XVIII. Il diario 💛

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Con Tancredi era una storia d'amore fuori dal comune, una relazione in cui l'avventura era all'ordine del giorno, e non mi ero mai sentito annoiato neanche per un secondo insieme a lui. 

Dopo quel matrimonio bizzarro, ma altrettanto romantico  ed emozionante, avevamo caricato Enula e Manuel sull'aereo per l'Italia, mentre io e Tancredi avevamo deciso di mandare all'aria ogni progetto e impegno lavorativo per scappare e farci un breve viaggio per l'America a bordo di un'auto. Era un altro capriccio nostro, un'idea venuta all'improvviso, fuori programma, che ci avrebbe condotti verso un'avventura indimenticabile e piena d'amore. 

Stare con Tancredi era così facile, così semplice, perché era come se ci conoscessimo da una vita, come se sapessi che fin dalla nascita eravamo destinati l'uno all'altro, e ora che eravamo davvero insieme, il resto non aveva più importanza. 

I miei genitori non furono felici di quella avventura, pensavo che mi stessi godendo la vita senza pensare al futuro, ma allo stesso tempo sapevano che in presenza di Tancredi non mi sarebbe successo niente. Durante il viaggio pubblicammo tantissime foto su Instagram, e i nostri amici non vedevano l'ora che tornassimo in Italia per festeggiare insieme. Inutile dire che Enula aveva spifferato il nostro segreto d'amore a tutti, ma ero comunque felice della reazione altrui, che avevano trovato quella relazione molto romantica e da favola. 

Una volta rientrati, dopo una vacanza strepitosa, Tancredi dovette ripartire subito per Los Angeles e prendersi le proprie responsabilità per aver infranto il contratto, ma grazie al padre si riuscì a sistemare ogni cosa, e decise di tornare in Italia, per stare insieme a me. Avrebbe continuato a fare musica con il solito produttore americano, viaggiare per i tour internazionali, ma l'avrebbe fatto sempre al mio fianco, perché ora niente e nessuno poteva separarci. 

Ammetto che la mia fama crebbe molto a causa del matrimonio con Tancredi, ma restai sempre con i piedi per terra, continuando a fare la musica di sempre, con le persone di sempre. 

Un giorno uscì persino un duetto tra me e Tancredi, un sogno che avevamo nel cassetto fin dal programma di Amici, e che finalmente si era realizzato. Fu un successo, e riuscimmo a fare doppio platino in poco tempo. 

Il primo passo della relazione fu quello di andare a convivere, ma non restammo in Italia, bensì andammo a Las Vegas, perché era la nostra città e il nostro piccolo nido d'amore. Le carriere andavano a gonfie vele, e vivere di musica a Las Vegas fu abbastanza semplice, considerando che comunque Tancredi aveva in eredità un grande patrimonio del padre. Ma non era quello che m'importava, perché avere affianco Tancredi mi sarebbe bastato per il resto della vita. 

Nonostante la convivenza a Las Vegas, decidemmo di sposarci ufficialmente in Italia, a Napoli, quando entrambi eravamo sulla trentina. Era necessario andare nel comune e rendere una dichiarazione all'ufficiale di stato civile con la presenza di due testimoni, e scegliemmo, io mio fratello, e Tancre la sorella. Dopodiché organizzammo la cerimonia sulla spiaggia, con un ristorante favoloso accanto e una vista sul mare indimenticabile. 

Sposarci a Las Vegas era stato eccitante, e a Napoli, invece, era stato romantico e pacifico, perché avere vicini tutti gli amici e tutti i parenti mi aveva donato un calore immenso e indescrivibile. 

Amavo alla follia quell'atmosfera, amavo alla follia ciò che eravamo diventati io e Tancredi, amavo alla follia l'idea di una vita tutta insieme. Ma sappiamo tutti che il tempo non risparmia nessuno. 

 

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Mille parole | Tanc7even | IGDove le storie prendono vita. Scoprilo ora