Occhi Di Ghiaccio

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- Beethoven moonlight  presto agitato - 

Dopo l'incontro con Damon mi sentivo un turbinio di emozioni. Totalmente ingestibili. Sicuramente aveva innescato in me qualcosa di intenso, inaspettato, qualcosa che non sapevo controllare minimamente. Agitavo le mani sul piano, quasi con rabbia, per quelle sensazioni provate. Mi sentivo anche un po' in colpa per desiderare quelle mani. Le sue mani su di me. E il suo sguardo...il suo sguardo è una di quelle cose che non dimentichi, neanche se fossi diventata cieca, sorda, muta o completamente folle avrei potuto farlo. Erano entrati dentro di me con una furia inaudita, e avevano distrutto tutto quello di cui credevo. Se mi sentivo così già con uno sguardo, come potevo pensare di interagire con lui? Mi accanivo contro il piano senza volerlo, era l'unico che in quel momento poteva darmi un po' di sollievo. Premevo sui tasti quasi a volerli distruggere, ero intrappolata in pensieri così peccaminosi da fare arrossire anche la più disinibita tra le donne. Cosa mi stava succedendo? Il mio respiro si fece corto, sentii la mia gola stringersi piano piano, stavo quasi per svenire. Quando all'improvviso sentii la mano di Matt appoggiarsi sulla mia spalla. Sobbalzai dallo spavento, schiacciando i tasti del piano alla rinfusa.

- Scusami Elena...non volevo spaventarti... - disse Matt guardandomi dispiaciuto

Lo guardai come se fossi appena caduta da una nuvola, e non mi ricordassi più dove mi trovassi. 

- Matt...io... è colpa mia...ero completamente immersa nei miei pensieri...- cercai di sorridere, ma avevo il cuore in gola

- Volevo solo ricordarti che stasera c'è Lakmé al teatro Astoria...e dobbiamo essere lì per le 20... - rispose Matt con un filo di voce, come a non volermi spaventare ulteriormente

- Oh santo cielo!! L'avevo completamente dimenticato!! Sarò pronta in 10 minuti promesso!! - risposi alzando i capelli  con un elastico e infilandomi dentro il bagno

In meno di 20 minuti fui pronta, per l'occasione molto formale indossai un tubino nero senza spalline accompagnato da un coprispalle ricamato in pizzo, tacchi a spillo, capelli raccolti in uno chignon e un filo di trucco con un rossetto rosso acceso. Capitava molto spesso, che gli altri teatri della città per farsi pubblicità ci invitassero ad assistere alle loro rappresentazioni, e poi noi ricambiavamo il favore. Matt ogni volta, preferiva prendere un taxi per questo tipo di occasioni, così da non dover cercare parcheggio, infatti il nostro taxi si fermò in leggero ritardo davanti al teatro Astoria, il più grande di tutta New Orleans.

Una folla si era formata davanti all'entrata, molti volti noti ed illustri si erano fermati a scambiare quattro chiacchiere o a fumare una sigaretta prima di entrare. Cercammo di entrare senza disturbare nessuno, facendoci spazio tra di loro, fino a che ci ritrovammo nella Hall, Matt mi guardò con aria soddisfatta e divertita per aver arginato la montagna umana. Ricambiai il sorriso spostando una ciocca di capelli che si era appoggiata sul suo sopracciglio.

Ogni tanto pensavo a noi come se fossimo gli stessi di cinque anni addietro...

- Elena! Finalmente! - si palesò davanti a noi Caroline prendendomi per le braccia, insieme a lei Klaus. Klaus era il componente di una delle famiglie più ricche di New Orleans, e sua sorella era la famosa Rebekah Mikaelson il soprano che avremmo ascoltato quella sera.

- Scusateci tanto ragazzi, è colpa mia...ho fatto un po' tardi...- cercando di nascondere lo sguardo

- Ok ragazzi, perché non andate a ritirare i biglietti? - propose Caroline ai nostri accompagnatori che si allontanarono subito - Allora, si può sapere che hai? Sembra che tu abbia visto un fantasma! - cercando di portarmi vicino ad uno dei divanetti vicino alla Hall

- Non ho niente Caroline, e che... - non ebbi neanche il tempo di finire la frase che ci ritrovammo Damon e Alaric davanti a noi

Lui era stupendo, fasciato in uno smoking nero mi fissava trafiggendo la mia anima esposta. Rimasi ad osservarlo non so per quando tempo, pensandoci avvinghiati in un bacio appassionato.

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