CAPITOLO 7- LA TEMPESTA CHE CONSOLA

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PRESENTE

Le emozioni di un essere umano sono irrefrenabili, non si possono trattenere e controllare. Molte non le comprendiamo, altre vorremmo provarle costantemente. Vi è mai capitato di pensare il motivo per il quale provate quella specifica emozione in una particolare situazione? La risposta è che un motivo non esiste.

Le emozioni riempiono le nostre giornate e la nostra mente, come un bicchiere viene riempito di una materia liquida.

Se prendessimo vari contenitori di forme e grandezze diverse e versassimo all'interno del liquido, quest'ultimo assumerà le rispettive forme dei recipienti.

Ritengo che le emozioni abbiano la medesima funzione, esse si adagiano nei nostri pensieri e nella nostra mente, prendono forma in base alla grandezza e struttura della nostra esperienza.

Spesso è capitato che le emozioni abbiano preso il sopravvento senza rendermi facile e visibile la giusta via da intraprendere. Questo perché la mia esperienza non era munita della grandezza e della struttura necessaria per contenere quelle emozioni che di rado riuscivo a dominare.

Un litro d'acqua non può essere contenuto da un bottiglietta di mezzo litro circa, l'acqua fuori uscirà. Allora, perché un emozione forte mai vissuta, quindi in assenza di esperienza emozionale, dovrei riuscirla a padroneggiare?

Questo è uno dei motivi che mi ha portato a credere nel bene che faccia soffrire. Il dolore innalza e incrementa la nostra esperienza, incentiva il saper tenere a freno le emozioni provate.

Ad oggi, faccio tesoro del mio vissuto, tutto ciò che mi ha fatto penare è riuscito a migliorare il modo in cui riesco a gestire le mie emozioni. Riesco a rilassarmi in situazioni in cui prima le vivevo provando ansia e sconforto.

Aprite la mente e immergetevi tra le mie parole: le nuvole sono cupe al di sopra del vostro capo, alzate gli occhi al cielo e le nubi sembrano quasi sfiorarvi il volto. La loro freddezza e crudezza vi intorbidano la pelle.
La luce è ormai fioca. Il vento inizia a soffiare leggero per poi diventare incessantemente violento. I vostri capelli all'unisono con i vostri indumenti iniziano a volare sospese e leggere rimanendo agganciate al vostro corpo. Il vento smuove tutto ciò vi si ritrova intorno. Persino i vostri pensieri più reconditi vengono stimolati dall'aria penetrante. Quest'ultima è ricca di tensione e ansietà. Le foglie degli alberi sono trasportate dal vento e niente è ormai al suo posto di origine. Le persone sembrano fuggire da quella situazione, da quel rischioso pericolo che si avvicina. La tempesta.

Goccia dopo goccia le strade ricche di acqua piovana si trasformano in fiumi di pensieri ormai andati via. Ammirate la poggia che continua incessabile a tormentarvi la mente.

Vi sembrerà alquanto insolito e grottesco, ma provo piacere e rilassamento immedesimandosi nella visione.

A parer mio la tempesta è connessa alla solitudine.
Quando vi trovate in una situazione del genere non vi assale un senso di solitudine?

Precedentemente ad avvenimenti che mi hanno indotto ad assaggiare questa sensazione di solitudine, posso dirvi che ammirando una bufera mi assaliva una sensazione di angoscia e di paura persino.

Successivamente, con il passare dei giorni e con l'affrontare situazioni più grandi di me ho iniziato ad amare quella dannata agonia. Addirittura, spesso la necessito poiché trovandomi in quella situazione, a differenza del passato, il vento mi ravviva e il cielo tetro copre e rassicura i mie pensieri, come la coperta copre il nostro corpo quando avverte il freddo gelido.

Nel corso della mia vita la solitudine si è impossessata di me ripetute volte, ma mi ha insegnato la bellezza dell'essere sola e concentrarsi sulla propria persona per riflettere sul vissuto o sull'avvenire, per prendere decisioni o rimuginare su quelle prese.

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