Orizzonte

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Tennessee - Hans Zimmer

Con ancora il cuore in gola presi immediatamente il primo taxi disponibile. Caroline aveva cercato in tutti i modi di farmi cambiare idea, ma io ero irremovibile, volevo vederlo ad ogni costo, anche alle quattro del mattino. Entrai correndo per il lungo corridoio del reparto fino ad arrivare davanti alla sua porta. 

Mi fermai all'entrata col magone. Lui era lì con il viso appoggiato sul cuscino e mi guardava con i suoi occhi da bambino spaurito. All'improvviso ebbi una stretta al cuore, vederlo così mi faceva tremendamente male, mi mancò letteralmente il fiato. Cercai di trovare la forza, e mi avvicinai lentamente a lui cercando di non sgretolarmi come un castello di sabbia ad ogni passo

- Damon...- 

- Amore mio...- 

- Damon...- continuai la mia camminata verso si lui iniziando a piangere singhiozzando. Volevo trattenere quella voglia di scoppiare in un pianto disperato, volevo farlo per lui

- Amore non piangere...sto bene...- rispose abbozzando un sorriso
 
- Damon...- Sfiorai la sua mano che aveva alzato piano verso di me intrecciandola delicatamente con la mia. Il calore della sua pelle riscaldò la mia con un dolce tepore. Mi lasciai cadere davanti a lui appoggiandomi al suo petto. Fu in quel momento che le lacrime si fecero sempre più prepotenti ed iniziarono ad uscire come un fiume in piena. Sentii la sua mano sfiorare i miei capelli come a volermi rassicurare

- Pensavi ti saresti liberata di me così facilmente? - disse con tono scherzoso

- Oh Damon! - mi avvicinai velocemente abbracciandolo sfiorando la mia guancia con la sua - Non avrei mai potuto vivere senza di te...non avremmo mai potuto...- risposi incrociando il suo sguardo che malgrado tutto si era successo. I suoi occhi azzurri erano l'unico posto dove mi perdevo sempre.

Mi avvicinai delicatamente a lui poggiando dolcemente le mie labbra sulle sue accarezzandogli il viso dove era cresciuta una leggera barbetta. Quel bacio mi restui il respiro che avevo preso per tutto quel tempo, e il mio cuore tornò a battere forte solo per lui. 

- Ti amo Damon...- 

- Ti amo anch'io Elena...- rispose sfiorandomi il viso con le nocche della mano destra.
La strinsi forte a me in una dolce morsa. Adesso niente e nessuno ci avrebbe più separato

- Signora, adesso è meglio che lei vada via. Il paziente si è appena svegliato da un coma, dovrebbe riposare...- si palesò davanti a noi l'infermiere di turno con voce autoritaria

Annuì con il capo e dandogli un altro bacio a stampo accarezzandogli il mento, mi alzai e mi allontanai uscendo dalla stanza.
Appena uscita fuori nel lungo corridoio  portai le braccia al petto stringendo forte, come a volermi dare coraggio. Dovevo essere coraggiosa, lui aveva bisogno di me.

- Signora Donovan? - 

- La prego, non mi chiami in quel modo...- risposi senza neanche voltarmi

- La prego di volermi scusare, ma volevo sincerarmi che fosse davvero lei. Quando l'ho vista arrivare in ambulanza con mio figlio dopo l'incidente, mi era sembrata una faccia familiare...e a quanto pare non mi sono sbagliato. Quindi lei è l'ultima conquista di mio figlio...- 

- Io non sono una conquista! - mi girai di scatto guardandolo dritto negli occhi. Quegli occhi azzurri che erano identici a quelli di Damon

- Mi rincresce avvisarla che mio figlio non è il tipo di uomo per lei...- 

- Lei non ha il diritto di parlare così! Lei non conosce Damon! - 

- Vedo invece che lei lo conosce bene, dato che il figlio che aspetta è mio nipote...dico bene? - 

Sognando L'AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora