Quel bacio era la risposta a tutti i miei dubbi. Non c'era più ragione di pensare che fosse solo amicizia, perché quel bacio aveva superato quella linea di gran lunga. Avevo i brividi ovunque, sentivo un calore dentro mai provato, e la certezza che quello era il mio posto, accanto a Tancredi.
La nebbia ci avvolgeva in un dolce abbraccio, e in quel momento mi sentivo a casa. Ma il rumore del treno mi aveva risvegliato dal sogno.
«Devo andare.» gli dissi a malincuore, ma la sua espressione mi fece intuire che non volesse lasciarmi andare. La sua presa attorno al mio corpo si fece più serrata.
«No, non voglio. Concedimi questa notte.», mi supplicò con gli occhi dolci e io ci pensai su un attimo. Dovevo avvisare i miei genitori che non sarei rientrato neanche stanotte.
«D'accordo, ma niente ragazze.», lo avvisai e lui si mise a ridere.
«No, solo io e te. Non voglio nessun altro.»
Quella affermazione mi fece sentire le farfalle allo stomaco, eppure continuavo a sentirmi a disagio per tutta quella situazione. Mi guardai attorno, ma Tancredi mi costrinse a voltarmi verso di lui.
«Sei ancora preoccupato di quello che potrebbe pensare la gente?», mi chiese con tono serio ed ebbi paura che potesse arrabbiarsi di nuovo, ma al contrario cercò di tranquillizzarmi. «Non devi spiegare a nessuno i tuoi sentimenti, solo a me. E' questo ciò che conta.» Annuì debolmente e mi staccai finalmente dalla sua presa. Con il cuore in gola, ci avviammo fuori dalla stazione e, a bordo della sua Mercedes-Benz, sfrecciammo sulle strade caotiche della città illuminata.
Casa sua si trovava appena fuori dal centro di Milano, si trattava di una villa in stile moderno davvero bellissima, e mi stupì di quanto fosse effettivamente ricco. Il padre era il direttore creativo del brand di Giorgio Armani, e ciò spiegava la villa stupenda, dal valore superiore al mezzo milione.
Tancredi parcheggiò l'auto sul vialetto dell'abitazione, e quando uscì dalla macchina i miei piedi toccarono un erba perfettamente verde e curata, e anche molto soffice. C'erano alberi sparsi nel giardino, e delle siepi eleganti, con una fontana antica piena di pesci rossi.
«Perché le feste non le organizzi tu? Invece di Sangiovanni.», in confronto il suo appartamento era un buco, ma pur sempre un buco bellissimo.
«Mio padre darebbe di matto.», rispose semplicemente e io arrestai i miei passi.
«Dimmi che non ci sono i tuoi genitori in casa.»
«No, solo mia sorella.»
Entrammo nella casa e restai ammaliato dall'ambiente confortevole ed elegante, era la villa più bella in cui avessi mai messo piede. Una musica indie proveniva da una delle stanze in lontananza, si trattava di Angelica, la sorella di Tancredi, che stava lavorando ad un suo book fotografico.
«Le ha scattate tutte lei?», chiesi osservando le foto incorniciate appese ai muri della casa. Tancredi mi aveva già parlato della sorella e del suo incredibile talento nella fotografia e nella poesia.
«Sì, è l'orgoglio della famiglia.», sorrise Tancredi e capì che non era invidioso, semplicemente riconosceva la straordinaria personalità di Angelica, che era perfetta praticamente in tutto.
«Non dovrei salutarla?», chiesi mentre stavamo per entrare in quella che doveva essere la camera di Tancredi.
«Odia essere disturbata mentre lavora, e con il fatto che i miei genitori non torneranno a casa prima di domani, sarà anche fumata.»
«Intendi fatta?», risi di gusto e Tancredi annuì.
«Tranquillo, ce n'è un po' anche per noi.»
Entrai nella sua stanza e rimasi a bocca aperta, sembrava un mondo completamente a parte rispetto al resto della casa, che era illuminata ed elegante, con pareti bianche e lampadari chic. Invece la sua camera aveva i muri laccati di grigio scuro, con diversi poster di vari cantanti e band, la finestra era piccola e affacciava sul giardino fiorito. Il tutto risultavo soffuso e in qualche modo intimo, molto personale, proprio come lo era lo stesso Tancredi. Non c'era alcun lampadario, ma dei fili con lucine colorate sparse per la stanza, che partivano dalle tende per finire dall'altro lato, fino alla scrivania ricoperta da fogli scarabocchiati. C'era un forte odore di incenso, e un giradischi d'epoca ancora in funzione. Quell'atmosfera era incredibile.
«E' il tipico posto in cui passerei il resto della mia vita, a fare musica e fumare erba.», dissi sincero mentre attraversavo la stanza per sedermi sul letto a due piazze, ricoperto da lenzuola scure.
«Questo è esattamente il mio programma per i prossimi dieci anni, sei il benvenuto ovviamente.», si avvicinò a me e mi guardò con sguardo profondo e totalmente perso nel mio. Stavo forse vivendo un sogno?
«Sicuramente è un programma migliore del mio.»
«Perché?», si mise seduto al mio fianco e mi prese la mano. Mi guardò con la stessa dolcezza di quando in casetta mi consolava a causa di Martina. Come avevo fatto a non accorgermi che quegli occhi stavano cercando di dirmi altro?
«Pensavo che uscito da amici la mia via sarebbe stata migliore, eppure mi sembra di trovarmi punto e a capo. Non ho sfondato a X Factor, non ho raggiunto i miei obiettivi ad Amici, e del mio disco d'oro ormai si sono dimenticati tutti. E' come se mi spaccassi costantemente il culo per avvicinarmi al traguardo, ma poi inciampo e perdo tutti i progressi, tornando al punto di partenza. E' un tunnel che non ha fine. »
«Sei troppo duro con te stesso. Non hai proprio idea di quante persone ti ammirino, ti giuro che non faccio altro che leggere post su di te e di quanto tu sia stato fondamentale per quella scuola. E oltre a questo, sei un artista grandioso e i tuoi pezzi spaccano. Non far caso ai numeri, non sono quelli che faranno di te ciò che vuoi diventare. A piccoli passi raggiungerai i tuoi obiettivi.»
Tancredi era così comprensivo con me, e mi sembrò di ritrovarci nuovamente in quella casetta a parlare delle sfide e delle varie critiche mosse da Rudy Zerbi. Mi sembrò di essere sdraiati sui propri letti durante la notte, a luci spente, ma con la mente accesa, e i nostri discorsi infiniti sulla vita e sui sogni. Lui c'era sempre stato per me, e non me n'ero mai accorto.
E guardandolo adesso, guardandolo in quegli occhi bellissimi, potevo finalmente percepire il legame indissolubile.
«Posso aiutarti ad uscire dal tunnel di cui parli, se mi vorrai ancora accanto a te.», mi disse quasi in un sussurro e non potei fare a meno di avvicinarmi alle sue labbra, baciandole come se fosse la mia prima volta.
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Mille parole | Tanc7even | IG
Fanfiction[COMPLETA] 💛 Luca, in arte Aka7even, esce sconfitto dal programma di Amici. Si sente impotente e disperatamente solo, gli sembra di aver fallito. Prova a ricominciare, a scrivere nuove canzoni e a divertirsi, eppure si sente vuoto e inadeguato. Ma...