Amari Ricordi

205 40 18
                                    

Intuition - Dan Levy

Vederlo lì in quella stanza da solo, lontano da me mi rubava il fiato. Non potevo ancora credere che lui avrebbe pagato il prezzo più alto, quel prezzo che dovevo pagare solo io. Le macchine che misuravano i suoi parametri con il loro suono ritmico e incessante, scandivano la sua vita e la mia stringendo il mio petto facendomi mancare l'aria. Avrei tanto voluto entrare e abbracciarlo, fargli sentire la mia presenza, fargli sentire il mio cuore. Sfiorai il vetro gelido che ci separava, gelido come tutto intorno a me. I toni del grigio ormai erano ovunque, mi circondavano trascinandomi in un vortice di angoscia. Ricordavo tutto di quella sera infernale, la paura e il suo sguardo pietrificato. Non riuscivo a togliermi dalla testa i suoi occhi impauriti mentre cercava invano di sfuggire al nostro amaro destino. Tutto mi riportava ai suoi occhi. Tutto mi portava a quella maledetta commozione celebrale che lo aveva allontanato da me. I miei pensieri furono interrotti da una voce che mi chiamava.

- Elena sei pronta? - 

- In realtà no...non voglio lasciarlo...-  affermai non spostando il mio sguardo da lui

- So cosa provi, ma non poi rimanere qui nelle tue condizioni...pensa anche al bambino...- 

- Infatti è per lui che vengo da te, altrimenti non l'avrei mai lasciato...- dissi guardandola in segno di gratitudine

- Tornerai domani... - rispose accarezzandomi il braccio destro

- Grazie Caroline per il tuo sostegno...- dissi con un filo di voce guardando nuovamente verso Damon

Mi allontanai sfiorando un'ultima volta il vetro che ci separava  e portando la mano al mio petto venni sorretta da Caroline. Durante tutto il tragitto in macchina non dissi una parola. Non ne avevo la forza né la voglia. Lo sguardo di Caroline ogni tanto si posava su di me, nella vana speranza di infondermi un po' di positività. Ma i suoi vani tentativi non facevano altro che ricordare a me stessa cosa avevo combinato. Era tutta colpa mia. Lo sapevo bene. Avevo trasformato io Matt, avevo fatto uscire io quel mostro che dormiva dentro di lui. 
Varcai la soglia di casa di Caroline con lei che mi sorreggeva e Klaus che ci aveva anticipato aprendo la porta. Erano diventati la mia ombra, e pendevano praticamente dalle mie labbra. Una situazione che non potevo reggere a lungo, dovevo molto a loro, ma questo loro essere così preoccupati non faceva altro che alimentare la mia ansia.
Dopo cena si raggiunse Liz, che aveva delle questioni urgenti da riferirmi. La cosa mi procurò subito un brivido, ma cercai di non farlo a vedere alle mie ombre.

- Elena...- 

- Liz...-  

- Sono qui per aggiornarti sulla situazione...-

- Ebbene? - 

- So che è passato solo qualche giorno, ma i miei uomini si sono messi subito a lavoro...ma...- 

- Ma? -

- Ma...non posso mettere Matt in stato di fermo come mi hai chiesto di fare...-
 
- Cosa? -  chiesi sbigottita

- Elena, non abbiamo nessuna prova a suo carico...e la sua macchina non ha neanche un graffio...e poi c'è un'altra cosa...- 

- Che altro c'è? - 

- Matt ti ha denunciata per abbandono del tetto coniugale...- 

- Che cosa?! - 

- Può farlo....e l'ha fatto...mi dispiace Elena...- 

- Ma non è possibile! Lui mi ha picchiata! - 

- Elena...adesso c'è anche la situazione bambino...mi ha detto Damon che è suo figlio...- 

Sognando L'AmoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora