Mi piazzai davanti all'armadio iniziando a cercare qualcosa di decente da mettermi.
Optai per un paio di skinny jeans neri con degli strappi alle ginocchia insieme ad un crop top aderente rosso a maniche lunghe che lasciava le spalle scoperte.
Mi truccai leggermente con i soliti cosmetici: correttore, mascara, eyeliner, blush ed un lucidalabbra color pesca. Mi spruzzai addosso il mio amato profumo alla vaniglia afferrando velocemente la mia giacca in pelle nera ed infilandomi le scarpe.
Presi le chiavi delle moto insieme al casco e corsi fuori dalla stanza chiudendo la porta alle mie spalle.
"Ma dove mi sono cacciata?
Voglio dire, un idiota poco raccomandabile è rimasto fermo in mezzo al nulla in una strada isolata ed invece di chiamare un carro attrezzi sto andando ad aiutarlo nonostante abbia avuto un comportamento di merda nei miei confronti facendomi passare per la cogliona? C'è da dire che me le cerco."
Però quell'idiota era bloccato e non potevo per certo permettere di perdermi la scena di lui in mezzo alla strada intento a fare l'autostop. Era uno spettacolo a cui dovevo assolutamente assistere.
Appena fuori salii sulla mia moto e dopo una quarantina di minuti raggiunsi il posto indicatomi da Eren.
Mi fermai sul ciglio di una strada isolata e circondata dalla radura, notandolo seduto per terra poco più avanti mentre fumava.
Lui mi guardò con indifferenza rimanendo immobile senza salutare o altro e poco più distante da lui c'era la sua moto appoggiata ad un albero.
Mi levai il casco scuotendo leggermente la testa, sospirando.
«Distruggi la tua moto e ti metti a fumare come se nulla fosse?»
Mi osservò senza aprire bocca, spegnendo la sua sigaretta sull'asfalto, alzandosi successivamente ed infilandosi le mani in tasca.
Mi avvicinai al suo veicolo sedendomi sul sedile ma non trovando le chiavi. Mi girai verso di lui notando che mi stava ancora fissando.
«Che hai da guardare?» Chiesi ormai infastidita. Lui non rispose, piegando le labbra in un piccolo sorriso che avevo giurato di strapparglielo dalla faccia un giorno.
Sbuffai alzando il cavalletto laterale cercando di tenere su la moto ma senza successo, visto che era molto più pesante della mia. Stavo quasi per cadere da quanto pesava e mancava poco al momento in cui avrei ceduto.
Eren si avvicinò velocemente mettendosi dietro di me ed afferrando il manubrio, posando frettolosamente le sue mani sulle mie premendosi contro alla mia schiena e tirando su la moto con talmente tanta tranquillità da riuscire a stupirmi, evitando di farla cadere a terra con me sopra. Il mio fiato si fermò per un istante ed il mio cuore mancò un battito non appena sentii il suo forte petto scontrarsi contro alla mia schiena sentendo il suo respiro farsi sempre più affannato ed irregolare contro al mio orecchio...
Abbassò il cavalletto sospirando contro al mio collo, causando un'enorme brivido lungo la mia spina dorsale.
Si staccò a seguire allontanandosi lentamente e lasciando le mie mani che erano intente a stringere l'impugnatura del manubrio con forza.
«D-Dammi le chiavi.» Dissi alzando lo sguardo ed incontrando il suo, schiarendomi la voce a seguire.
Lui infilò la sua mano in tasca estraendo a seguire le chiavi e porgendomele.
Le afferrai velocemente con mani tremanti iniziando a cercare di far partire la moto, senza però riuscirci.
«Mi spieghi che le hai fatto?» Dissi scendendo dalla sua moto.
«La benzina c'è e le ruote sono a posto.»
Lui continuò a guardarmi rimanendo in silenzio, appoggiandosi al suo veicolo incrociando le braccia al petto.
«Forse è la batteria.»
Scrollò le spalle tirando un enorme sospiro, passandosi una mano tra i capelli e lasciando cadere alcune piccole ciocche sulla sua fronte.
Abbassai lo sguardo avvicinandomi al mio veicolo e tirando fuori dal bauletto i cavi della batteria.*
Dopo quasi due ore finalmente riuscii a far partire il suo veicolo scendendo dalla sua moto, tornando alla mia e sistemando i miei attrezzi nella cassetta di coda dandogli le spalle.
Si erano fatte le tre del pomeriggio e sembrava stesse per iniziare a piovere dati gli enormi nuvoloni scuri che circondavano il cielo, tingendolo di grigio.
Afferrai il mio casco girandomi nella sua direzione, notando che mi stava ancora scrutando. Pareva che mi stesse spogliando con lo sguardo e la cosa mi intimorii alquanto. Incrociai le braccia al petto stringendo le spalle, tirando un'enorme sospiro.
Lui fece risalire lo sguardo dal mio corpo fino ad incontrare i miei occhi e mi sembrava che non avesse la minima intenzione di interrompere il contatto visivo.
Socchiusi le labbra con l'intento di spezzare il silenzio imbarazzante che si era formato tra di noi ma lui mi batté sul tempo.
«Grazie.»
Lo guardai inarcando un sopracciglio.
«Grazie? Se vuoi davvero ringraziarmi dovresti pagarmi, non trovi? Mi sono dovuta fare 50 chilometri per arrivare fin qui e ho anche dovuto sistemare il tuo ammasso di rottami per ben due ore di fila.»
Eren piegò le labbra in un piccolo sorriso, avvicinandosi lentamente a me facendomi indietreggiare fino a premermi contro la mia moto. Lo guardai confusa cercando di tenere le distanze, allontanando leggermente il mio viso dal suo.
Lui portò la sua mano verso alle sue labbra, afferrando con i denti il suo guanto e sfilandoselo lentamente a seguire.
Ero ancora più confusa e non sapevo minimamente cosa gli stesse passando per la testa.
«C-Che stai facendo..?»
Lui non rispose, iniziando ad osservare le mie labbra con occhi pieni di lussuria, facendo scendere lo sguardo fino ad arrivare al mio seno. Si avvicinò ancora di più a me afferrandomi saldamente per i fianchi e chinando il suo volto verso al mio collo, respirando in maniera lenta e provocatoria contro alla mia pelle facendomi rabbrividire.
Sentivo il cuore iniziare a battere all'impazzata ed il mio respiro si fece tutto d'un tratto irregolare. Lo sentivo accarezzare i miei fianchi con delicatezza e le sue labbra lasciare dei piccoli, caldi ed umidi baci nell'incavo del mio collo.
Mi sentivo diventare di bronzo ed il mio basso ventre si incendiò per merito di tutte quelle sensazioni provate sul momento.
Sentii poi la sua mano destra iniziare a scendere lentamente raggiungendo il mio ventre, finendo per accarezzare il mio pube da sopra i jeans.
Sapevo che era sbagliato e qualcosa dentro di me mi stava istigando a fermarlo. Non volevo tutto ciò e non potevo permettergli di toccarmi senza alcun pudore.
Non appena sentii le sue dita sfregarsi in maniera lenta e decisa contro alla mia intimità, lo spintonai seccamente via da me vedendolo indietreggiare staccandosi dal mio collo, tirandogli successivamente uno schiaffo colpendo con forza la sua guancia sinistra fino a sentire il palmo della mia mano pizzicare dal dolore.
Lo vidi chiudere per un attimo gli occhi, riaprendoli nuovamente e rivolgendomi uno sguardo neutro. Lo osservai confusa e disgustata dal suo comportamento, non osando nemmeno rivolgergli una parola.
Mi girai successivamente infilandomi velocemente il casco salendo sulla mia moto. Lui si avvicinò nuovamente guardandomi.
«Sei stata tu a dirmi di voler essere pagata o sbaglio?»
Lo osservai freddamente mettendo in moto.
«Se avessi saputo prima che avevi intenzione di "pagarmi" in questo modo allora avrei preferito lasciarti marcire qui.»
«Oh ma andiamo, lo so che mi desideri, come tutte d'altronde.»
«Non paragonarmi alle altre zoccole del cazzo che ti ronzano attorno. Non sono come loro e non ti permettere mai più di sfiorarmi se non vuoi ritrovarti con la faccia sfigurata.»
Successivamente abbassai la visiera del casco andandomene e lasciandolo lì.