CAP.3 TANTI AUGURI

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Il sole cominciò a calare; Alyssa si trova nella camera da letto in cima alle scale, dove aiuta Maya a chiudere la zip posteriore del vestito.
«Fattelo dire, sei una supergnocca vestita così», «Io sono una supergnocca sempre»;
«Farò finta di non aver sentito...», «Calma Aly, se non fossi una supergnocca anche tu non saremmo mai potute essere amiche, ahahah!», «Come darti torto, ahahah! Ti adoro lo sai?», «Modestamente, non posso biasimarti...ok adesso forse sto esagerando», «Naah, un po' di sano narcisismo il giorno del tuo compleanno è più che legittimo».
*Din Don!
«Oddio sono già qui??», domandò Maya agitandosi, non era ancora pronta dopotutto; il suo lungo vestito verde foresta ricoperto di brillantini e con ampia scollatura sul retro di certo era impeccabile, ma ancora doveva sistemare i capelli e finire di truccarsi.

Gabrielle, che sedeva sul letto alle spalle delle due amiche, notò la tensione negli occhi della festeggiata attraverso il riflesso sullo specchio, così decise di farsi avanti e poggiò la mano destra sulla maniglia della porta, «Tranquilla, vado io ad aprire. Intanto li faccio sistemare nel salotto...».

Scese quindi al piano inferiore e invitò i due ragazzi ad accomodarsi; erano Cedric e Lucien.
Gabrielle era al corrente del nuovo arrivato, anche se non condivideva l'opinione che Ced aveva espresso di lui. È una ragazza molto raffinata, i suoi genitori hanno fatto sì che crescesse con severità e rigore, per questo motivo, persone dalla presenza intensa come la sua, normalmente le evita a prescindere. Non aveva però alcun interesse nel creare del disagio, per questo si limitò a sorridere e ad offrire loro un pasticcino per alleggerire l'attesa.
Aspettò il momento giusto, dopodiché tornò in camera per controllare a che punto fossero le altre.
«Ragazze, Cedric e Lucien sono qui»;
«Oddio, per un'attimo che mi ero dimenticata di...speriamo vada tutto bene...», «Ma che discorsi sono, certo che andrà tutto bene. Maya dobbiamo fidarci di Ced, e poi vuoi veramente mandare a rotoli la serata più importante della tua vita per questa piccolezza?», la rassicurò Alyssa.
«Hai ragione Aly, è più forte di me purtroppo».
Passarono 20 minuti e, a mano a mano, la casa cominciò a riempirsi.
Maya, dopo aver bevuto ben due litri di acqua per compensare lo stomaco vuoto, ebbe un urgente bisogno di andare al bagno, ma la porta era chiusa a chiave e, pochi minuti prima, Alyssa le aveva detto che sarebbe andata a sistemarsi lo smalto; così iniziò a bussare insistentemente: «Aly andiamo! Non credi che la mia vescichella abbia già sopportato abbastanza?!», nessuno rispose, «Aly, andiamo non...», improvvisamente la porta si aprì; Maya aveva lo sguardo orientato all'altezza dell'amica, così da poterla immediatamente incontrare con gli occhi, ma in quel momento, l'unica cosa che le si presentó davanti erano le ampie spalle di un ragazzo.

Alzò quindi il capo per identificarlo, anche se, aveva già temuto di chi si potesse trattare...
«Oh, tu devi essere Maya, non è esattamente come mi sarei immaginato di conoscerti comunque piacere, Lucien»; Maya restò immobile per qualche secondo, era la prima volta che aveva modo di parlare con lui, ma soprattutto di vederlo da così vicino. Il capelli color nocciola erano voluminosi, mossi e di media lunghezza, inoltre, un paio di ciuffi cadevano davanti ai suoi grandi occhi color ghiaccio, e le folte sopracciglia dritte contribuivano a conferire ancora più espressività allo sguardo. Era molto alto, pareva un'angelo spedito dall'inferno, e l' orecchino, le guance scavate e l'accenno di un tatuaggio che sbucava dal colletto della camicia nera, sembravano tutti raccontare una storia.

«Che figura di m...se non altro è originale...scusa non saprei come sdrammatizzare», «Già, sarà difficile da dimenticare...vescichella», al che Maya arrossì un po' per l'imbarazzo e un po' per il modo in cui risuonò nelle sue orecchie la parola da lei precedentemente utilizzata.
«Non l'ho veramente detto...cavolo così è irrecuperabile! Domani sei invitato anche al mio funerale, perché vado a seppellirmi». Lucien si lasciò sfuggire un sorriso:   "È simpatica"    «Adesso entra però, ti ho già trattenuto abbastanza...»

BLOOD TASTE - BraccatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora