𝐹𝑎𝑚𝑚𝑒 𝑠𝑡𝑎 𝑐𝑢 𝑡𝑡𝑒.

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Dall'ultima volta che Ciro mi aveva promesso che io ero l'unica erano passate alcune settimane. La nostra storia stava continuando abbastanza bene e che ci frequentavamo lo sapevano solo poche persone ovvero solo Mary e Rosy. Non me la sentivo ancora di dirlo ai ragazzi anche se qualcosa l'avevano capito sicuramente, soprattutto Edoardo che non faceva altro che riempirmi di domande sul perché fossi così riservata in quel periodo.

La scuola era iniziata da qualche giorno. L'ultimo anno per me era iniziato e finalmente avrei concluso gli studi dato che non avevo voglia di continuare con l'università, avrei preso qualche corso privato perché il mio sogno era di aprire una struttura per i bambini. Qui alla Sanità non si trova niente per accoglierli, soprattutto quelli in difficoltà, e io volevo mettere tutta me stessa per aiutarli.

Passate le 6 ore di lezione, al suono della campanella uscii dalla classe e mi diressi in cortile. Tornavo sempre a casa in circumvesuviana perché la mia scuola era in un paese vicino.
Una volta fuori, alzai lo sguardo ed i miei occhi si illuminarono quando videro Ciro appoggiato alla sua Audi bianca. Aveva gli occhiali da sole, una maglietta bianca e un jeans chiaro strappato. La mia mente pensava solo a quanto fosse bello.
"Ma che ci fai qua?" risi felice "come che ci faccio? Non posso venire a prendere la mia ragazza a scuola?" si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia per evitare di avere troppi occhi addosso "ah si, la tua ragazza? E vabbè se la metti così allora guido io!" presi le chiavi dalle sue mani e mi misi al volante. Stavo frequentando le lezioni di scuola guida, avevo solo il foglio rosa ma non ancora la patente ma nel luogo in cui vivevamo non era per niente un limite.
"Dove andiamo?" misi in moto la macchina che adoravo e avevo già reso quasi mia dato che aveva al suo interno alcuni miei oggetti. "Andiamo a mangiare una pizza nel quartiere" acconsentii e mi diressi verso una delle pizzerie nella Sanità. "Che hai fatto a scuola?" mi chiese Ciro "niente di che, abbiamo parlato del futuro. Un po' mi spaventa perché non voglio diventare grande ma devo. Ho in mente di aprire un associazione per i bambini del nostro quartiere e sarà sicuramente bellissimo" risposi felice al ragazzo "tieni un cuore grande cor mij. Io ci sarò sempre e appoggerò qualsiasi tua scelta. Il tuo futuro è anche il mio" accarezzò la mia mano che era appoggiata al cambio e girò l'anello che mi aveva regalato al mio compleanno. "Te scetat romantico stamattina" risi "non sei andato a lavoro?" continuai "no, papà mi ha dato la giornata libera. Ha detto che non teneva impegni e mo sto qua con te, tutta la giornata" sentii il suo sguardo su di me e subito diventai rossa. Ciro lavorava con il padre e da quel che so dirigevano una concessionaria ma in giro si diceva anche che oltre questo il padre di Ciro, Salvatore Ricci, girava qualche commercio illecito ma non mi sarei mai permessa di chiedere più informazioni su questa situazione.

"Mamma mia Ciro, sto piena basta!" dissi posando le posate all'interno del piatto "non ti sei mangiata nemmeno tutta la pizza" rispose irritato Ciro e come risposta alzai le spalle.
Uscimmo dalla pizzeria e questa volta mi misi al lato del passeggero "posso fumare?" chiesi a Ciro anche se sapevo già la risposta "nun te permettr Rebe', non si fuma nella mia macchina" disse serio "ma tengo l'Iquos" l'accesi e cominciai a fare qualche tiro "e ch c tien piccrè" sbuffò il ragazzo.
Il mio cellulare squillava, sicuramente era Edo e infatti rispose Ciro al mio posto "ua Edoà stai semp miezz" disse ironicamente "venite in villa" sentii dire dall'altro lato del telefono e Ciro staccò "che dici glielo dobbiamo dire a Edoardo?" chiesi confusa "si amo ma che motivo abbiamo di nasconderci. Allor non hai capito che mo l'unica cosa che conta per me sei tu. Famme sta cu tte Rebe', è l'unica cosa che voglio e da oggi in poi lo grido al mondo che amo solo te" mi disse guardandomi negli occhi e in un attimo il cuore perse mille battiti e fece qualche giravolta "tu me faije murì" felice lo abbracciai come potevo, visto che stava guidando, mentre ci dirigevamo dai nostri amici in villa.

𝐶𝑎𝑡𝑒𝑛𝑎 - 𝗖.𝗥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora