Immagina Erick Brian Colon

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T/n: Ogni volta la stessa storia!- ti rimproveri da sola uscendo dal tuo appartamento.
L'essere ritardataria rientra a far parte dei tuoi difetti.
Velocemente ti dirigi verso l'ascensore del condomino e dopo averlo prenotato attendi il suo arrivo.
T/n: Eddai vecchio catorcio!- sbotti scalciando il pavimento mentre guardi l'orologio legato al polso.
Oggi è proprio una brutta giornata, in tutti i sensi.
Tu sei in ritardo per un colloquio di lavoro e il meteo è tremendo.
Sta piovendo dalla sera precedente e come se non bastasse è in arrivo un forte temporale.
T/n:Finalmente!- esclami udendo il tintinnio che ha lo scopo di avvisare le persone dell'arrivo della cabina passeggeri.
Entri al suo interno e premi il pulsante che ti porta al piano terra.
L'apertura si chiude lentamente e cigolando esageratamente.
Erick: Fermo!- urla mettendo un piede tra le due porte ormai chiuse.
Le due estremità si riaprono lentamente mentre un tuono assordante riecheggia facendo vibrare i vetri delle finestre.
T/n:M*rda!- imprechi a denti stretti.
Ci mancava solo lui.
Erick:Buongiorno T/n!- ti saluta ridendo alla tua esclamazione.
T/n:Mica tanto...- rispondi premendo ripetutamente il pulsante del piano terra.
Le porte si rinchiudono e lui, per farti uno scherzo, finge di passare davanti alle fotocellule che regolano l'apertura e la chiusura delle porte.
T/n: ha-ha-ha... tu devi essere quello simpatico...- gli dici dopo aver sudato freddo.
Erick: Eh sì... ho questo vanto...- risponde al tuo complimento non molto carino, facendo finta di spostarsi i capelli da una spalla come se si stessa dando delle arie.
Lo guardi e scoppi a ridere.
Erick: A parte gli scherzi... è da un po' che non ti vedevo... tutto bene?- chiede interessandosi a te.
T/n: Sì dai... è un periodo un po' burrascoso ma tutto bene. Sono in cerca di un nuovo lavoro e penso di essermi appena giocata un colloquio...- affermi controllando nuovamente l'ora.
Erick: Per qualunque cosa, puoi contare su di me- ti rassicura posando una mano sulla tua spalla.
Lo ringrazi annuendo e mentre siete impegnati e guardarvi intensamente sorridendo, un tuono rompe il silenzio e la corrente se ne va.
T/n: No! No! No!- gridi andando nel panico.
Basta. È la fine. Il colloquio è andato.
Hai sprecato un'altra occasione.
Posi la schiena contro il metallo e ti lasci scivolare a terra.
Appoggi la fronte contro le ginocchia e ti abbandoni in un pianto straziante.
Vorresti mangiarti le mani, alla fine è solo colpa tua e del tuo solito ritardo dato dal procrastinare qualsiasi cosa.
Il tuo vicino inizialmente resta in silenzio, probabilmente imbarazzato dalla situazione ma successivamente si siede vicino a te e ti stringe con un braccio.
Erick: Andrà tutto bene... troverai altre occasioni...- cerca di tranquillizzarti in tutti i modi.
T/n: E tra quanto? Quello schifo di appartamento costa più di una casa... non so per quanto ancora riuscirò a pagare l'affitto!- dici a fatica.
Dai tuoi occhi continuano ad uscire grosse lacrime piene di dolore, delusione e paura.
La gola ti fa male e in bocca riesci solo a sentire un sapore amaro dato dal disappunto.
Lui continua a ripeterti parole consolatorie e nel giro di cinque minuti riesci a riprenderti quasi pienamente.
T/n: Scusa...- sussurri asciugandoti le lacrime.
Erick: Di cosa? È normale lasciarsi andare...- dice porgendoti un altro fazzoletto.
Erick: A quanto pare staremo qui finché non ritornerà la luce- osserva accendendo la torcia del telefono in modo da aumentare la luminosità all'interno della cabina.
T/n: Che giornata...- affermi scuotendo la testa.
Erick: Che giornata!- ti fa eco lui sottolineando la particolarità di quest'oggi.
T/n: E ora?- chiedi annoiata.
Erick: Cosa?- risponde non capendo a cosa si riferisca la tua domanda.
T/n: Che facciamo?-continui.- Chissà quando tornerà la corrente...- aggiungi sospirando.
Lui alza le spalle senza fiatare.
Erick: Ti ricordi quando sei venuta ad abiate qui? Quanti anni avevi? Quattro?- chiede con uno smagliante sorriso stampato in faccia.
Annuisci ripensando alla tua infanzia e ti ritrovi anche tu a sorridere.
Erick: Ed il tuo primo compleanno qui?- continua con le domande.
T/n: Sappi che non ti ho mai perdonato!- sbotti ricordandoti di quando ti ha schiacciato la faccia dentro alla tua torta.
Erick: Eddai... sono passati sedici anni!- si lamenta scherzosamente.
T/n: Non se ne parla proprio! Non ti perdonerò mai. C'era un disegno bellissimo sopra e tu l'hai rovinato!- continui convinta mettendoti a braccia conserte assumendo poi un'espressione offesa.
Il silenzio cala ma dura pochi secondi perché scoppiate improvvisamente a ridere e non vi fermate nonostante la pancia inizi a farvi male e gli occhi piangano lacrime di gioia.
T/n: Facciamoci domande imbarazzanti...- proponi per far passare il tempo.
Erick: Inizio io. Ti ho mai fatto piangere?- chiede.
T/n: Sì. Quando ti sei fidanzato due anni fa.- affermi senza guardarlo negli occhi.
Ti stendi contro il pavimento dell'ascensore e lui fa lo stesso. Entrambi, guardando il soffitto continuate questo gioco.
T/n: Pomiceresti con me?- dici tu.
Erick: Sì.- ammette timidamente- Preferisci dominare a letto o essere dominata?- domanda senza scrupoli.
T/n: Tutti e due... variare è più bello.- spieghi.- Come ti consideri nelle relazioni?- lo interpelli a tua volta.
Erick: Un totale disadisastro... a volte penso di meritare di stare da solo...- dice tristemente.
T/n: Ritira subito quello che hai detto.- esplodi come se qualcuno ti avesse offesa sul personale.- Era lei che era strana... per non dire pazza. Tu sei perfetto. Ci sei sempre per gli altri e sei sempre pronto a consolare. Hai fatto di tutto per lei, anche lasciate il tuo lavoro. Lei cosa ti ha dato in cambio? Nulla. Ti ha anche lasciato ma nonostante questo sei andato avanti e hai continuato a trattare tutti con la stessa gentilezza con cui li hai sempre trattati.
Meriti più rispetto...- dici infastidita dalla poca stima che ha in sé.
Erick: G...grazie...- risponde sorpreso.
T/n:Fammi la domanda ora.- gli dici un po' freddamente.
Erick: Qual è stata la prima cosa a cui hai pensato quando mi hai visto?- chiede.
Sorridi e ti mordi il labbro inferiore pensando che ormai sia inutile non dirglielo.
T/n: Chissà se potrò mai essere al suo fianco...- dici arrossendo.
Continui a sorridere felice di averglielo detto. Ora spetta a lui fare 2+2.
Erick: Speravo la facessi a me questa domanda... avresti scoperto che abbiamo molte cose in comune...- dice voltandosi sul fianco destro.
Tu invece ti stendi su quello sinistro per poterlo guardare meglio negli occhi grigio-verdi.
T/n: Ah sì? Cosa avrei scoperto se te l'avessi chiesto io?- cerchi la sua risposta attraverso questa domanda.
Erick: Che le mie ex mi hanno lasciato perché hanno intuito che di loro non mi importava nulla... erano mezzi per dimenticare chi mi interessava davvero...te...- sussurra avvicinando le labbra alle tue.
T/n: Hai mai fatto sesso in ascensore?- chiedi improvvisamente come se stessi ancora giocando.
Erick: No, perché?- domanda avvicinandosi sempre di più alla tua bocca.
T/n: Perfetto!- esclami catapultandoti sulle sue labbra che si massaggiano reciprocamente e lentamente lasciando spazio alla passione.
Le lingue iniziano ad aggrovigliarsi mentre le vostre mani esplorano i corpi dell'altro.
Siete circondati dal buio e dal silenzio rotto solo dal borbottio del cielo e dallo schioccare dei vostri baci.
Ti posizioni in ginocchio davanti a lui e dopo aver liberato l'erezione dai suoi pantaloni, la intrappoli nuovamente tra le tue labbra succhiandone la lunghezza e il glande.
Lo senti gemere attraverso sussurri che si manifestano regolarmente e spesso accompagnati da una leggera tirata di capelli.
Gli sta piacendo e tu ne sei soddisfatta.
Erick: Alzati...- sussurra tirando una ciocca dei tuoi capelli verso l'alto.
Obbedisci e quando sei in piedi, lui ti schiaccia contro l'acciaio della cabina facendo unire le vostre bocche.
Con una mano accarezza il tuo seno da sotto la maglia mentre l'altra è impegnata a giocare con le tue dita.
T/n: Erick...- gemi espirando profondamente quando le sue dita stringono un tuo capezzolo.
Lui sorride e poi scende fino a giungere alla tua gonna. La solleva e comincia a stimolare il clitoride senza abbassarti gli slip.
Senti il piacere aumentare ed il tessuto delle mutande farsi sempre più umido fino a diventare bagnato.
Erick: Reggiti...- sussurra al tuo orecchio prima di mordertelo.
Annuisci e ti prende in braccio tenendoti schiacciata contro la parete.
Tenendoti alzata con una gamba, guida il membro verso di te e lo spinge dentro accompagnandolo con due dita.
Tieni le gambe ben aperte (posizione missionario... ma quante cosa vi insegno?! XD) mentre lui inizia con le spinte.
È tutto così dannatamente bello. Ciò che stai provando lo potresti paragonare al temporale che si sta scatenando appena fuori dal vostrono palazzo.
Una tempesta d'emozioni e di sensazioni che esplodono attraverso tuoni, ovvero i gemiti.
Mentre lui si muove porti una mano sulla tua zona intima e accarezzi il clitoride aumentando progressivamente di forza e velocità, proprio come sta facendo Erick.
A fatica lo avvisi, gli dici che non ce la farai ancora per molto ma lui non risponde, aumentando la velocità in modo impressionante.
Eccolo. Travolta da una grossa ondata di piacere, urli e ti dimeni finché anche lui finisce fuori da te, contro la sua mano.
Con il fiato corto e la gambe tremanti vi rivestite e vi stendete sul pavimento.
Non parlate e nemmeno ci provate perché sapete che non ci riuscireste, vi limitate a tenervi per mano e ascoltare i vostri respiri e quelli del cielo.
Il temporale ormai si è allontanato di molto.
Erick: Finalmente!- esclama quando il marchingegno riprende a funzionare.
T/n: Siamo salvi!- festeggi stringendoti a lui.
Fine♡

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