07/2019.
Fuoco.La piccola lucciola di fuoco che mi trafisse quando lo vidi per la prima volta fu forse data dalla sua troppa padronanza. Tra la folla vedevo solo quel frammento di fuoco. Doveva essere mio. Quella vampata con il tempo prese sempre più piede incendiando ogni cosa. Vi è, però, una sostanziale differenza con il resto dei segni: con il tempo riuscì ad ardere anche me. Il suo autocontrollo e il suo sguardo da uomo esperto e smaliziato mi fecero ustionare la pelle e tutti gli organi. Riusciva ad attirarmi e darmi calore, riscaldamento, ma subito dopo, se non tenevo alta la guardia, poteva inghiottirmi nel suo vortice. Non ci riuscì mai, ma fu capace di tormentare il mio comando, rendendolo polvere. Non ebbi quasi mai la situazione sotto controllo, ma ciò che mi donava era una miscela ipnotica che non poteva competere con nessun antidoto. Quando lo scorgevo, percepivo la sfida, la minaccia, il confronto, anche solo guardandolo. Non riuscivo a capire come poteva esser vero: era troppo piccola quella lucciola per scatenare un inferno tale dentro me. Sembrava fiammeggiare come il diavolo, principalmente quando per sbaglio lo incrociavo o attraversavo il suo sguardo. Lui riusciva a spogliarmi con un'occhiata, ma subito dopo, con la sua indifferenza ed autosufficienza, mi lasciava denudata alla mia impotenza. Nonostante tutto, rimanevo comunque sedotta da tutti quei lapilli, dalla consapevolezza di divampare, dalla sua carne, dall'immensa differenza tra Lui e gli altri.
"Non poteva, ma ci era riuscito: la mia mente era in fiamme.
Non dovevo, ma non ci ero riuscita: il mio cuore stava per rianimarsi.
Ma volevamo, eravamo capaci di riuscirci: potevamo averci, se solo avessimo voluto."
STAI LEGGENDO
Caja torácica - Fire
PoetryLa gabbia toracica è quello spazio delimitato da scaglie ossee, che non permette ai sentimenti e alle emozioni di lasciarsi andare. Per fortuna, o per disgrazia direbbe la civiltà, esistono quelle fessure, che, nonostante siano bloccate dall'ipoderm...