"Ma che cazzo ti prende Sofia?"
Non lo sapevo. Sapevo solamente che dovevo smetterla di pensarci.
Ero gelosa? E per cosa esattamente? Per un tipo che nemmeno conoscevo? Per un playboy che passava intere giornate a divertirsi spezzando i cuoricini di alcune stupide ragazzine illuse?
Ed io che pensavo...
Già, a cosa pensavo?
I miei pensieri vennero interrotti improvvisamente non appena sentii qualcuno bussare alla porta.
«C'è qualcuno?» Disse una voce a me sconosciuta.
«S-Si, ora esco.»
Mi passai un asciugamano sul viso, aprendo successivamente la porta e ritrovandomi davanti una ragazza parecchio alta, con capelli biondi, corti e tagliati a caschetto; i suoi occhi erano di un intenso colore scuro, aveva un septum al naso e diversi piercing alle orecchie che le davano un'aria da "dura". Addosso aveva una felpa blu della Levi's, pantaloni della tuta bianchi e un paio di Air Jordan rosse, bianche e nere ai piedi. Aveva uno stile abbastanza mascolino.
«Ti sposti?»
«Ah, sì, scusami.»
Uscii frettolosamente dal bagno abbassando lo sguardo e schiarendomi la voce a seguire, vedendola sorpassarmi sfiorando il mio braccio.
«Grazie.» Disse chiudendo la porta alle sue spalle, senza nemmeno rivolgermi uno sguardo.
"Beh, prego."
Tornai nella mia stanza a passo svelto chiudendo la porta a chiave, sedendomi sul divano a gambe incrociate.
Afferrai il telefono notando di aver ricevuto diversi messaggi da parte di Floch.Watson🕵🏻♂️
‹Ma sei morta?
‹Sofia?
‹Rispondimi
‹Che hai di così importante da fare? E per giunta più importante di me?!
‹Daii Sofiaa
‹Sai che ti spammeró di messaggi fino a quando non visualizzerai, vero?Mi spieghi che cazzo di problemi hai?›
Watson🕵🏻♂️
Che fai di bello?Mi sta venendo voglia di strozzarti.›
Watson🕵🏻♂️
🐮Idiota.›
Watson🕵🏻♂️
Domani mattina ti andrebbe di fare colazione in un bar qua vicino? Così andremo in classe insieme 😁Se non la smetti di mandare quelle emoji di merda vengo a cercarti.›
Watson🕵🏻♂️
‹😙😚🥰🤩😶🙃😏🤭😶😑😝🤪🧐😠🤬😕🥺😬🤫😧😯😲🤯😢😧😣😫🤤🥱😍Dio santo benedetto...›
Watson🕵🏻♂️
Quindi?
Colazione insieme?Paghi tu.›
Watson🕵🏻♂️
‹Va bene, basta che vieniPosso andare ora?›
Watson🕵🏻♂️
‹Domani mattina passerò davanti al tuo dormitorio verso le 7 e mezza, fatti trovare prontaSisi, ciao›
Watson🕵🏻♂️
‹Ti voglio beneIo no, bye🤺›
Spensi il cellulare buttandolo sul letto, massaggiandomi le tempie dolenti.
Ammetto che mi piaceva parlare con Floch, sapevo che si comportava così per farmi sciogliere un po', anche se faceva la figura dell'emerito coglione. Ma lo trovavo carino...
Era simpatico, però dovevo ancora conoscerlo meglio per poterlo giudicare.
"Mai lasciarsi ingannare dalle prime impressioni", me lo diceva sempre Sasha.
Sospirai decidendo di alzarmi, sedendomi alla mia scrivania e afferrando il libro di filosofia dallo scaffale, aprendolo ed iniziando a leggere evidenziando le parti da studiare, schematizzando e prendendo qualche appunto da diversi siti.
Passarono solamente 10 minuti fino a quando improvvisamente venni interrotta da diversi strani rumori provenienti dalla stanza a fianco alla mia.
Confusa, mi alzai avvicinandomi alla parete che collegava la mia camera all'altra, appoggiando l'orecchio ad essa. Udivo diversi scricchiolii, lamenti, gemiti improvvisi...
Solo dopo realizzai che quella era la stanza della ragazza che era con Eren, prima.
Non sapevo per quale motivo, ma il mio fiato si mozzò nel sentire quei suoni, il cuore riprese a battere in maniera frenetica e le mani mi tremavano ancora più di prima.
Non riuscivo a credere di star sentendo due persone scopare, perlopiù mentre stavo studiando. Cercai di portare pazienza, aspettando una mezz'ora bella piena. Ma niente da fare, i rumori non cessavano ed anzi, si facevano sempre più sonori e forti.
Strinsi i pugni facendomi coraggio, decidendo di andare a chiarire i conti con quei due, visto che era davvero inaccettabile una cosa simile.
Uscii dalla mia stanza dirigendomi verso la porta dell'altra camera e dopo aver tirato un'enorme sospiro mi decisi a bussare in maniera abbastanza brusca, sentendo finalmente il silenzio più totale.
Dopo una trentina di secondi sentii la serratura della porta girare e vidi la maniglia abbassarsi velocemente.
Davanti mi si presentò lui.
Era a petto nudo e si stava coprendo le parti intime con un cuscino mentre aveva appoggiato un braccio allo stipite della porta. I suoi capelli erano più scompigliati del solito e solo ora potevo notare che aveva un'ala angelica tatuata sul braccio sinistro, che partiva dalla spalla finendo al polso.
Era grondante di sudore, alcune ciocche di capelli gli si erano appiccicate alla fronte e sentivo il suo respiro affannato ed irregolare farsi sempre più pesante.
Tenni lo sguardo fisso sul suo volto, mentre lui faceva vagare i suoi occhi scrutandomi da testa a piedi, aspettando il momento in cui avrei aperto bocca.
«Potreste fare silenzio? Qui ci abitano altre persone.»
Lui mi rivolse un ghigno beffardo, assottigliando gli occhi.
«Secondo te qualche ragazza riuscirebbe a rimanere in silenzio venendo toccata da me?»
«Non mi interessa di te o di cosa fai, fate silenzio. Sto cercando di studiare, altrimenti cercate un altro posto dove fare sesso .»
Lo guardai male, cosa che fece anche lui schioccando la lingua sul palato.
Non sapevo perché ma non era lo stesso Eren che avevo conosciuto la mattina prima, era più scontroso, antipatico, scorbutico.
Sembrava tutta un'altra persona e ciò mi fece irritare abbastanza.
«Se ti dà fastidio sentirci scopare vattene allora.» Disse aprendo ancora di più la porta, facendomi intravedere la ragazza seduta sul bordo del letto, con un lenzuolo a coprire il suo corpo nudo.
«Non sono io quella a dovermene andare. Io ci vivo qui e ho pagato per starci.
Siete proprio degli irrispettosi del cazzo, sapete?
Fare sesso in questo posto non vi sembra inappropriato? E poi questo dormitorio è riservato solamente alle ragazze.
Tu non dovresti nemmeno essere qu-»
Una mano mi afferrò per il braccio strattonandomi all'indietro facendomi indietreggiare via da Eren.
Mi girai velocemente notando che era la ragazza alta e bionda di prima ad avermi tirato verso di sé, stringendomi saldamente dal braccio.
Lei mi rivolse una veloce occhiata, storcendo il naso.
Eren la fissava sorpreso, corrugando la fronte in un espressione abbastanza scocciata.
Solo silenzio.
Si fissavano come se fossero sul punto di sbranarsi l'un l'altra, mentre la presa della ragazza sul mio braccio diventò sempre più insopportabile.
«M-Mi fai male...» Dissi cercando di allontanarmi da lei, con scarsi risultati. Lei di risposta allentò la presa sul mio povero braccio, facendo scendere la sua mano fino a raggiungere la mia. La strinse intrecciando le nostre dita, non smettendo di fissare Eren con i suoi grandi occhi color carbone.
La ragazza dopo non so quanto tempo, sospirò indietreggiando tirandomi verso di lei, costringendomi a seguirla mentre iniziò ad incamminarsi verso alla mia stanza.
Eren tornò dentro chiudendo a seguire la porta alle sue spalle, senza dire altro.
Appena arrivate davanti alla porta della mia camera lei mi lasciò la mano, facendomi entrare.
Chiuse la porta sospirando, tornando a guardarmi con i suoi profondi occhi magnetizzanti.
«Ti ha fatto qualcosa?» Disse lei incrociando le braccia al petto.
«Perché dovrebbe?» Dissi inarcando un sopracciglio.
«Sì o no?»
«Sì, mi ha disturbata mentre stavo studiando.»
Lei sospirò chiudendo per un breve momento gli occhi, appoggiandosi al muro.
«Sei seria?»
«Stavano scopando senza nemmeno preoccuparsi di fare rumore! È inaccettabile una cosa del gener-»
«Ma ti rendi conto di dove sei?»
La guardai confusa posando una mano sul fianco.
«Nel dormitorio femminile di una scuola superiore?»
«Come fai ad essere così stupida?»
Sgranai gli occhi fulminandola con lo sguardo, incrociando le braccia al petto.
«Scusami?»
«Qui o fai il lupo o fai la preda.» Disse squadrando con attenzione i miei occhi castani.
Non riuscivo a capire cosa intendesse e credevo mi stesse prendendo in giro.
«Che stai dicendo ora?»
«Dico che potresti ritrovarti sbattuta sul letto di qualcuno in meno di un istante se non ti dai una svegliata. Eren ti ha già adocchiata e probabilmente non è l'unico.»
«Eren si sta scopando una ragazza, non mi sembra che mi abbia "adocchiata".» Dissi con tono irritato.
«Fa attenzione.» Disse lei girandosi, afferrando la maniglia della porta con l'intento di abbassarla.
«A cosa dovrei fare attenzione?»
Si girò verso di me guardandomi, lasciando la maniglia della porta per un breve momento.
«Ti ho avvertita.»
Successivamente uscì dalla stanza lasciandomi lì, imbambolata a fissare la porta.
Sospirai passandomi una mano tra i capelli chiudendo la porta a chiave e tornando a sedermi sulla sedia, tamburellando le dita sulla superfice in legno scuro della scrivania, leggendo distrattamente diversi paragrafi del mio libro di filosofia.
Passarono diverse ore ed avevo totalmente perso la cognizione del tempo rimanendo immersa nel mio libro.
Quando afferrai il mio telefono notai che si erano fatte le 23 e la stanchezza aveva subito iniziato a farsi sentire, quindi decisi di chiudere il libro infilandolo nello zaino alzandomi e buttandomi sul letto ormai sfinita.
Quando cercai di chiudere occhio, mi tornò in mente la discussione che avevo avuto prima con quella ragazza, non riuscendo ancora a comprendere il motivo del perché fosse intervenuta in quel modo separando me ed Eren. Non capivo.
E detto sinceramente non volevo nemmeno capire. Quello che dovevo fare era semplicemente farmi gli affari miei, ignorare gli altri e concentrarmi sulle mie priorità.
Non avevo intenzione di immischiarmi in altre faccende e tanto meno avere a che fare con qualche deficiente.
Quando riuscii finalmente a prendere sonno, sentii il telefono squillare. Borbottai afferrandolo, leggendo il mittente della chiamata.
"St. Rose Hospital."
Sbattei ripetutamente le palpebre affrettandomi a rispondere, schiarendomi la voce.
«Pronto?»
«Buona sera, parlo con Sofia Peterson?»
«Sì, sono io.»«Bene, la chiamo dall'ospedale "St. Rose" per informarla che suo padre, il signor Joshua Peterson, ha avuto un incidente nella statale 205. Da quel che ci hanno riferito, l'uomo era in stato di ebbrezza e finì per sbandare ribaltandosi sull'asfalto, senza però provocare danni ad altri guidatori. Ha subito gravi danni tra qui una frattura al femore, diverse rotture al midollo spinale e altre fratture abbastanza critiche. I dottori non hanno fatto in tempo a salvarlo. Non ce l'ha fatta.»