CAP.3 TANTI AUGURI

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I giorni passano, ed il compleanno giunge senza esitare.
È mattina in casa Sartori, i calorosi raggi estivi filtrano dalle vetrate illuminando l'ambiente interno, ed il delizioso profumo di torta di mele si espande dal forno al resto della casa, fino ad insinuarsi nelle cavità nasali di Maya; improvvisamente suona la sveglia:
«Noo, è già mattina?», sospirò tra se e se.
"Aaah, quanto darei per poter dormire ancora un po'", pensò nel mentre che infilava i calzini. Dopodiché, seguì il profumo fino ad arrivare in sala da pranzo, dove sua mamma aveva apparecchiato con posate in argento e decorato il centrotavola con orchidee di vari colori, i fiori prediletti da Maya dopo il loto.
Ad un certo punto una mano le si poggiò sulla spalla:
«La mia diciottenne si è finalmente alzata...come ti senti?», domandò sua madre con occhi lucidi per la commozione ed un sorriso rassicurante, «Beh sarei scontata a dire che mi sento esattamente come tutti gli altri giorni, perciò, per darti una risposta, diciamo che mi sento esattamente come tutti gli altri giorni», «Sei sempre la solita...», «Sai com'è, in fin dei conti credo che sia difficile cambiare da un giorno all'altro», al che sua madre tirò un'occhiata al soffitto e rispose: «Touché».
Scherzi a parte, Maya era davvero molto entusiasta per la sorpresa che le aveva preparato, mancava ancora qualcosa però.
«Mamma, babbo* ti ha detto quando sarebbe arrivato?», «Tecnicamente sarebbe già dovuto essere qui, diamogli tempo però, la strada per lui è lunga».
I suoi genitori divorziarono quando aveva quasi sei anni ma inizialmente non ci furono grossi cambiamenti; riusciva comunque a stare con il padre ogni fine settimana, senza avvertire particolari mancanze.
Quando però, cinque anni più tardi, sua madre decise di trasferirsi dall'Italia a Montreal, dove le era stato offerto un nuovo posto di lavoro come impiegata per una multinazionale, dato che Maya era in suo affidamento, la seguì.
I primi tempi furono molto duri; Maya trovò tremendamente difficile ambientarsi in un mondo totalmente diverso dal suo, costretta oramai a vedere il padre, ed il resto della famiglia, solamente per le ferie, e dove non aveva più nessun amico, fatta eccezione di Alyssa che, a differenza degli altri coetanei che la deridevano, e per una serie di motivi mai specificati, la trovò interessante sin dal loro primo incontro. Fortunatamente la sua forza d'animo ha fatto sì che proseguisse per la sua strada, e in poco tempo conobbe anche Cedric, Gabrielle e così via dicendo fino ad oggi.
Finita la colazione, Maya si alzò e iniziò a sparecchiare, dopodiché si diresse verso il lavello per pulire il piatto dal quale aveva mangiato e ringraziò la madre per i fiori e la torta.
Tornò poi nuovamente in camera e iniziò a prepararsi per andare a decorare la villa assieme a Gabrielle e Alyssa, ma, non appena mise piede fuori casa, notò l'auto del padre parcheggiata lì di fronte.
«Babbo!! Ce l'hai fatta finalmente!» gridò, dopodiché fece una breve corsetta per andargli incontro.
«Pulce scusa, ho fatto il possibile per arrivare in tempo...», «Non scusarti, sappiamo entrambi quanto disti Firenze da qui ahahah».
«Senti, tua madre è in casa?», «Si, ti sta aspettando», «Perfetto, andiamo allora, così ne approfitto per darti il regalo», «A dire il vero sono di fretta, devo andare ad allestire la villa con le altre», «Ah, capisco. Vorrà dire che te lo darò adesso...»; infilò la mano sinistra nel taschino della giacca ed estrasse una piccola scatolina argentata con un nastro dorato che l'avvolgeva.
«Ha l'aria di essere delicato», osservò incuriosita, «Lo è, prenditene cura...», «Lo farò, grazie babbo»; i due si abbracciarono per qualche secondo, Maya è sempre stata molto legata a suo padre, è il suo mentore e il modello di persona al quale aspira. Sin da quando era bambina lo ha sempre seguito in qualsiasi cosa facesse, osservandolo e analizzandolo, anche morbosamente.
Infine, dopo aver chiamato un'uber, scese in prossimità di una salita, dove scorse in lontananza le due amiche in attesa del suo arrivo, e, non appena Alyssa incontrò il suo sguardo, gridò: «Allora Wonder Woman, DIAMO IL VIA A QUESTA BENEDETTA FESTA O NO?!»

*Babbo= Padre in toscano.

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