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T/n:Tornerò presto...- dici ai tuoi genitori dopo che le tue valigie sono state sistemate all'interno del Flixbus.
Li abbracci per l'ennesima volta tenendo ognuno dei due corpi stretto tra le braccia come se fosse l'ultima volta che li potessi vedere.
Autista: Dobbiamo partire ragazzo...- ti dice sporgendosi dalla porta.
Annuisci e li saluti un'ultima volta.
Sali sulle scale e ti volti più volte prima di prendere posto.
L'autista accende il mezzo e parte ma all'improvviso inchioda.
X: Grazie a Dio!- esclama con il fiatone entrando.
Lo guardi dalla testa ai piedi.
È alto, i suoi capelli sono castani e leggermente mossi.
I suoi occhi sono scuri e piccoli rispetto al resto del viso.
X: Posto numero 24b...- confabula leggendo il biglietto.
Sbianchi scoprendo che è il sedile affianco al tuo.
X:Trovato!- esclama abbandonandosi pesantemente contro il sedile.
Lo guardi un po' sconvolto da tutto questo poco pudore nei modi di fare.
X:Tutto bene?- chiede notando la tua espressione.
Annuisci lentamente tornando a guardare dritto davanti a te, ovvero la testa calva e sudata di un uomo di mezza età.
X: Io sono Dylan comunque...- dice allungando una mano.
Gli dici il tuo nome senza stringergliela.
Dylan: Ok...fa come vuoi- risponde prendendo un pacchetto di gomme.
Dylan: Vuoi?- ti chiede gentilmente.
Rifiuti e sposti lo sguardo verso il paesaggio che corre con voi.
Cerchi di nasconderlo ma la tua preoccupazione è più che evidente.
Non sei mai stata da solo fuori casa e prima che te ne potessi accorgere è iniziato il college e ora ti ritrovi dentro ad un autobus, seduto al fianco di uno strambo e stai per essere catapultato in una realtà diversa che ti spaventa.
Dylan: Dove sei diretto?- chiede infilandosi un un auricolare.
T/n: Fairfield University in California...- gli dici infastidito dall'alto volume della musica.
Dylan: Davvero?! Ci vado anche io!- urla ricevendo rimproveri da tutti.
Guarda male ogni persona che a sua volta lo guarda in cagnesco, prima di tornare a te e alla vostra conversazione.
Dylan: Avremo altri tre giorni di viaggio insieme!- esclama questa volta con un tono di voce più contenuto.
T/n Sono così contento...- rispondi nascondendo lo stato di disperazione che hai raggiunto sapendo che non solo frequenterete la stessa scuola, ma anche sarai costretto a stargli vicino per altre 72 ore.
Autista: Domani mattina si partirà alle 07:00- vi dice dopo diverse ore di viaggio.
Prendi la tua valigia e ti dirigi verso l'ingresso dell'hotel che è stato scelto per trascorrere la notte.
Non avete parlato molto durante queste ore.
Lui era impegnato a sfondarsi i timpani con la sua musica Techno hardcore mentre tu guardavi fuori sentendo l'ansia manifestarsi attraverso piccole coliche.
Senza salutare O'Brien, questo è il suo cognome,ti presenti alla reception e dopo aver ritirato la tessera per aprire la camera, ti ritiri al suo interno.
L'arredamento è piuttosto semplice e confortevole, ma non è quello di casa.
Sospiri e dopo aver impostato la sveglia per il giorno seguente ti stendi sotto alle coperte.
Chiudi gli occhi e ti abbandoni al buio sentendo la stanchezza appesantirti e abbassarti lentamente le palpebre.
Dylan: T/N!- pronuncia a caratteri cubitali destandoti dal sonno.
Ti alzi ancora mezzo assopito e apri la porta.
Quando lo guardi arrossisci e indietreggi accorgendoti che per qualche istante il suo sguardo è caduto e si è incollato ai tuoi boxer.
T/n: Che c'è?- chiedi coprendo per quanto possibile le mutande tenendoci le mani a coppa davanti.
Dylan: Non vieni a cena?- domanda senza guardarti. Evidentemente anche lui stesso ha capito di essere stato beccato a sbirciare quindi per evitare di peggiorare la situazione fugge dai tuoi occhi chiari.
T/n:No- rispondi stizzito.
Lui intuendo l'irritazione dal tuo tono torna a guardarti, ma non il tuo corpo bensì gli occhi, dritto nelle pupille.
Dylan: In realtà sono venuto qui per un altro motivo...- inizia spostando nervosamente il naso da una gamba all'altra.
T/n: Ovvero?- chiedi avvertendo una strana sensazione partire dal petto ed espandersi lungo tutti i tuoi arti sotto forma di brividi.
Non ci dai tanto peso pensando che sia colpa del freddo e poi torni ad ascoltarlo.
Titubante apre la bocca ma la chiude immediatamente soffocando le parole al suo interno.
Dylan: No nulla. Te lo dirò domani...- dice diventando serio all'improvviso.
Ti augura la buonanotte e poi si incammina verso l'ascensore.
Lo chiami ma lui non si gira. Aspetta che le due porte si aprano accogliendo all'interno e stando girato di spalle aspetta che si richiudano e lo portino al piano desiderato.
La sveglia ti costringe ad aprire gli occhi ed alzarti dal letto.
Velocemente ti fai una doccia e poi esci dalla camera portandoti appresso le tue cose.
Ti siedi in un tavolo della sala da pranzo, al momento deserta e consumi qualche dolcetto preso dal buffet offerto dall'hotel.
C'è silenzio e solitudine. Freddezza nell'atmosfera.
Prima che tu possa fermarla, la tua mente inizia a viaggiare e l'ansia ritorna.
La senti aggrapparsi con la unghie sui tuoi organi. La percepisci chiuderti la bocca dello stomaco e iniziare a smuovere le tue budella fino a farti venire voglia di vomitare.
Dylan: Mattiniero eh?- dice posando la tazza colma di caffè nel posto di fronte a te.
Gli sei grato di aver interrotto l'inizio di una lenta tortura.
T/n: Come stai?- gli chiedi cercando di concentrarti su di lui per fermare quella sensazione che nonostante sia diminuita con il tuo deconcentrarti, è ancora presente e pronta a colpirti di nuovo.
Dylan: Mi stai rivolgendo la parola?!- sbotta stupito.
Ridi e lui si sorprende ulteriormente.
Si siede ed inizia a consumare la sua colazione.
Lentamente scendono gli altri ospiti, tra cui i passeggeri e l'autista.
Dylan: Quello che non ti ho detto ieri sera è che mi dispiace se mi sono presentato come una persona maleducata e troppo loquace. Il problema è che soffro d'ansia sociale. Odio stare in mezzo alla gente per paura dei giudizi che potrei ricevere e l'essere gay non aiuta. Quindi per calmarmi inizio a fare lo stupido e ad ascoltare canzoni nella quali i cantanti lanciano ulri strazianti.- ti spiega tenendo lo sguardo basso.
T/n: Anche io.- rispondi sollevato.
Hai trovato una persona che finalmente potrà capirti e magari aiutare a gestire le diverse crisi.
Dylan: Anche io cosa?- domanda non capendo a che parte del discorso ti stai riferendo.
T/n: Tutto. Questa nuova situazione mi spaventa. Prima volta fuori casa e in un college all'antica. È dalla prima media che ho un disturbo d'ansia e attacchi di panico a causa degli spintoni nei corridoi e di insulti vari... Io e te abbiamo in comune più di quanto tu possa pensare...- dici facendogli capire la cosa più importante.
Dylan: Sapevo fossi quello giusto...- dice dopo aver sorseggiato la bevanda scura.
T/n: Andiamo?- gli chiedi vedendo che ha finito.
Dylan: Volentieri!- raggiungete l'autobus verde, caricate nuovamente le valigie e vi adagiate sui sedili attendendo l'arrivo dell'ora della partenza.
Dylan: Mi sento meglio adesso.- dice sfiorandoti sbadatamente una coscia.
T/n:Anche io...- gli rimandi sentendo la stessa sensazione provata la sera prima quando i suoi occhi si sono posati sui tuoi boxer.
Riprendete il viaggio chiacchierando in continuazione e ridendo per ogni cosa, sembra quasi che vi conosciate da sempre e invece appena poche ora prima lo detestavi.
Conoscere una persona simile a te stesso si è rivelato fondamentale soprattutto quando si tratta di disturbi come l'ansia.
Spesso non hai avuto modo di confrontarti con qualcuno, ma ora tutto è diverso. Ora c'è lui.
Lo guardi addormentato sulla tua spalla.
Noti che il sole lo sta illuminando e per evitare che questo lo svegli cerchi di tirare la tendina che scopri essere bloccata.
Guardi la sua pelle dorata e decidi di interrompere il raggio di sole mettendo una mano tra la stella e i suoi occhi.
Con un braccio lo accarezzi dolcemente e continui ad ascoltare la musica.
Dopo alcune pause sfruttate per un veloce boccone e per far sgranchire le gambe siete arrivati ad un altro hotel dove trascorrete la seconda notte.
T/n:La miglior mangiata della mia vita!- esclami buttandoti sul letto.
Lui entra e si siede sul davanzale della finestra che lascia entrare nella stanza la fresca brezza tipica della sera.
I grilli friniscono ed il loro canto raggiunge le vostre orecchie.
Dylan: Vuoi giocare a King's Cup?- ti chiede notando un mazzo di carte posato sul comodino.
T/n: Cioè?- domandi mettendoti a sedere.
Posi la schiena contro lo schienale del letto mentre lui si accomoda sull'angolo destro del materasso.
Dylan: Bisogna mettere al centro del tavolo un bicchiere pieno di alcol e circondarlo con 52 carte francesi, coperte e senza jolly. Ogni giocatore deve avere un proprio drink, per bere a seconda della carta estratta. Ogni carta infatti prevede una regola, e le principali sono queste:
Con il 2, si sceglie chi far bere
Con il 3, beve chi lo ha pescato
Con il 4, tutti devono toccare il pavimento e chi lo fa per ultimo beve
Con il 5, bevono i ragazzi
Con il 6, bevono le ragazze
Col 7 tutti devono portare le mani al cielo e chi lo fa per ultimo beve
Con l'8, si sceglie un giocatore che berrà sempre insieme a quella persona (finchè un'altra non pesca l'8 e si crea un'altra coppia)
Con il 9, il giocatore dice una parola e tutti a turno devono dirne una che fa rima; chi non ci riesce beve
Con il 10, si gioca a "Io non ho mai" e chi non ha fatto l'esperienza menzionata beve
Il Jack permette di inventare una nuova regola che vale per il resto della partita
A chi pesca la Regina, tutti devono rispondere con domande e mai con affermazioni (finchè qualcuno non ne pesca un'altra)
Con il Re, si versa parte della propria bevanda nel bicchiere grande.
Il quarto Re lo beve tutto e pone fine al gioco
Con l'asso, bevono tutti iniziando da chi ha pescato.- ti spiega aprendo l'anta del frigobar.
Estrae da esso due bottiglie di vodka alla frutta e le posa sul rigido materasso.
Successivamente dispone a cerchio le carte togliendoci tutti i 6.
T/n:Sembra divertente...- dici pescando una carta.
Sorso dopo sorso l'atmosfera si fa più rilassante e le lontane ansie che ti hanno assillato, si allontanano nei meandri bui del tuo inconscio.
Dylan: Dato che ho pescato il Jack devo inventare una regola...- dice fermandosi poi a pensare.- Ci si deve togliere un un indumento- afferma legandosi la maglia.
T/n: Mizzica...- ti lasci sfuggire vedendo il suo corpo.
Prima che tu possa aggiungere altro il gioco riparte.
Dylan: 9. Hai mai fatto sesso?- chiede andando dritto al punto.
T/n: No...- ammetti arrossendo.
Dylan: C'è sempre una prima volta.- dice facendoti l'occhiolino.
Un brivido scorre lungo la tua spina dorsale.
Continuate il gioco restando senza vestiti e senza alcol.
T/n: Jack.- dici sorridendo. Sei in totale balia dell'alcol.
Lui ti prende entrambi i polsi e ti schiaccia contro il materasso.
Ti guarda fisso negli occhi e poi ti bacia.
Fin da subito la sua lingua rotea avanti e indietro, a destra e sinistra.
Dylan: Cambia regola...- dice sensualmente contro le tue labbra.
T/n: Sesso...- sussurri mentre lui succhia un lembo di pelle del tuo collo.
Dylan si morde il labbro inferiore compiaciuto e poi si alza.
Tu sei già nudo, a causa di tutti i J pescati, mentre lui si abbassa i pantaloni e i boxer.
Sfila la cintura e la lega le due estremità fino a formare un infinito.
Viene verso di te e ti lasci infilare i polsi all'interno dei due buchi prima di stringerle di colpo.
Ti lamenti per il dolore mentre una scossa di piacere si libera intorno alla tua zona fallica facendo indurire parzialmente il membro.
Si abbassa su di esso e inizia a succhiarlo sputandoci sopra e poi bevendo la sua stessa saliva.
Inarchi la schiena e soffochi piccoli urli mentre le sua unghie graffiano i tuoi fianchi.
All'improvviso ti alza le gambe ed entra e poi esce di nuovo.
Si avvicina alla sua valigia ed estrae un aggeggio che somiglia ad un tagliapizza a rotella, solo che al posto della lama ci sono tanti piccoli aculei.
Ritorna da te ed inizia a far scorrere quello strumento contro la tua erezione.
Gemi sentendo le scariche di piacere far contrarre i tuoi muscoli ogni volta che una punta punge la tua pelle.
I tuoi strazianti lamenti si fanno più intensi.
Vorresti coprirti con le braccia ma ti è impossibile muoverle, dato che lui le sta premendo contro il tuo petto.
Molla il sex toy ed entra.
Urli ancora più forte sentendo il suo membro farsi spazio dentro di te.
Dylan: Forse c'era bisogno di un po' di pratica prima...- dice con gli occhi chiusi per il dolore.
T/n: Forse questo dovrei dirlo io...- gli rispondi guaendo per il bruciore.
Lascia cadere un po' d'acqua sul tuo orifizio e sulla sua erezione prima di rientare e ricominciare.
Sollevati dal dolore procedete con il rapporto gemendo e vivendo ogni singola emozione.
T/n:Sto per...- lo avvisi poco prima che il tuo liquido caldo cadesse vicino al tuo ombelico.
Dylan: Anche io...- dice urlando.
Le sue spinte si fermano mentre l'eco del suo orgasmo rimbalza contro le pareti.
Esce da te e il suo liquido fa lo stesso cadendo sul lenzuolo.
Vi rannicchiate vicini ma prima che uno dei due possa dire qualcosa la sbornia vi lascia cadere in un sonno profondo.
Fine♡