CAP.2 LA VILLA

47 7 7
                                    

Dopo che tutti ebbero pagato il conto, e dopo che Declan nascose una mancia nella tasca della cameriera attraente, il gruppo era ora pronto per ripartire. Si divisero, come in precedenza, in due gruppi da 3; Gabrielle e Brandon accompagnati da Declan nella sua Jaguar F-Type Convertibile rossa, e Alyssa e Maya con Cedric.
Arrivati alla prima abitazione proposta da Brandon, parcheggiarono nel giardino di fronte.
«Palazzo più alto non potevi trovarlo? Sai che soffro di vertigini...», constatò Gabrielle.
«Allora evita di affacciarti o sporgerti troppo una volta dentro», Gabrielle si voltò verso Declan con aria irritata, e lui aggiunse: «Così magari ci risparmierai le tue lamentele...».
Declan sapeva di star giocando col fuoco, Gabrielle infatti ha sempre avuto una bassa tolleranza nei suoi confronti; è convinto che ciò derivi da una proibita attrazione, e questo la fa innervosire ancora di più.
«Se ti do così tanto fast...», «Ragazzi basta! Per una volta risparmiate i vostri bisticci ad un'altro momento, ok?», li interruppe Brandon. Seguì un silenzio colpevole e uno scambio di sguardi minacciosi tra i due litiganti, «Beh, si dice che chi tace acconsente. Ora raggiungiamo gli altri al portone».
Una volta che l'ascensore si aprì all'ultimo piano, trovarono il proprietario dinnanzi l'ingresso con la porta spalancata e, in segno di accoglienza, li invitò con il braccio a recarsi all'interno della dimora.
«Ben arrivati, accomodatevi pure! Volete che vi faccia da guida o preferite continuare per conto vostro?», «Per conto nostro va più che bene, grazie», rispose Maya, «Nessun problema, se doveste aver bisogno di informazioni chiedete pure...ah mi raccomando, nell'eventualità in cui dovesse fare al caso vostro, sarete pregati di rimettere tutto al proprio posto al termine del soggiorno», «Certamente».
Il resto dell'ispezione andò a buon fine, non riscontrarono alcun tipo di problema; l'appartamento era spazioso al punto giusto, la vista mozzafiato e avevano persino un bidè, che, date le origini italiane di Maya, era come possedere il Sacro Graal*.
Infine, una volta confrontatisi attorno al banco della cucina, erano ora pronti per l'ultima destinazione. Si avviarono quindi nuovamente verso le automobili e si rimisero in marcia.
Più tardi, raggiunta la cima del Mont Royal, il ragazzo che mostrò l'annuncio sul volantino a Maya si mise davanti al cancello ad aspettarli. Non appena la riconobbe, iniziò ad agitare la mano per salutarla, e lei rispose con il medesimo gesto.
«Come mai tutta questa confidenza, e com'è che è così giovane?», domandò Alyssa a Maya; «Un paio di giorni fa, appena rientrata da Firenze, sono passata davanti scuola per leggere le circolari sui nuovi corsi di teatro che si terranno quest'anno, lì ci siamo incontrati e abbiamo iniziato a chiacchierare. Ho subito notato l'immagine della villa sui suoi volantini e gli ho fatto qualche domanda al riguardo...e niente, mi ha detto che era possibile affittarla per il 27 ma anche che avrei dovuto prendere una decisione il prima possibile, perché anche un'altro gruppo di ragazzi aveva fatto domanda per lo stesso giorno», rispose nel mentre che ammirava le foglie degli arbusti che la circondavano.
«Ben arrivati, entrate pure, o preferite dare un'occhiata prima all'esterno?» esclamò il giovane, «Io direi, già che ci siamo, di guardare prima il cortile, che ne dite?», domandò Cedric; «Certo, cominciamo da fuori», rispose Brandon, «Bene allora, da questa parte...».
Il giovane proprietario li guidò attorno al giardino, mostrandogli prima la piscina e, successivamente, la magnifica vista su l'intera Montreal, che era possibile scorgere tra la boscaglia e il retro della casa.
Al termine del piccolo tour, si spostarono all'interno, nel salotto, e il ragazzo si voltò: «Perdonatemi se doveste trovare strani arnesi sparsi, appartengono ai miei genitori».
«Ah quindi è casa dei tuoi?», domandò Declan; gli altri si guardarono, ebbero infatti il presentimento che avesse appena posto una domanda scomoda.
«Si...due anni fa sono scomparsi».
All'udire di una simile affermazione il resto dei presenti si paralizzò. Il volto del giovane era visibilmente rammaricato, ma ciò che più colpì fu la freddezza delle sue parole, una freddezza tipica di chi, oramai, dopo una lunga e agoniosa sofferenza, ha imparato ad accettare la brutale realtà dei fatti. Poi continuò:
«Sapete erano dei biologi rinomati in tutto il paese, purtroppo però non hanno fatto più ritorno dalla loro ultima missione in Groenlandia»; «Mi dispiace, davvero non...», «Tranquillo», interruppe Declan prima che potesse finire la frase.

BLOOD TASTE - BraccatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora