Capitolo 2

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Dopo due giorni tornai a casa, mi accompagnò dentro la mia casa il familiare profumo del tè e della torta al limone di mia madre. Mi aveva accompagnato Eric che mi aveva salutato con un caldo abbraccio. Mi stavo affezionando e io non dovevo volere bene a nessuno perché sapevo che la gente mi avrebbe deluso,ma in lui c'era qualcosa di diverso. Stranamente mia madre non c'era. Percorsi il corridoio, arrivando alla mia stanza. Aprii la porta e salutai Bakster, il mio gattino. Era nero, con una macchia bianca sul suo dolce musino. Aveva grandi occhi gialli che mi guardavamo sempre con molto amore. La mia stanza era grande, avevo un letto matrimoniale, un comodino ,un armadio troppo grande ed ingombrante e uno scrittoio che usavo per stare al pc e studiare. Mi levai la maglietta,i jeans e i calzini, rimanendo solo in intimo. Mi guardai allo specchio,ero magrissima,i raggi del sole che entravano dalla finestra facevano risplendere la mia pelle bianchissima. Avevo dei grandi occhi color cioccolato e capelli neri come quelli di un corvo. Andai in bagno e aprii l'acqua della vasca,avevo bisogno di un bel bagno caldo. Accesi delle candele che profumavano di rosa. Creai un atmosfera familiare e rilassante. Mi tolsi l'intimo,rimanendo nuda. Odiavo esserlo, mi sembravo una bambina nuda contro il mondo, ingenua e gentile,pronta a imparare,curiosa di scoprire,e affamata di esperienze. Mi infilai nell acqua calda piena di schiuma, mi sentivo pulita, tolta di ogni peccato. Spesso mi sentivo una persona impura,troppo fragile però per ammetterlo davanti agli altri. Forse ero fragile perché ero sola. Avevo solo Sofie come amica , lei era l'unica che mi fosse stata accanto. Uscii dal bagno dopo un ora e mezza . Tornai nella mia camera da letto e mi sdraiai sul letto morbido. Pensai e ripensai sul mondo e sulla mia vita e fini alla conclusione che faceva schifo. Mi rivestii, misi un leggins con i teschi, un maglioncino rosa antico e le mie scarpe da skate. Andai in cucina,mamma ancora non era tornata. Suonò il campanello. Andai lentamente e svogliatamente verso la porta e aprendola vidi Eric. "Ti devo parlare!" Lo disse con un tono glaciale. "Prego entra, non vorrai parlarmi qui fuori". Entrò con una velocità sovrumana, aveva una grazia nel muoversi che sembrava un angelo." Felisia ti devo dire cosa sono, senti il mio cuore adesso e stai in silenzio , capirai così ciò che sono davvero" Mi prese la mano con delicatezza e la poggiò sul suo petto. Non sentivo il battito, ma non pensai che lui fosse ciò che fosse". " Cos è sei forse un non-morto che è venuto a spaventarmi?"Risi ma lui no. "si e no, sono un vampiro e sono venuto qua per trasformarti"lo disse con tono serio, i suoi occhi erano diventate delle fessure e guardavano un punto indistinto della parete. Si avvicinò con tutta la velocità possibile, mi prese in braccio e mi distese per terra, mi tolse i capelli dal collo. Io ero lì ferma, pietrificata.Avevo paura, ma riuscii a trovare la forza di gridare no.

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