Harry rimase nella casa della sua proprietà. Gli era sempre piaciuta. Era una casa antica e poco curata. Nessuno tranne lui andava mai lì, quindi poteva rimanere sempre da solo. Guardò il tramonto. La panoramica dal quel tetto era fantastica. Rientrò in casa e si preparò un letto. Non aveva sonno, così andò alla biblioteca e prese un libro. Probabilmente lo aveva già letto, come quasi tutti i libri della casa. Era un libro romantico, su una coppia di viaggiatori nel tempo. Amava quel genere di libri. I libri fantasy con storie d'amore complicate. L'avevano sempre attirato, fin da quando era un bambino. Tutti lo avevano sempre preso in giro per questo. "Quei libri sono da ragazze" dicevano. A Harry non era mai importato. O almeno fingeva che non fosse così. In fondo gli faceva male, ma lo aveva sempre nascosto dietro al suo magnifico sorriso. Solo quando era da solo si lasciava andare ed era veramente lui. Quell'Harry sempre felice e positivo, che ha voglia di cantare e di ballare, di ridere e scherzare, di stare insieme alle persone che ama. Nessuno tranne i libri gli avevano mai dato la possibilità di essere se stesso. I libri lui non li leggeva. Lui diventava i personaggi e viveva appieno la storia. Era come se tutti quei libri fossero sue storie. E quando non trovava un libro che gli piacesse se lo scriveva, immaginando di essere il protagonista che ha tutte quelle avventure mozzafiato.
L'unica altra sua ancora era la musica. Quando era con la sua chitarra non c'era nient'altro. C'erano solo lui e la sua chitarra. Sarebbe potuto essere in mezzo al mare o a una sparatoria, ma se era con la sua musica era a casa, più di quanto si sentisse a casa con la sua famiglia.-Harry?
Chiese il padre quando entrò in casa.
-È alla vecchia proprietà.
-Sempre li?
-Ha avuto una discussione con una persona.
-E non può stare con noi?
-Preferisce stare da solo. Perché ti da così tanto fastidio?
-Gesù ha detto che bisogna stare insie...
-Che vada a farsi fottere Gesù. Lui è morto a trent'anni e ha avuto in tutta la sua vita dodici amici.
Il padre aveva spalancato gli occhi.
-No davvero, avete scassato il cazzo. Voi e la vostra fottuta ossessione con la parola di Dio. Harry si sente oppresso qui, per quello non è mai a casa quando ci siete voi. Ed è quello che farò anche io, quindi o cambiate idea o perderete entrambi i vostri figli.
-Meglio stare senza figli che avere due figli che si rifiutano di stare sulla retta via.
-Sai cosa? Fottiti.
Disse Gemma sbattendo la porta e uscendo.Prese il telefono e chiamò Ashton.
-Ash, posso dormire da te?
-Gemma, stai bene? Stai piangendo.
-Posso dormire da te?
-Si, certo.
-Ti spiego dopo. Grazie.
-Figurati. Dove sei? Ti vengo a prendere.
-No, sono praticamente arrivata.Ashton sentì bussare e andò ad aprire la porta. Gemma si lanciò tra le braccia di Ashton e scoppiò in lacrime.
-Hey, che hai?
-I nostri genitori... Harry... lui è nella proprietà, non volevo andare lì perché... perché so che vuole stare da solo. I... i nostri genitori ci hanno praticamente sbattuto fuori di casa perché...
-Respira. Entra in casa. Ti preparo una tazza di te.
-Grazie. Sei un angelo.
Disse Gemma facendo arrossire Ashton.
-Siediti pure, fai come se fossi a casa tua.
La ragazza si sedette sul divano. Poco dopo arrivo il ragazzo con due tazze di tè.
-Vuoi parlare di quello che è successo?
-Harry è nella proprietà. Ha avuto un problema con il suo ragazzo.
-Sta con un altro?
-Si. Ceh non più. O forse si. È complicato. Comunque era nella proprietà perché Louis gli ha scritto e si sono rivisti. Non è andata a finire bene e ho chiamato Zayn perché pensavo aiutasse, ma a quanto pare anche lui l'ha lasciato. Ero nervosa e ho toccato l'unico tasto da non toccare coi miei.
-La religione.
-Si.
Ashton vide gli occhi lucidi di Gemma e la abbracciò. La ragazza appoggiò la testa sulla spalla del ragazzo e si addormentò così.

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Dear church, fuck you. (Zarry)
FanficLa famiglia è una prestigiosa famiglia molto religiosa. E se a Harry questo non andasse bene? Si trattano temi religioni, quindi se non vi piace passate oltre.