Sonno Profondo

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(Damon)

- Ludovico Einaudi - Nuvole Bianche -

Chiusi la porta entrando in camera, e mi adagiai ad essa poggiando il capo. Iniziai a guardare il soffitto perdendomi nei miei pensieri. Cosa avevo fatto? Avevo detto ad Elena che l'amavo. Era proprio così, l'amavo da perdere il fiato. L'amavo più di ogni altra cosa. L'amavo più di me stesso, ed essendo un egocentrico c'era molto da dire. Sentii il cuore iniziare a galoppare veloce, non lo sentivo spesso, ma quando succedeva era sempre una meravigliosa sorpresa. Adagiai la mano sul petto strofinando il tessuto che mi separava dalla pelle. Sorrisi. Piano mi avvicinai alla porta finestra aprendola, un leggero vento mi attraversò i capelli facendomi chiudere gli occhi assaporando il momento. Presi una sigaretta dal pacchetto, e lo appoggiai sulle mie labbra, quelle stesse labbra che si erano adagiate sulle sue. Sorrisi. Uscì fuori sul balconcino e sorreggendomi su di esso con i gomiti aspirai un po' di fumo. Lo tirai fuori guardando verso l'orizzonte, lo stesso scenario che avevo contemplato insieme a lei. Con la mano destra tenevo ferma tra le dita la sigaretta avvolta dal fumo, la guardai, mi persi ad osservare come bruciava il tabacco. Mi sentivo così, bruciavo dentro. Continuai a guardarla e tirando fuori il fumo la investì in pieno. Sorrisi. Abbassai il capo facendo cadere i capelli sul mio viso. I flashback del nostro incontro sulla scogliera continuava ad affollare la mia mente. Lei aveva promesso, una promessa che un uomo non avrebbe mai dimenticato. Ed io non l'avrei mai dimenticata.

(Elena)

Ero da poco tornata in camera, e da quando ero rientrata mi ero adagiata prona sul letto con la testa sul cuscino con gli occhi sognanti. Sorridevo e sorridevo. L'unica cosa che il mio cuore mi suggeriva di fare. Quanti sorrisi avevo perso in questi anni, quante opportunità lasciate e perse...di una felicità che sembrava irraggiungibile. Il sole stava tramontando sui miei occhi, alzai la mano destra come per afferrare i raggi solari, che sparivano dietro di essa. Ero in estasi. Avrei lasciato Matt, e niente e nessuno avrebbe fermato la mia corsa verso la felicità.

Riuscì ad alzarmi da quella situazione di dolce stasi ed a vestirmi. Era finalmente giunta la serata dello spettacolo. Ci era stato detto di indossare un vestito formale nero. Il mio era lungo con spacco laterale ed un corpetto semi rigido con un'apertura centrale a V, capelli morbidi lisci e rossetto rosso porpora. Quello di Caroline era con corpetto a forma di cuore drapeggiato e morbido sulla gonna, capelli legati lateralmente e rossetto rosé.

Uscimmo dalla nostra stanza, quando vidi Damon uscire dalla sua in smoking. Era veramente stupendo. Chiuse la porta e sorridendo venne verso di me insieme ad Enzo ed Alaric.

- Hey Caroline, sei veramente bellissima! - Disse Enzo avvicinandosi a noi - se non fossi così antipatica potrei anche provarci con te! -

- Scampato pericolo! Meno male! - rispose lei voltandosi e avviandosi verso le scale

Tutto il gruppetto di allontanò, lasciandoci da soli

- Dio, quanto sei bella...- sfiorandomi la guancia con il dorso della sua mano destra

- Anche tu non sei niente male...- mi avvicinai a lui sistemandogli il papillon

Avvicinò le sue labbra alle mie e le chiuse in un bacio casto per poi prendermi per mano portandomi verso l'uscita.

Alaric per l'occasione aveva chiamato una limousine. Ci sedemmo tutti nel salottino dell'auto.

- Cazzo c'è anche il mini bar! - esclamò Enzo aprendo il piccolo mobile nero

- Hey Hey, giù le mani! Quelle sono per dopo! - Rispose Alaric frenando il suo entusiasmo

- E dai! Non potremmo brindare all'inizio di questa spettacolare serata? -

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