecchio triste ma soprattutto non mi ero reso conto che quei due fossero così uniti . Di certo non avevo intenzione di spiarli ma non ho potuto farci niente, le mie gambe non volevano muoversi.
Da quel momento non faccio che pensarci e l'impulso di fare domande è difficile da contenere."Stai bene? Ti vedo un po' giù."
Sorpresa, Jo si porta un ciuffo di capelli dietro l'orecchio.
"Sì, sinceramente ho solo voglia di casa. Non amo molto stare negli alberghi."
Mi viene spontaneo trattenere una risata.
"Pff e da quando?" le chiedo con un sorriso da idiota.
Idiota come la mia battuta di cui mi pento all'istante non appena lei mi lancia uno sguardo di fuoco.
Mi schiarisco la voce.
"Voglio dire: casa a Los Angeles o a Perth?"
"Los Angeles ovviamente. Ormai è quella casa mia."
"Già. Lì vive pure Shane, vi – vi vedete spesso?"
Mi guarda strano ma risponde.
"Sì beh, ogni tanto ci prendiamo un milkshake o andiamo allo stadio." Alza le spalle.
"Anche voi andate parecchio d'accordo..." Distolgo lo sguardo giocando con il filo del microfono che mi pende sulle gambe.
"Sì, è un tipo a posto."
Sta solo ammettendo che sono molto legati, non significa nulla.
"La tua coinquilina ci ha provato anche con lui?" Mi viene l'orticaria al pensiero di quella ragazza odiosa e non so nemmeno perché io la stia tirando in ballo.
A questo punto Jo si gira completamente verso di me lasciando finalmente quel maledetto copione.
"Okay. Cosa c'è?" Mi chiede con tono minaccioso.
"Cosa?"
"Perché mi chiedi tutte queste cose su Shane?"
"Niente, era per parlare. Sei più silenziosa del solito da quando se n'è andato. Ho pensato che ti mancasse!"
"Hero." Mi rivolge uno sguardo di avvertimento.
A questo punto meglio dirlo.
"Vi ho visti mentre vi abbracciate l'altra sera... sul terrazzo."Sgrana gli occhi e si acciglia immediatamente.
"Eri lì? Che facevi, ci spiavi?"
"Certo che no, passavo di là e vi ho visti ins-"
"Quanto sei stato lì ad ascoltare ciò che dicevamo?"
"Non ho sentito nulla, ero troppo distante. Ho visto solo che siete stati abbracciati per parecchio tempo e che avevi un'espressione triste. Avrei dovuto sentire qualcosa?"
Fa un respiro profondo e torna a guardare davanti a sé.
"No. Direi che non sono affari tuoi ma questo penso che dovresti saperlo meglio di me."
Non l'ha presa bene.
"Lo so, sono solo rimasto sorpreso, non sei molto fisica con i tuoi amici...di solito."
Il suo sguardo torna a incenerirmi. Mi vorrebbe dire tante cose e si sta trattenendo solo perché siamo su un set. Intanto la mia fronte sta grondando sudore.
"Ok. Fa finta che non ti abbia detto niente, ho capito." Le dico fissando gli operatori darsi da fare sul set.
"Cosa hai capito?"
"Che non ne vuoi parlare. Volevo soltanto essere gentile." Alzo in aria le braccia in segno di resa.
"È la prima volta che ti interessi al mio umore da quando siamo qua."
"Non è vero, mi sono preoccupato vedendoti giù di morale."
Con lo sguardo mi fa notare che non è solo questo. Mi rendo conto adesso che ha ragione: per controllarmi ho evitato qualunque interazione più profonda con lei.
"No, ti stai interessando solo perché sospetti che ci sia qualcosa tra me e lui, non è così?"
Mi conosce troppo bene.
Mi guardo intorno, non è una buona idea parlare di questo adesso.
"Non credo che dovremmo parlarne qui, in questo momento." I nostri microfoni sono attivi e i tecnici dell'audio staranno sicuramente ascoltando la nostra conversazione.
"Beh, a quanto pare non è mai il momento di parlare."
STAI LEGGENDO
Not far enough
FanfictionL'improvviso successo del film che li vede protagonisti investe due ragazzi che dovranno imparare a gestire una nuova realtà fatta di emozioni, crescita personale e fama ma anche di un progressivo abbandono di una vita normale. Mantenere al sicuro l...