Il sole era forte e caldo quella mattina a Napoli, avevo voglia di prendere un po' di sole e di godermi quella giornata estiva. Volevo passare qualche ora da sola, la mente girovagava nei pensieri ma si focalizzava sempre su un punto principale: Ciro. Mi irritava pensarlo per le parole che aveva usato la sera precedente ma non riuscivo a scacciarlo via dai miei pensieri, sentivo ancora il suo magnifico profumo, non riuscivo più a togliermelo dalla testa.
Avevo parlato al telefono con le mie amiche di quello che era successo la sera prima e continuavano a ripetermi "te piace Rebe', ne si proprij innamorat" alla fine mi convinsi che forse un po' mi piaceva e tutto ciò che riuscii a dire loro fu "me piace, me piace però nun cio dic". Era inutile negarlo ancora, provavo qualcosa per quel ragazzo ma non avrei mai fatto sapere niente a nessuno, lo sapevano solo le mie amiche.
Decisi quindi di andare in una delle piscine che c'era nel quartiere, sapevo che era molto affollata ma poco importava, sarei stata poche ore, ne avevo bisogno.
Arrivata mi spogliai, indossavo un semplicissimo costume nero, e mi posizionai sul telo pronta a godermi quel magnifico sole che batteva forte sulla mia pancia. Amavo quella sensazione.
La pace non durò tanto. Si avvicinò a me un ragazzo, non lo conoscevo, ero sicura non fosse del nostro quartiere.
Lo guardai stranita "ti serve qualcosa?" gli chiesi per non essere scortese ma la verità era che avrei voluto dirgli tante parole per farlo andare via e rimanere sola nella mia tranquillità "scusami, ho fatto una scommessa con i miei amici, sono quelli" mi indicò un gruppetto di ragazzi "ho perso e mi hanno costretto a venire da te e presentarmi, piacere Ezio Di Salvo" mi tese la mano e io irrigidii al suono del suo cognome, i Di Salvo era un noto clan di un paese vicino, scontratosi molte volte con qualcuno del nostro quartiere; non sapendo cosa fare in quell'istante ricambiai la stretta "piacere, Rebecca Schiavo. Non sei tanto bravo con le scommesse allora!" dissi per calmare i nervi, almeno i miei perché il ragazzo che mi trovavo affianco era del tutto tranquillo "eh si, ti avevo notata da quando sei entrata e i miei amici mi hanno preso in giro per tutto il tempo" mi rispose, potevo notare in lui un minimo di timidezza per il gesto che fece di alzare il braccio e metterlo dietro la testa. "Non preoccuparti" dissi semplicemente, non volevo andare oltre perché un po' mi intimoriva sapere che ragazzo era e cosa facesse al di fuori di qui "sij propri bell Rebe', non riesco a negarmelo e io sono molto schietto. Dammi il tuo numero, usciamo stasera!" disse convinto il ragazzo che conoscevo appena "ma non ti conosco nemmeno, ti pare che ti vengo a dare il numero mio a te?" al quanto stizzata risposi a tono alla sua richiesta "scusami bambolì, vedo che sei dura. Che bel caratterino che tieni, mi piaci, non ti preoccupa' me ne vado ma non mi arrendo, voglio uscire qualche sera con te e so che ci riuscirò!" alzai gli occhi al cielo senza rispondergli e notai che se ne andò. Il mio intento di passare una mezza giornata tranquilla purtroppo era svanito, decisi quindi di raccogliere le mie cose e tornarmene a casa.
Erano le 5 del pomeriggio, faceva ancora caldo per le strade e sarei dovuta tornare a piedi. Mentre mi incamminavo si affiancò una 500x grigia, l'avrei riconosciuta ovunque, era Edoardo "Becca che fai sola? Ja sali ti accompagniamo noi!" noi? Chi c'era con lui in macchina? Non mi accorsi che dal lato del passeggero c'era chi proprio non volevo vedere e volevo evitare in quell'istante. "No grazie Edo, faccio due passi è megl!" dissi, non volevo stare con Ciro nemmeno per 5 minuti, camminare a piedi non era tanto un problema. Ero ancora ferma vicino alla macchina di Edo perché mi stava convincendo a salire "bambolì ci vediamo in giro, io non mi arrendo" sentii dire dall'altra parte del marciapiede e riconobbi la voce del ragazzo che prima si era presentato in piscina "che cazz c faciv cu chill Rebe'?" incazzato mi rivolse la parola Ciro ed io più incazzata di lui risposi "a chi devo dar conto? A te? A me non sembra" "sagl muovt" disse semplicemente ed io per non replicare più salii nei sedili posteriori furiosa come non mai. Cosa voleva Ciro? Perché si era arrabbiato così tanto? Ma poi come si permetteva ad alzare il tono in questo modo con me? Mi mandava fuori testa il cervello ma probabilmente era proprio questo che mi piaceva di lui."Nun t permett mai chiu' di parlare con quello. Ne buon Rebe', ne buon e nun fa pe te" mi disse con tono più calmo Edoardo. Mi arrabbiai molto, nessuno poteva dirmi quello che dovevo o non dovevo fare "scusate ma cosa avete oggi? Volete vedere come ci esco e non penso proprio a nessuno? Mi avete stancato!" frustata scesi dalla macchina e non salutai nessuno dei due. Nessuno, a parte mio padre, mi ha negato di fare qualcosa nella vita e non mi piaceva il modo in cui i due mi avevano detto quelle cose.
Mi promisi che ci sarei uscita non appena avrei avuto l'occasione, solo per fare un torto ad entrambi. Cosa poteva succedere di così grave, per un'uscita?
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𝐶𝑎𝑡𝑒𝑛𝑎 - 𝗖.𝗥
Fanfic"𝘚𝘦𝘪 𝘭𝘢 𝘮𝘪𝘢 𝘤𝘰𝘯𝘥𝘢𝘯𝘯𝘢 𝘢 𝘷𝘪𝘵𝘢. 𝘐𝘭 𝘮𝘪𝘰 𝘧𝘪𝘯𝘦 𝘱𝘦𝘯𝘢 𝘮𝘢𝘪." Ciro e Rebecca, due vite opposte ma con qualcosa che li accomuna e che li lega dentro come una 𝑐𝑎𝑡𝑒𝑛𝑎. Un amore intrigo, passionale e pericoloso.