L'INCONTRO

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LUKE'S POV

"Dio ragazzi, il concerto è stato una forza!"urlò Michael.
"Si, fino a quando tu non mi sei venuto addosso e siamo caduti atterrando col sedere, il mio sedere!!"
"Dai Calum non te la prendere, sono inciampato! E poi sono così leggero che non te ne sarai neanche accorto". Così iniziarono a litigare.

Facevano sempre così, e la maggior parte delle volte litigavano per cose davvero stupide. Ma per noi era normale. Sembravano neonati che litigavano per avere il giocattolo nuovo, solo che però erano più alti.

Non feci che pensare per tutto il tempo alla ragazza incontrata nel retro dello stadio. Decisi così di uscire a prendere una boccata d'aria per evitare di pensare.

"Ash mi presti una sigaretta? Le mie sono finite."
"Cristo Luke le hai già finite?"
"Ehm si beh quando sono nervoso ne ho voglia ancora di più, ti prego,solo una!".
"Oh, okay tieni" disse Ashton porgendomene una.
"Grazie ti devo un favore!"
"Ne terrò conto" sorrise furbetto.

Uscì e iniziai a passeggiare per il grande cortile dello stadio. Stavo sul retro per evitare che qualcuno mi vedesse, ed ero stanco. Infilai la mano nella mia tasca e presi l'accendino con cui accesi la sigaretta, e iniziai a inspirare un pò di veleno mentre camminavo, per poi cacciarlo via in una nuvola fitta e scura. Il fumo mi faceva calmare, rilassare.

Camminai a lungo fino a quando scorsi in lontananza qualcosa di scuro che giaceva a terra. Mi avvicinai incuriosito per vedere cosa fosse e potei vedere meglio che quel "qualcosa" era una ragazza. Era sicuramente svenuta. Mi avvicinai ancor di più e la riconobbi. Era la ragazza. Quella ragazza. Mi precipitai affianco a lei lasciando cadere dalle mani la sigaretta, non preoccupandomi di spegnerla.

Mi inginocchiai e la voltai in modo che il suo viso fosse rivolto verso di me. La ammirai in ogni singolo suo particolare. Le sfiorai le guance leggermente rosate, quasi per paura di poterla rompere.

La presi meglio tra le mie braccia, e notai che aveva alcuni tagli sul braccio, che si concentravano sul polso, e si spargevano sull' avambraccio. E lividi sulla spalla. Rimasi non poco scioccato da ciò. Doveva soffrire molto lei. Toccai delicatamente quelle cicatrici indelebili, e col pollice le accarezzai.

Non avevo idea di cosa stessi facendo, e perché lo stessi facendo, ma capii dal primo istante che ella aveva quell' effetto su di me. Mi perdevo in tutta lei.

Ad un tratto la sua mano si mosse, e arricciò il naso, cosa che mi fece sorridere. Aprì piano gli occhi e li strofinò. Quando li aprì, mi persi nei suoi occhi. Brillavano, ma erano tristi. E quando si rese conto di essere tra le mie braccia, e mi riconobbe, il suo viso sbiancò sorpreso.
"Oh cristo, t-tu..."sussurrò.
"Si, sono Luke" le dissi sorridendo.
"D-dove mi trovo?" chiese imbarazzata.
"Siamo nel cortile sul retro dello stadio, devi essere svenuta".
"Oh si, è vero! Ricordo che stavo camminando e poi ho visto tutto nero e..e.."
"E hai perso i sensi. Stai bene ora?"
"No..cioè si, sto b-bene, credo". Fece per alzarsi, ma cadde, sfinita.

"Tranquilla, ti aiuto io"
La presi per la vita e lentamente la alzai senza lasciarla per paura che cadesse di nuovo, e la presi in braccio.

"Ti porto dentro" Dissi.
"Grazie Luke" rispose sorridendo imbarazzata. E lì, in quel sorriso, mi sciolsi. Ai miei occhi niente era più bello, più luminoso.Ero in stato di trans, e volevo non smettesse mai di sorridere. Sentivo che ormai lei era diventata più indispensabile dell' ossigeno, più essenziale della nicotina che assumevo in grandi quantità, ogni giorno. Sapevo che era ridicolo, perchè non la conoscevo, e non potevo nutrire sentimenti così forti in così poco tempo, e oltretutto non credevo ai colpi di fulmine.

"Luke? Luke?" le sua voce angelica mi riportò alla realtà.
"Si?"
"Ho qualcosa che non va?" sussurrò.

"Sei bellissima". Spalancai gli occhi e mi sentì bruciare le guance.

"Oh, beh, io, grazie" arrossì e spostò lo sguardo sul pavimento.

"Non conosco ancora il tuo nome" dissi per rompere il silenzio." Sono Jennifer, ma preferisco Jen" rispose imbarazzata.

"Va bene, Jen". La portai così dentro.

JEN' S POV

Mi risvegliai poggiata sul petto di qualcuno. Sentivo i suoi respiri regolari e il battito del suo cuore. Mi accarezzava piano col pollice le cicatrici incise sui polsi e con l'altra mano, i capelli. Alzai lo sguardo, e vidi un ciuffo biondo e un viso perfetto. Non poteva essere lui. Impossibile. Stavo sognando. si voltò per regalarmi la splendida visione del suo viso. Mi sorrise,e li capì che non era un sogno.

"Oh cristo t-tu.."

"Si sono Luke". La sua voce era roca, ma tremendamente sexy e dolce.

" D-dove mi trovo?"

"Siamo nel cortile sul retro dello stadio,devi essere svenuta".

"Oh si, mi ricordo che stavo camminando,poi ho visto tutto nero e.." Come potevo essere svenuta? Insomma, stavo bene..Non me lo spiegai.

"E hai perso i sensi. Stai bene ora?"

"No..cioè si, sto bene, credo"

Cercai di alzarmi, anche se sarei voluta rimanere tra le sue braccia per sempre, ma non appena mi alzai caddi a terra. Le mie gambe non reggevano. Facevano male, troppo male. Avevo tutto il corpo dolorante.

"Tranquilla, ti aiuto io" disse, poi prendendomi in braccio. Non mi sentivo a disagio, anche se l'imbarazzo c'era. Insomma, era Luke Hemmings! Il mio sogno, il sogno di tanti anni era incontrarlo, abbracciarlo, sentire le sue braccia cingere le mie spalle, e stava succedendo. Ma in un modo diverso.

Appoggiai il mio viso sul suo petto caldo e mi lasciai cullare dal battito del suo cuore, divenuto ormai, la mia musica preferita.

"Grazie Luke" sussurrai. Sorrisi timidamente e ricambiò anche lui. E questo era ancora più meraviglioso visto dal vivo.Lo vidi perso a guardarmi, sembrava in stato di trans.

"Luke?Luke?"
"Si?" rispose in imbarazzo.
"Ho qualcosa che non va?" sussurrai.
Sorrise."Sei bellissima". Arrossì, cosa che feci anche io. Ad un tratto le mie scarpe si erano fatte molto interessanti.

"Oh, beh, io, grazie"
"Non mi hai ancora detto il tuo nome!"disse scrutandomi.

"Sono Jennifer,ma preferisco Jen.
"risposi. Dio che figura. Di male in peggio.

"Va bene,Jen." sorrise.
Luke mi portò nello stadio,passando per un buio corridoio e arrivando ad una stanza. Sulla porta c'era una stella su cui era scritto il suo nome. Doveva essere il suo camerino. Aprì la porta e fui abbagliata dalle lampadine intorno ad un grande specchio. Mi adagiò su di un lettino e si sedette affianco a me.

"Ora riposa, d'accordo?"disse accarezzandomi i capelli dolcemente.
"Grazie Luke" dissi.
"E di cosa?"
"Chiunque altro mi avrebbe lasciata lì dove ero come se non ci fossi. Grazie davvero."
"L'ho fatto volentieri, non ringraziarmi."

Annuii.Ero stranamente stanca, i miei occhi facevano fatica a rimanere aperti.Sì alzò dal letto per andare via, ma non volevo.Avevo paura che andandosene non sarebbe più tornato, e quel sogno fosse svanito.

"Luke ti prego, resta con me. Resta." implorai. Ormai non ragionavo. La normale me non l'avrebbe mai detto, colma di insicurezze com'ero.Sì voltò a guardarmi, e sorrise.

"Okay, rimango." Sempre sorridendo si avvicinò verso il letto e ci si stese. Mi cinse con un braccio la vita, mentre con l'altro mi accarazzava i capelli. Poggiai il viso sul suo petto, lasciandomi cullare dal suo respiro. Le palpebre si fecero pesanti e si chiusero. E prima di addormentarmi, giurai di averlo sentito dire "Tu non meriti tutto queste sofferenze, Jennifer."

Lost Boy||LukeHemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora