Verità Nascoste

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Who i want to be - David Arnold, Michael Price

( Elena) 

Quando scesi giù con il taglio nuovo restarono tutti a bocca aperta, nessuno si aspettava tale cambiamento. In realtà neanche io, ma era stato benefico, quasi terapeutico. Matt rimase a guardarmi incredulo, e quasi dispiaciuto. Sapeva che i miei capelli erano stati sempre importanti per me. Accennai un sorriso di circostanza e lo lasciai con i suoi amici. Dopo lo shock iniziale, tutti continuarono a divertirsi fino a notte fonda.

Arrivati in camera da letto mi avvicinai alla toilette per togliere la fede, dopo averla guardata per qualche secondo, il flashback del giorno del matrimonio mi invase. Io e Matt felici usciamo dalla chiesa, e sotto una pioggia di riso stringo il suo viso tra le mie mani affondando le mie labbra sulle sue. Come era cambiato tutto così in fretta, quell'amore che sembrava con la A maiuscola si era trasformato negli anni  in un surrogato. All'improvviso sentii le sue braccia avvolgere la mia vita appoggiando il mento sulla mia spalla, guardai la sua immagine riflessa sullo specchio e i nostri occhi si incontrarono.

- So che sei malinconica...non pretendo di sapere il perché...ma è da quando ho aperto gli occhi in ospedale che sei... così..diversa...pensavo che fosse il fatto che io fossi ricoverato...o c'è qualcos'altro? -  chiese guardando la mia immagine riflessa

- No io...non c'è niente che non và...- risposi sorridendo, un sorriso difficile da far uscire

Ricambiò il sorriso, e avvicinandosi al mio collo cominciò a baciarlo. Le sue mani, lentamente si avvicinarono al mio seno.

Sbarrai gli occhi, lo guardai attraverso lo specchio impietrita. All'improvviso quel contatto mi fece stare male, io non volevo le sue mani su di me...non le tolleravo. Chiusi gli occhi come per cercare la forza che non avevo

- Elena...ho aspettato tanto questo momento...- sentivo la sua erezione dietro di me e mi mancò il respiro

- Matt..io..no..non mi sento molto bene...- cercai di dissuaderlo, non volevo regalare quel pezzo di me a Matt. Non dopo averlo donato a Damon

- Magari, questo è quello che ci vuole per farti stare meglio...- mi strinse a sé ansimando continuando a baciarmi

Sapevo a cosa andavo incontro se decidevo di stare con lui. Sapevo che sarebbe successo, e lui non aveva tutti i torti. Ero sua moglie, e mi desiderava, ma io non avevo il coraggio di toccarlo, non volevo che lui mi toccasse, che mi toccasse dove era stato Damon. Il dolce ricordo di Damon  si impadroní di me. Iniziai a sentirmi male veramente, lo stomaco iniziò a farmi male, accompagnato da conati di vomito. Riuscì a svincolarmi dalla sua presa e correre in bagno. Vomitai quel poco che avevo assaggiato durante la festa, sotto i suoi occhi attoniti.

Mi appoggiai al muro adiacente, aspettando che la nausea passasse. Nel frattempo Matt aveva preso la mia giacca da camera e poggiandola sulle mie spalle  si sedette su uno sgabello vicino a me.

- Se vuoi andiamo in ospedale...- continuava a ripetermi muovendo freneticamente le ginocchia

- No.. Matt non ti preoccupare..credo che sia stato qualcosa che ho mangiato stasera...e poi và già meglio...- risposi sforzandomi di sorridere ma volevo solo morire

Mi alzai e con Matt alla mia destra tornammo in camera. Mi aiutò ad entrare a letto e caddi in un sonno profondo. Ero davvero stanca, la giornata era sta veramente pesante. Ed ero solo l'inizio del mio calvario. L'indomani sotto lo sguardo di disapprovazione di Matt, andai a teatro. Volevo suonare, e sentirmi bene.

Appena arrivata incontrai subito Caroline nel corridoio

- Buongiorno Elena, come stai oggi? - disse guardandomi preoccupata

Sognando L'AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora