IF YOU DON'T SWIM, YOU'LL DROWN

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Mentre stavo per prendere sonno, il telefono vibrò. Maledissi mentalmente l'inventore del cellulare.Forse Hayley aveva ragione, il sonno mi dava alla testa. Presi il telefono e guardai lo schermo.

Luke.

Iniziai ad andare nel panico più assoluto.Avevo sonno, la mia voce faceva schifo..ma non potevo perdere di certo l'opportunità! Trascinai il dito sullo schermo e lo portai all'orecchio.

**
You:"Pronto?"
Luke:"Hey Jen sono Luke.Ti ho per caso disturbata?"
You: "N-no figurati, non stavo facendo niente.Ma perché mi hai chiamata?"
Luke:"Ecco io volevo sentire se stessi bene. Hai ancora avuto delle ricadute?"
You: "Oh, me ne ero dimenticata. Comunque sto bene ora, grazie."
Luke: "Oh mi fa piacere davvero! Uhm..Jennifer io ,insomma,posso chiederti una cosa?"
You: "Certo, dimmi pure."
Luke:"Beh ecco. Oggi quando tu, ecco si quando eri svenuta,ho visto i tuoi, i tuoi polsi.."

Riflettei qualche secondo, come il sonno mi permetteva, quando capii.
Deglutii impallidendo.

You: "Luke cosa hai visto?" Chiesi tremolante.
Luke: "Beh ecco tu- si sentì una voce maschile che gridava-si arrivo Mike stai calmo! Jen scusa devo proprio andare, sta succedendo non so cosa di là, scusami davvero."
You: "Oh no Luke tranquillo va pure."
Luke:"Ci sentiamo no?"
You: "Certo.."
Luke: "Perfetto!Mi farò perdonare giuro! Ciao Jen."
You:"Ciao Luke."

**

Attaccai e buttai brutalmente la testa sul cuscino.Per un soffio.Ero pallida e tremavo.Lui lo sapeva..e questo mi terrorizzava.In realtà non stavo bene per niente.Dopo molto tempo padsato a rimuginare pensieri su pensieri, il sonno prese il sopravvento, e presto mi ritrovai fra le braccia di Morfeo.

**Mattina seguente**

I raggi di sole che entravano dalla finestra davano fastidio agli occhi. Li aprii a fatica e portai le mani sul viso. Era domenica, finalmente.

Mi alzai dal letto, e svogliatamente andai nel bagno.Chiusi la porta a chiave.Scivolai con la schiena contro la porta e sedetti a terra. Il freddo del pavimento a contatto con le mie gambe mi procurarono un brivido lungo la schiena. Sospirai.

Velocemente riaffiorarono nella mente i ricordi della scorsa notte. Mi ricordai della chiamata con Luke. Quanto era dolce, con la voce impastata di stanchezza e un pò di imbarazzo. Ma poi, mi vennero in mente le sue parole. Lui sapeva. Si formò un nodo alla gola. Gli occhi iniraziono a bagnarsi.Non dovevo piangere.

"Ho bisogno di una doccia" mi dissi. Mi alzai piano e mi guardai allo specchio. Asciugai la lacrima che stava correndo lungo la guancia. Feci un grande respiro, e mi spogliai.Entrai in doccia e aprii il getto d'acqua bollente.Mi insaponai per bene canticchiando, poi lavai i capelli. Mi sciacquai ed uscii dalla doccia.

Mi vestii lentamente e scesi sotto. Mia madre preparava dei pancakes e mio padre leggeva come al solito il giornale sulla grande poltrona di velluto color papavero.

"Giorno Jen!" disse sorridendo mia madre.

"Giorno" risposi piano e svoglieatamente presi posto sull'alto sgabello di fronte al tavolo.

" Svegliata con la luna storta?" chiese mia madre ancora con quel sorriso tanto dolce, quanto irritante sul viso.

"Reputa tu" risposi fredda.

"Affari di cuore per caso?" chiese ghignando maliziosamente. Ero stupita dalla sua domanda, ma non lo feci notare.

"Ovviamente no" risposi con un falso e tirato sorriso.

"Buongiorno principessa". Sentii la voce di mio padre dietro di me, e subito dopo mi baciò i capelli dolcemente.

"Giorno papà" dissi sorridendo e abbracciandolo. Amavo mio padre. Non che non volessi bene a mia madre, la amavo, ma con mio padre era diverso.C'era sempre per me, e mi capiva in ogni situazione.Era da sempre il mio eroe, e io ero da sempre la sua principessa.

"Allora, che si mangia?" Chiese mio padre impaziente come un bambino.

"Pancakes!" informò soddisfatta la madre.

Mangiai in silenzio,  immersa nei pensieri, dopodiché mi  alzai e riposi il piatto nel lavello.

Avevo bisogno di fare una passeggiata.

"Io esco per un pò va bene?" informai i miei infilando la giacca.
"Va bene, ma torna prima di pranzo." disse mia madre.

Annuii ed uscii. L'aria era fresca, ed il venticello faceva volteggiare in aria i miei capelli.Inspirai a pieni polmoni la leggera brezza pungente ma piacevole, infilai gli auricolari nelle orecchie e impostai la musica.

Iniziai a camminare. Non avevo una meta precisa, avevo solo voglia di schiarirmi le idee e non pensare troppo. Stavo raggiungendo un laghetto al confine della città.Stavo attraversando il ponte che portava all'altra sponda, quando ad un tratto quel senso di vuoto si fece spazio in me. Di nuovo.

Incominciai a vedere doppio, poi tutto deformato, la vista si stava annebbiando e il paesaggio iniziava a farsi scuro e lontano. Lasciai cadere a terra il cellulare con gli auricolari.

Protesi le braccia in avanti per appoggiarmi a qualcosa, ma c'era solo aria attorno a me.Indietreggiai fino ad arrivare alla fine del ponte. Persi l'equilibrio.Un urlo uscì dalla mia bocca e finii in acqua. Non sapevo nuotare, quindi iniziai ad andare a fondo ed agitarmi.

"Merda! Aiuto! Aiutat-" urlai.Stavo ingoiando molta acqua e il panico saliva sempre di più.Urlavo, mi dimenavo, ma invano.Andavo sempre più giù, e iniziai a perdere le speranze. Quella sensazione si fece sempre più intensa.Sarei morta, lo sapevo.Non riuscivo a respirare, e poco dopo un  dolore lancinante si espanse per tutto il corpo, e poi, niente.


SPAZIO AUTRICE

Sta diventando tipo 'Lost Boy// Missione suicida' .

-A.

Lost Boy||LukeHemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora