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Non smisi di osservare le sue labbra, sentendomi ancor più confusa e senza sapere minimamente cosa dire.
Sentivo le mie gambe iniziare a tremare dall'ansia e le mani farsi ancora più calde ed umide per il sudore, il mio cuore non aveva la minima intenzione di smettere di battere all'impazzata e le farfalle mi parevano che volessero squarciare lo stomaco da quanto si stavano muovendo.
Sentii il mio respiro mancare per diverso tempo e potevo perfettamente percepire il sangue scorrere velocemente nelle mie vene, facendomi accaldare sempre di più.
Quella maledetta frase continuava a rimbombare nella mia testa facendomi perdere il totale controllo di me stessa, lasciandomi in uno stato confusionale.
"Mi ricordi lei..."
"Lei..."
Ma lei chi? Di chi parlava? Chi gli ricordavo? Perché era così vicino a me?
Perché cambiava continuamente il suo atteggiamento nei miei confronti?
E perché mi faceva quell'effetto averlo così vicino...?
Perché?
«E-Eren... Spostati...» Dissi senza levare il mio sguardo dalle sue labbra rosee.
Lui di risposta ignorò la mia richiesta, posando una mano sotto al mio mento e sollevandolo leggermente con il pollice.
A quel gesto, il mio cuore esplose.
Posò le sue labbra sulle mie, eliminando quella insopportabile distanza a separarci mozzando di colpo il mio fiato.
Il suo tocco era delicato, coinvolgente, misterioso... Mi istigava a volerne di più.
Molto di più.
Si avvicinò maggiormente a me, accarezzando con delicatezza la mia mascella con il pollice e posando l'altra sua mano sulla mia vita.
Sentii le sue fredde e grandi dita infilarsi sotto alla mia maglia scorrendo sulla mia pelle nuda, risvegliando tutti i miei sensi più profondi e nascosti.
Posai le mie mani sul suo petto sentendo la sua languida e calda lingua invadere la mia bocca percependo subito dopo il suo piercing sbattere ripetutamente contro ai miei denti.
Il suo dolce sapore vanigliato era persistente e la sua saliva non smetteva di versarsi nella mia bocca, invogliandomi ad ingoiarla fino all'ultimo goccio...
Il respiro cominciava a mancarmi e nonostante ciò non riuscivo a staccarmi dalle sue labbra, rimanendo in apnea.
Improvvisamente le sue mani scivolarono verso al basso fino ad afferrarmi dai fianchi in maniera salda e decisa, sollevandomi e facendomi avvolgere le gambe attorno alla sua vita, sbattendo con gentilezza la mia schiena contro al muro freddo; avvolsi le mie braccia attorno al suo collo, sentendo le sue grandi e forti mani stringere le mie natiche risvegliando il mio basso ventre.
Una scarica infinita di piccoli e piacevoli brividi invase il mio corpo, mandandomi in crisi. Le nostre bocche erano ormai una cosa sola e le nostre lingue non facevano altro che scontrarsi, intrecciarsi, unirsi...
Tirai un sospiro senza staccarmi, sentendolo fare la stessa cosa.
Il nostro respiro affannato ed irregolare cominciò ad unirsi mentre il bacio si intensificò diventando sempre più selvaggio, languido ed intenso.
Le sue mani strinsero con così tanta forza i miei glutei da farmi scappare un gemito a malapena udibile, facendomi sussultare al suo gesto improvviso; infilai le mie mani nei suoi capelli tirando alcune sue ciocche con le mie dita sentendolo mordicchiare il mio labbro inferiore di risposta, tirandolo verso di sé.
Mi tenne saldamente a sé, dirigendosi verso al letto ed appoggiandomi sopra ad esso con delicatezza, sovrastando successivamente il mio corpo con il suo.
Non smise per nemmeno un istante di baciarmi, continuando a fare scorrere le sue grandi e calde mani sul mio corpo fino a sollevare con delicatezza la mia maglia, lasciandomi in reggiseno.
Eren iniziò a scendere con i baci passando all'incavo del mio collo, raggiungendo con lentezza lo spazio tra i miei seni; nascose il suo viso in mezzo al mio petto iniziando a leccare la mia pelle lasciando una lunga scia di saliva su di essa, facendomi rabbrividire al contatto del suo piercing.
Iniziai ad ansimare lasciando gli occhi socchiusi, stringendo il cuscino tra le mie dita.
Poco tempo dopo sentii la sua mano scendere verso al mio ventre accarezzando la mia pelle con i polpastrelli delle sue robuste e lunghe dita, raggiungendo il mio basso ventre.
Le sue dita scivolarono senza esitazione dentro ai miei pantaloni e appena sfiorarono la mia intimità mi irrigidii, sentendo il mio cuore ruggire come mai prima d'ora.
Non sapevo cosa mi prendeva. Ero perplessa e sconcertata.
La mia mente era offuscata da un profondo desiderio carnale, un desiderio che mai avevo provato nella mia intera vita.
Il mio corpo tremava sotto alle sue mani, si scioglieva come fosse ghiaccio.
La sua lingua accendeva ogni singolo centimetro della mia pelle, la sua saliva era come acido, mi bruciava e mi piaceva.
Mi piaceva provare quelle sensazioni e anche se non potevo farne a meno sentivo che non dovevo cedergli. Sapevo che quel bruciore eccitante che tanto desideravo continuassi a provare sulla mia pelle per merito suo si sarebbe trasformato in dolore.
Era pericoloso e me ne rendevo conto.
Il ragazzo che aveva perso la sua fidanzata che tanto amava, stava sul mio letto, a toccare ogni singola parte del mio corpo.
Quel ragazzo che poco prima disse che assomigliavo a lei.
A "Mikasa".
Perché mi stava toccando?
Perché gli ricordavo una persona a lui cara ed ero stata così talmente ingenua da lasciarlo fare, accecata dalla lussuria.
Quando sentii le sue mani abbassare i miei leggins con fermezza il mio cuore perse altri battiti. Afferrò le mie cosce aprendo le mie gambe, piazzandosi successivamente in mezzo ad esse.
Quando le sue mani raggiunsero la sua cintura, mi risvegliai dal mio profondo stato di trance.
Spalancai gli occhi allarmata, portai le mie mani sul suo petto e lo allontanai di colpo chiudendo velocemente le gambe.
Ripresi fiato guardandolo sconvolta e spaesata, vedendolo rigido e confuso a sua volta.
Serrò le labbra come se volesse dire qualcosa ma poi abbassò lo sguardo, passandosi una mano nei capelli.
Lo guardai ansimante, notando che i suoi occhi verdi erano lucidi e coperti da un triste velo di lacrime. Aveva un'espressione totalmente devastata, nostalgica, malinconica...
Mi coprii il seno con il braccio abbassando lo sguardo, vedendolo allontanarsi, alzandosi successivamente dal letto.
Lo osservai mentre era di spalle rivolto verso alla finestra, scrutando la sua grande e robusta schiena rigida e contratta.
«È meglio se vado...» Si incamminò verso alla porta senza nemmeno rivolgermi uno sguardo.
Si sistemò i capelli rifacendosi quel mezzo codino/chignon e tirando la maniglia della porta.
Uscì dalla stanza chiudendo la porta alle sue spalle lasciandomi sola e con la testa pronta a scoppiare.

𝐇𝐨𝐥𝐝 𝐦𝐞, 𝐟𝐨𝐫𝐞𝐯𝐞𝐫. || 𝐄𝐫𝐞𝐧 𝐉𝐚𝐞𝐠𝐞𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora