❁ 𝐎𝐧𝐞𝐬𝐡𝐨𝐭 𝐚 𝐫𝐢𝐜𝐡𝐢𝐞𝐬𝐭𝐚 ❁

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Ospedale

nunziabari

POV Y/N

Fermai il motore della macchina subito dopo averla parcheggiata. Tolsi la chiave dal cruscotto e allungai il braccio nel sedile opposto per recuperare la borsa.
Scesi dal veicolo e sospirai nervosamente.

Era una bella mattina con il sole a fare da protagonista nell'immenso cielo azzurro, privo di nuvole. L'aria primaverile mi colpì il viso e in qualche modo fece scivolare un minimo l'agitazione che sentivo.

Un minimo, perché il battito del cuore era velocizzato e non aveva intenzione di rallentare.

Mi incaminai verso l'enorme edificio bianco e superai le porte scorrevoli, andando incontro a una donna seduta davanti a un grande bancone, diviso da una vetrata.

«Salve, come posso aiutarla?» mi chiese quando si accorse della mia figura. Le dissi che cercavo lo studio del Dottor Kim e lei mi rispose dandomi le indicazioni per arrivarci.
L'ansia iniziò a farsi più intensa e sentii un groppo difficile da ingoiare all'interno della gola.

Mi diressi verso l'ascensore facendo ticchettare sul pavimento i tacchi neri. Schiacciai il bottone e aspettai pochi secondi prima di vedere la scatoletta di metallo aprirsi. Entrai da sola, visto che i corridoi erano parzialmente vuoti se non per qualche infermiere con la divisa che girovagava di qua e di là.

Il terzo piano era la mia destinazione.

Era da una settimana che avevo prefissato una visita dal Dottor Kim: un ginecologo giovane e bello, come me lo aveva descritto la mia amica Seo-yun.
Ero abbastanza nervosa e non sapevo a cosa stessi andando incontro perché era la mia primissima visita ginecologica.
Non avevo mai avuto problemi riguardo le mestruazioni e queste cose, ma sempre Seo-yun mi aveva consigliato di fare una visita di controllo, giusto per assicurarsi che tutto stesse andando per il meglio.

Ero visibilmente nervosa, agitata, confusa, battevo ripetutamente il tacco per terra. Capì perché i piani di sotto erano deserti: il terzo piano era pieno di persone che facevano avanti e indietro. Chi rimaneva seduto in sala d'attesa, infermieri e dottori che chiamavano dagli studi, chi fermo alle macchinette mentre aspettava che la bevanda calda fosse pronta e chi più ne ha più ne metta.

Presi un respiro profondo nel vano tentativo di calmarmi e uscì dall'ascensore, recandomi nella sala d'attesa. Era una piccola stanza dai muri bianchi e spogli, disposte a file c'erano le sedie in plastica blu, nelle quali vi erano sedute solo ed esclusivamente donne. Sembravo una delle poche ragazze giovani qua dentro, quando entrai infatti tutte si girarono verso di me con volti sorpresi.

Riuscì a sedermi in un posto libero, vicino a una signora che avrà avuto minimo trenta anni. Mi guardò male ma non ci feci caso, mantenevo lo sguardo fisso sulle piastrelle liscie dell'ospedale.

Eravamo qui tutte per lo stesso motivo ma ero l'unica a sentirmi fuori posto. Ero una ragazza di 20 anni, era così strano vederla in posti del genere?
Pensavo di no, insomma, ci sono ancora questi tabù?

Riuscì a smorzare l'attesa e la noia messaggiando con Seo-yun, dicendole dove caspita mi avesse mandata, fino a quando non arrivò il mio turno. Era passata un'ora schifosamente noiosa e la stanza era del tutto vuota: erano rimaste sole due donne.

Posai il cellulare al suo posto e mi alzai dalla sedia, mi tremolarono le gambe e provai in tutti i modi a non mostrarlo. Il tragitto fino alla porta, dove era citato Studio Dottor Kim, mi sembrò infinito ma quando arrivai a pochi centimetri da essa l'ansia si fece risentire.
Bussai tre volte e ottenuto un «Prego» da una voce profonda e dal tono gentile, entrai richiudendomela alle spalle.

𝕋𝕪𝕡𝕖 𝕠𝕗... #BᴛsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora