Passarono due settimane dopo quello strano ed insolito avvenimento; ormai era arrivato il Natale, la festività più aspettata e bramata dell'anno.
Tutti erano a casa a trascorrere il tempo con la propria famiglia, con i propri amici, con i propri compagni di vita.
Tutti si divertivano festeggiando uniti e gioiosi, sommersi da regali, prelibatezze ed amore.
Tutti erano felici, tranne me.
Appena terminata l'ultima lezione del 23 dicembre decisi di tornare nel vecchio appartamento di mio padre, con l'intento di trascorrere lì le vacanze.
Quando raggiunsi il parcheggio di fianco all'istituto notai che di fianco alla mia moto c'era la sua.
Sospirai stringendo il mio casco senza darci troppa importanza, sentendo dopo pochi secondi dei passi in lontananza diretti nella mia direzione.
Mi girai osservando la sua alta e robusta figura raggiungere la sua moto.
Eren ignorò la mia presenza, salendo sulla sua moto e tirando fuori le chiavi dalle sue tasche, senza degnarmi nemmeno di uno sguardo.
Nelle ultime settimane ci ignorammo a vicenda, senza mai trovare le parole adatte per iniziare un discorso. La cosa mi doleva decisamente, non capivo nemmeno come ci eravamo arrivati ad avere un simile rapporto.
Non capivo nemmeno perché ero "attratta" da lui, e me ne resi conto solamente dopo mesi.
Mi odiavo. Odiavo come cercavo in tutti i modi di mettere a tacere i miei sentimenti senza nemmeno darci troppa importanza.
Odiavo il mio carattere, il mio aspetto, odiavo tutto di me.
Odiavo vedermi allo specchio ma cercavo in tutti i modi di piacermi e finivo sempre per odiarmi ancora di più.
Ero solamente un'apatica che soffriva, un' altruista che pensava solo a se stessa. Ero un'astemia che si rifugiava nell'alcool.
Ero una bisognosa d'aria pulita che fumava.
Ero questo.
E non mi sforzavo nemmeno di cambiare.
Quelle poche persone che mi stavano a fianco lo facevano solamente per pena nei miei confronti, lo sapevo benissimo.
Avevo perso i miei genitori, la mia famiglia.
Avevo perso Sasha, Floch, gli unici che potevo considerare "amici".
Avevo perso me stessa in un oceano di insicurezze, paure e nessuno aveva mai cercato veramente di salvarmi.
A nessuno aveva mai importato di me.
A nessuno.
Quando mi risvegliai dai miei pensieri notai poco dopo di avere le guance rigate dalle lacrime e gli occhi di Eren incollati addosso.
Girai il mio volto verso alla sua direzione osservando il suo volto, immergendo per la millesima volta i miei occhi nei suoi.
«Forse avremmo dovuto parlare...» Disse lui senza smettere di guardarmi.
«Non abbiamo nulla di cui parlare, Eren».
«Ti ho baciata, volevo fare l'amore con te».
Abbassai lo sguardo alla sua affermazione, stringendo con ancora più forza il casco tra le mie mani.
«Tu vuoi fare "l'amore" con molte donne, è diverso».
Mi guardò rimanendo per diverso tempo in silenzio, socchiudendo le labbra con l'intento di dire qualcosa.
«Cerco solo di sentirmi vivo in qualche modo. Cerco nell'eccitazione, nell'adrenalina, cerco solo di sentirmi una persona...»
«Beh, sappi che sbagli a pensare di riuscirci così facendo».
Lui abbassò lo sguardo, stringendo il manubrio della sua moto.
«Me ne sono reso conto».
Alzai gli occhi al cielo nascondendo il mio viso nella mia sciarpa nera, sentendo il vento freddo di dicembre colpirmi in pieno facendomi gelare sul posto.
«Dove stai andando...?» Chiese guardandomi.
«A casa».
«Passerai le vacanze con la tua famiglia?»
«Non ho una famiglia».
Lo vidi cambiare espressione osservandomi mortificato.
«S-Scusami, io non...» Sospirò abbassando il capo «Mi dispiace...»
Mi infilai il casco abbassando la visiera, facendo partire la moto sentendola rombare.
«Passerai le vacanze da sola?»
«Già».
«Capisco...» Disse afferrando il suo casco.
«Tu invece passerai la vigilia con la tua famiglia?»
«Non ho nessun tipo di rapporto con i miei genitori» Ribatté, infilandosi il casco e sistemandosi meglio sul sedile della sua moto, facendola partire successivamente.
«Starai da solo?»
«Starò da solo».
Mi feci coraggio portando le mie mani tremanti al casco, sfilandomelo per osservarlo meglio.
«Mi avevi baciata solo perché ti ricordavo la tua ex, giusto?
Mi hai infilato la lingua in gola, mi hai spogliata e toccata solo per questo motivo, vero?»
Eren girò il suo volto verso al mio sfilando a sua volta il suo casco e scrutandomi con i suoi occhi.
«Sofia, io non...»
«Prima fai il simpaticone, poi fai lo stronzo ipocrita di turno, poi ci provi senza un minimo di pudore.
Ora fai il depresso malinconico e dimostri solamente di essere un puro egoista.
Solo ora capisco che tipo di persona sei, sai?»
Lui rimase in silenzio tirando un enorme sospiro, distogliendo lo sguardo.
«Perdi una persona a te cara e ti trasformi in una merda umana.
Sai affrontare la vita nel modo giusto, amico» Dissi con tono sarcastico posando le mie mani sul manubrio della mia moto e facendo la retromarcia, andandomene successivamente....
Ero la prima a non affrontare me stessa, ero la prima a non affrontare la mia vita.
Sapevo di starmi contraddicendo, lo sapevo benissimo ma nonostante ciò ignoravo quello che provavo, ancora una volta.
Appena arrivai a casa posai la mia borsa sul divano chiudendo la porta alle mie spalle, scrutando l'appartamento scarsamente illuminato dai raggi del tiepido sole invernale che filtravano dalle tapparelle in alluminio.
Mi levai gli stivali osservando gli scatoloni in soggiorno, probabilmente colmi degli oggetti personali di mio padre.
I mobili erano tutti imballati e l'abitacolo era completamente pervaso da un'enorme aura di malinconia.
Sospirai ed iniziai a disimballare tutti i mobili, tra cui il divano ed il televisore.
Finii di sistemare l'appartamento dopo diverse ore, rendendomi conto che si era fatta una certa ora.
Decisi di ordinare qualcosa visto che il frigo era vuoto, optando per del giapponese.
Passai la serata in modo tranquillo, decidendo di riguardarmi tutta la saga di Harry Potter.
Si fecero le 4 di mattina e finalmente decisi di prendermi una pausa dopo aver divorato 4 film uno dopo l'altro, accendendo il mio telefono.
Notai di aver ricevuto diversi messaggi da parte di Eren.
Sbloccai il telefono accecata dalla curiosità, aprendo la sua chat.Eren [02:41]
‹Hey
‹So che sarai incazzata con me, per tutto.
Sarai disgustata, infuriata oppure delusa.
Anche io lo sarei se fossi nei tuoi panni, non ti biasimo.
Ma non è facile nemmeno per me.
Ho passato anni a cercare di trovare qualcuno che potesse rimpiazzarla.
Cercavo qualcuno che potesse rendermi vivo come faceva lei, qualcuno che mi facesse sentire completo.
La verità è che la rivoglio indietro, a tutti i costi. Ma so di star sbagliando.
So che devo andare avanti, so che devo dimenticarla.
Ma lei fa parte del mio passato e non posso scordarlo.
Avrei voluto passare il mio presente con lei, avrei voluto vivere il mio futuro insieme a lei. Avrei voluto vederla felice, perdermi nei suoi occhi, amarla fino alla fine dei miei giorni.
Ma è morta e non posso accettarlo.
Non ce la faccio ed è più forte di me.
Ogni volta che vado a dormire prego di risvegliarmi l'indomani con il suo viso di fronte al mio, prego di poter accarezzare ancora una volta i suoi capelli, prego di poter baciare almeno un'ultima volta le sue labbra e sussurrarle all'orecchio quanto la amo.
Sono anni che prego ed ormai ho perso le speranze.
Credo di aver perso le speranze in tutto, anche in me stesso.
‹L'unica cosa che posso fare è quella di chiederti scusa per come mi sono comportato nei tuoi confronti, calpestando i tuoi sentimenti.
‹Mi dispiace.