*Importante:leggete lo spazio autrice per favore, grazie mille. Detto questo, buona lettura.*
La voce del pilota all'altoparlante che avvisava i passeggieri dell'imminente atterraggio mi svegliò di scatto, facendomi sbattere contro il finestrino dell'aereo. Imprecai sulla mia maledetta goffagine e mi sistemai sulla poltroncina sedendomi meglio, in modo da poter dare uno sguardo al paesaggio al di fuori dell' aereo.
Eccola. Sidney. La città a mio parere più bella di tutte. Era uno spettacolo di luci e palazzi enormi messi in risalto dal bellissimo tramonto all'orizzonte. Mi lasciai scappare un 'wow' continuando ad ammirare quel bellissimo panorama. Finalmente l'aereo toccò la terraferma. Presi tutta la mia roba e mi preparai per scendere.
L'hostess mi diede il benvenuto a Sidney regalandomi un caloroso sorriso, che ricambiai.Mi incamminai verso l'uscita del mezzo fervendo di eccitazione.Come poteva una città essere così bella? Nelle città ci sono le persone, completi stronzi freddi come l'Antartide, e tutte le stupidità create da essi (beh, quasi tutte). Ma quella, mi incoraggiava che ipoteticamente non erano così male l'umanità. Ripeto, ipoteticamente.Ovviamente la gente stronza era ovunque.
Presi un taxi che mi portò al mio futuro appartamento. Così, dopo aver pagato il tassista e recuperato le valigie, arrivai davanti la mia casa.
Era un'abitazione enorme color salmone con tanto di siepe e porticato bianco latte lo contornava. Per niente il mio stile, ma non potevo lamentarmi, viste le dimensioni. Quindi aprii il portone di ferro battuto che spiccava sulla siepe verde bottiglia, e mi incamminai sul vialetto che portava alla vera e propria abitazione.
Aprii la porta di legno ciliegio e rimasi incantata. Un salotto in stile rustico moderno, con quadri ritraenti chitarre e band rock. Sicuramente opera di mio padre. Un bellissimo divano rosso carminio con isola spiccava al centro del soggiorno, e di fronte un tavolino di vetro nero, e, ancora più avanti una tv di almeno 50 pollici attaccata al muro.
Continuai il tour della casa attraversando la cucina, sempre in stile rustico/moderno del soggiorno, assolutamente una cucina troppo grande, e salii le scale che portavano al piano di sopra. Arrivata di sopra entrai nel bagno, con tanto di vasca dotata di idromassaggio e luci che cambiavano colore.
Arrivai davanti un'altra porta. Incise nel legno vi era un nome. Il mio. E sotto di esso una chitarra e alcune note musicali. Sorrisi, sfiorando le incisioni con le dita, dopodiché ci entrai. Era un'enorme stanza con le pareti dipinte di un blu molto intenso, con sfumature più chiare che donavano luce. Al lato sinistro, una immensa finestra che dava sull'intera cittadina di Sidney, e a quello destro un'armadio avorio che faceva contrasto col blu oltremare della stanza. Al centro, un letto matrimoniale, e di fronte ad esso, un tavolino dello stesso colore dell'armadio con una televisione. Affianco la finestra, una scrivania con strumenti di disegno e una lampada pieghevole(n/t non so come altro chiamarla). Notai solo allora che sull'intera parete era dipinto uno spartito, e ovviamente un ritratto della mia chitarra da cui nascevano note musicali, disperdendosi per tutta la stanza. E ancora un amplificatore, e un microfono. Rimasi incantata, sicura che sarei scoppiata a piangere dalla gioia.
Riposi accanto al televisore le chitarre e mi tuffai letteralmente sul letto. Ero stanca, ma felice. Per quello che potevo. Disfai le valigie, e scesi a mangiare qualcosa, non mangiavo da due giorni, ma naturalmente il frigo era vuoto. Era ormai tardi per andare a fare la spesa, così ordinai una pizza, e decisi che sarei abdata a fare compere il giorno seguente ,in modo da visitare la città, e andai a letto.
*La mattina seguente*
Mi svegliai verso le 8:00. Ancora assonnata presi i vestiti e un intimo pulito preparato la sera precedente e corsi in bagno. Feci una doccia veloce, mi vestii, e truccai leggermente occhi e labbra, per poi uscire e scendere al piano inferiore. Mangiai al volo una fetta di pizza rimasta dalla cena della sera prima, e solo dopo aver preso auricolari, cellulare e soldi, uscii di casa.
Non sapevo dove andare, ma decisi che avrei chiesto in giro o seguito le indicazioni che trovavo per strada.
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Lost Boy||LukeHemmings
Fanfiction"Non c'è malattia più incurabile e dolorosa dell'amore,anche più dolorosa del cancro di Jen. Ma quell'amore, per quanto può distruggerti, può anche salvarti. Ed è esattamente ciò che farà Luke Hemmings, membro di una delle band più famose al mondo."