𝐴𝑙𝑚𝑒𝑛𝑜 𝑐𝑒 𝑠𝑡𝑎𝑗𝑒 𝑡𝑢.

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Era passata una settimana quasi e avevo ignorato Ciro per tutto il tempo. Non avevo risposto alle chiamate, ai messaggi e cercavo di non scendere per non incontrarlo.
In quella settimana indagai molto ma non riuscii comunque a scoprire nulla. Cercai di mettermi in contatto anche con Francesco ma sembrava essere sparito anche lui, che strano pensai.. come mai sparivano tutti cosí all'improvviso?

Quella sera decisi di scendere, non potendo fare altrimenti per tutti gli assilli delle mie amiche e anche dei ragazzi. Edoardo sapeva qualcosa ma non voleva parlare.
Questa situazione mi stava mandando fuori di testa.
"Becca sembri proprio uno zucchero filato stasera" mi prese in giro Totò per il mio outfit. Avevo indossato un maglioncino rosa chiaro con delle sfumature bianche che in effetti riportava alla mente proprio quel dolce e lo avevo infilato in una mini gonna di pelle "e tu sembri una carota" scherzai controbattendo io.
Ciro non era sceso o per lo meno non lo avevo ancora incontrato "Edo ma Ciro?" mi sedetti insieme al ragazzo al tavolo di uno dei locali che frequentavamo di solito "arriva a momenti, ha fatto tardi a lavoro" mi rispose e infatti dopo qualche minuto entrò dalla porta, mi incantai a guardarlo. Era raro i momenti in cui indossava camice ma quando lo faceva sembrava un angelo sceso dal paradiso, peccato dai suoi occhi che dicevano l'incontrario e lo rendevano così duro.
"Maro Marià vedi chi é entrato. Comm é bell" sentii schiamazzare al tavolo dietro di noi, mi girai e lanciai uno sguardo infuocato a chi probabilmente aveva detto quell'affermazione "lo puoi solo guardare" sussurrai non facendomi sentire da nessuno, a parte Edoardo che era attaccato a me per il tavolo troppo stretto infatti rise di gusto "perché ridi?" chiese la mia amica Mary e fulminai con lo sguardo il ragazzo, giurai di picchiarlo davanti a tutti se avesse parlato "no niente Rebecca ha dett.." iniziò a parlare ma gli calpestai il piede sotto al tavolo per farlo zittire "no niente, ho fatto una battuta" dissi ingoiando velocemente quel liquido all'interno del bicchiere, tossì d'istinto per il troppo bruciare che sentivo alla gola "piano Rebbe'' sentii pronunciare il mio nome da quella voce e mille brividi mi percorsero il corpo e per la prima volta quella sera i nostri occhi si incrociarono, amavo quel contatto visivo ma, orgogliosa com'ero, non gliel'avrei mai data vinta. "Ja uagliù ma che é stasera, nisciun parl.." iniziò il discorso Pino "..jamm a Mergellina" disse euforico per la sua proposta "ma noi stiamo a piedi" affermò Rosy ed io annuii "e quindi? Ci dividiamo in 2 macchine" rispose Totò. Sentivo ancora lo sguardo di Ciro incendiarmi il corpo, ero sicurissima mi stesse scrutando per la gonna che avevo "io vado con Edo" dissi avvicinandomi alla sua macchina "no tu vien cù me" mi trascinó di forza con il braccio e mi spinse sul sedile "maronn Ciro nun te support" urlai scocciata "nemmeno io.." replicò "..chi cazz tadda guardà cù sta gonna?" mi infastidiva molto quel suo atteggiamento "ti interessa?" chiesi "è normale. Si a nammurara mia. Nessuno ti deve guardare perché li uccido come ho fatto.." spalancai gli occhi e lo guardai "che volevi dire?" azzardai a dire balbettando "no nient mi ero perso nel discorso" disse serio guardando la strada davanti a sé.
Come aveva fatto cosa? Ciro aveva ucciso qualcuno? Impossibile, sembrava un duro ma era una delle persone più dolci che conoscevo. E allora perché mi aveva detto quella cosa? Gli sarà uscita involontariamente? Mille dubbi e mille pensieri, volevo solo tornare a casa in quel momento ma sentivo che, purtroppo, la serata non era finita lí.

POV CIRO
"Maronn Ciro sij proprij scem" mi diede un colpo dietro la nuca il mio amico "che cazzo fai? Ti stavi facendo sgamare come un cretino!" continuó a dire a denti stretti mentre gli altri camminavano un po' più avanti di noi.
Stasera Napoli era magica ma la trovavo comunque cupa e triste, un pò come me.
Mi ero stancato di tenermi tutto dentro, dovevo dirlo, soprattutto a Rebecca.
Ho ucciso Francesco una settimana fa e nemmeno i genitori sapevano chi fosse stato a decidere per la vita del figlio. Dovevo dirlo perché era un peso più grande di me.
"Edoá lo devo dire" mi lasciai andare anche alle lacrime "non ce la faccio più. Ogni sera torno a casa, appoggio la testa sul cuscino e mi riviene in mente quella scena. L'ho ucciso Edoá. Ho visto il suo sangue uscire dal petto e mi sono sentito una persona orribile. Perché la mia vita fa così schifo? Francesco nun m'aev tradí. Per colpa di questo sistema di merda ho ucciso il mio migliore amico." piansi e mi sfogai sulla spalla del mio amico. Ne avevo bisogno.

POV REBECCA.
Ho ucciso il mio migliore amico.
Avevo sentito bene? Mi chiedevo in quell'arco di secondi in cui il mio cervello stava metabolizzando quella frase che Ciro aveva appena detto.
D'un tratto il vuoto, sentivo solo le urla lontane delle mie amiche ma non riuscivo a vedere nulla.
Ciro ha ucciso Francesco, il suo migliore amico. Era questo il motivo del suo carattere strano in quella settimana.
Non riuscivo a crederci, sembrava che il mondo mi fosse caduto addosso.
Le lacrime scendevano veloci sul mio volto e in quel momento riuscii solo a correre. Volevo correre ed andare via. Non volevo vedere più nulla. Avevo visto e sentito abbastanza.
"Rebecca dove vai.." urló disperata Mary "..Ciro per favore raggiungila" potetti sentire urlare il mio nome svariate volte da quella voce che d'un tratto mi faceva paura, mi provocava ribrezzo, timore e forse quasi schifo.
"Fermt Rebbe" mi tiró a sé l'ultima persona che volevo vedere "lascm. Lievm sti man sporc a cuoll" cercai di dimenarmi ma mi teneva troppo stretta "shh, shhh" provava a tranquillizzarmi ma il suo sussurro mi provocava nausea "mi devi lasciare stare Ciro" urlai mentre mi portava in disparte dietro un vicoletto di Napoli "me fai schifo" sputai quelle parole "ma che cazz ric Rebbè? Staij mbriac?" mi spintonó "ho sentito tutto di quello che hai detto a Edoardo. Non ci credo Ciro. Non ti facevo così. Non ci credo" continuavo a ripetere la stessa frase e piano piano mi lasciai scivolare con la schiena a terra "perché lo hai fatto? Che motivo avevi? Non è questo il Ciro che conosco io" delle lacrime rigavano il suo volto dove si poteva leggere delusione, tristezza, malinconia, rabbia.. il suo viso era un mix di emozioni, quelle che non aveva mai fatto notare in quella settimana e le stava cacciando proprio in quell'istante. "Non lo volevo fare core mij, to giur.." pianse più forte e si accasciò a terra. Nonostante la mia rabbia in quel momento vederlo stare così mi lacerava il cuore, mi alzai e mi avvicinai "dai alzati" lo presi piano dalle spalle e lo feci alzare mettendolo appoggiato al muro "mi ha tradito.." cominció a raccontarmi tutta la storia, non facendosi scappare nessun particolare, purtroppo quella era la sua vita e l'avrei dovuto capire fin da subito "..ho abbracciato forte il suo corpo. Ho ancora il suo profumo e la puzza del suo sangue sotto al naso. Dopo avergli sparato ho giurato che sarebbe restato per sempre parte di me e lo sarà, per il resto della mia vita." terminò di parlare ed io ero una valle di lacrime, d'istinto lo abbracciai forte. Non lo giustificavo ma non ebbe altra scelta se non quella di rovinarsi la vita per onorare la sua famiglia.

Questa era una delle realtà di Napoli.
Così bella ma anche così sofferente. Nascondeva delle lacune e solo chi la viveva a pieno sapeva cosa significasse.
Decisi di non abbandonare Ciro proprio nel momento in cui aveva più bisogno di me. Amavo quel ragazzo dall'anima nera e lo avrei accettato nonostante i mille difetti. Al costo di mettermi contro tutto il mondo.
"Non ti lascerò mai solo, lotterò sempre con te e per te. Ti amo Ciro ed è per questo che camminerò a fianco a te sempre a testa alta, nonostante tutto" lo presi il viso tra le mani e accarezzai quelle lacrime che ricadevano ancora sul volto "almeno ce staje tu vicino a me cor mij e credimi che non ho bisogno di nient'altro perché bast che teng a te, sempre."
Ci baciammo dietro quel vicoletto di quella meravigliosa città promettendoci ancora che qualsiasi sia la situazione saremmo restati legati come una catena.

𝓢𝓹𝓪𝔃𝓲𝓸 𝓪𝓾𝓽𝓻𝓲𝓬𝓮.
Ho pianto per l'emozione che mi ha lasciato questo capitolo. Ho immaginato Ciro e Rebecca asciugarsi le lacrime a vicenda.
É stato molto toccante scrivere questa parte..❣️

𝐶𝑎𝑡𝑒𝑛𝑎 - 𝗖.𝗥Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora