HARRY STYLES (Pt 2)

299 13 5
                                    

"Oh scusate io  non volevo interrompere.." Luke si scostò, e potei vedere l'uomo, o meglio il ragazzo.Poteva avere sui 20 anni.Era molto alto, degli scuri capelli ricci gli ricadevano sulle spalle,I suoi occhi erano verdi smeraldo,e indossava una camicia a scacchi sbottonata di tre o quattro bottoni, che lasciava intravedere il petto su cui erano disegnate due rondini.

Sì vedevano altri tatuaggi sulle braccia, che mi colpirono molto. Portava dei jeans skinny neri, e stivaletti del medesimo colore. Inutile dire che fosse bellissimo.

" Chi sei tu?" Chiesi.
"Oh si certo io sono Harry,Harry Styles.Ti ho salvata io dal lago.." disse grattandosi la nuca.

"Oh, piacere di conoscerti, Harry. E grazie per avermi salvata."
Lui sorrise calorosamente facendo spuntare due fossette ai lati della bocca, cosa che mi ricordò Luke.

"Puoi..puoi raccontarmi com'è andata?" Chiesi. Annuì e prese una sedia dal fondo della stanza, e si sedette affianco al mio letto.

"Allora. Io stavo camminando tranquillamente e stavo attraversando il ponte che portava all'altra sponda del lago, quando vidi un cellulare a terra. Mi avvicinai e mi inginocchiai. Lo presi tra le mani- mi accigliai.Non volevo scoprisse tutte le foto deprimenti che avevo e le foto di Luke.. avrebbe capito, e non volevo dal momento che sembrava non lo riconoscesse, e notò la mia espressione- Ma non ho sbirciato o cose del genere. Non lo farei mai."mi tranquillizzai. Lo incitai quindi a continuare.

"Poi vidi nell'acqua qualcosa galleggiare.Inizialmente pensavo fosse un grosso ramo, ma guardando meglio, capii che non era un ramo, ma eri tu.Mi buttai in acqua senza pensarci due volte e ti portai sul ponte. Collegai che il cellulare fosse tuo, provai a rianimarti, ma niente. Chiamai un'ambulanza, poi presi il tuo cellulare e andai sugli ultimi contatti e -fu interrotto da Luke che disse "E chiamò me ". Poi Harry continuò -"Giusto. Lo chiamai e lo informai dell'accaduto,e mi disse che sarebbe venuto il prima possibile, ma che dovevo aspettare con te, perché lui si trovava a Sydney. Poi arrivò l'ambulanza,ma non mi lasciavano entrare, così..io..mi sono..ecco si..mi sono finto il tuo fidanzato.M-mi dispiace, ma era l'unico modo..io.." era notevolmente imbarazzato, si vedeva, ma non ero particolarmente infastidita.

"Oh non preoccuparti,davvero." Fece un sospiro di sollievo e si appoggiò sulla sedia rilassando le spalle.

"Ne sono felice..scusami..". Ero troppo scossa dal suo racconto per pensare a quello onestamente. D'un tratto, la sedia di Luke fu trascinata sul pavimento, creando un orribile rumore, segno che si era alzato. Lo guardai. I suoi occhi erano iniettati di sangue, era furioso. Stringeva i pugni, fino a far diventare bianche le sue nocche.

"Luke che succede?" Chiesi preoccupata.

"Ho bisogno di aria" disse freddo. La sua voce era più roca del solito. Si incamminò velocemente verso la porta ed uscì sbattendo la violentemente, troppo.

"Cosa gli è preso?" chiese spaventato Harry.

"Io..Non..non lo so."sussurrai più a me stessa.

"Uhm..beh, immagino dovrei andare..ah potresti darmi il tuo numero? Così, giusto per avvisarmi magari, se hai bisogno di qualcosa.." disse imbarazzato leggermente.

"Oh..certo perché no.."sorrisi. Non me l'aspettavo.Ci scambiammo i numeri e dopo avermi salutato, uscì. Sbuffai e gettai la testa sul cuscino. I miei pensieri erano su Luke. Perché era così arrabbiato? Decisi di chiamarlo, dovevo chiarire. Presi dal comò affianco al letto il cellulare e lo chiamai. Segreteria. Dannazione. L'avrei fatto più tardi. Navigai su internet per circa dieci minuti. Ero molto stanca, quindi decisi di dormire. Mi coprii con il lenzuolo, e presi sonno subito.

"Jen? Jennifer? Tesoro sveglia." Sentii la voce di mio padre. Aprii gli occhi. Erano i miei genitori.
"Hei,come ti senti?" Chiese mio padre.
"Bene papà, grazie."
"Mi hai fatto così preoccupare!" Mi ripresè mia madre. Sapevo che mentiva. Lei mi odiava, da quando era successo l'incidente, in leic'era solo odio, tristezza, dolore. Proprio come in me. Non riusciva neanche più a guardarmi. E non la biasimavo. Sapevo fossecolpa mia, mio padre diceva il contrario, che io non centravo nulla, ma sapevo che lo faceva solo per confortarmi.

Lost Boy||LukeHemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora