Monogatari no owari

Il Sangue Maledetto

«Natsu!» Lapis non ci vide più, attaccò il servo di Roar per liberare suo fratello, ma purtroppo venne schivato come se fosse nulla, quasi cadendo a terra, saltellando per qualche metro.

Ma non finì di certo lì...Cercò di colpire con tutta la sua ira quel fastidioso essere, con quella faccia rabbiosa, piena di voglia di uccidere e distruggere. Lapis riuscì ad afferrare il braccio del nemico, stritolandoglielo gettando un urlo di dolore, mollando il rosato. Lapis non perse tempo: con un calcio alla guancia, lo respinse, gettandosi a terra, e prendendo la testa del fratello.

Tutti gli altri soccorsero il ragazzo, ormai svenuto, ma ancora vivo. Il sangue dalle sue ferite usciva ininterrottamente, sporcando di rosso le mani del biondo.

«Wendy, non puoi fare nulla?» Chiese Erza, ma la piccolina con gli occhi lucidi fece un no con la testa, cadendo così ogni speranza per salvare il dragon slayer.

«No! Lo salverò io.» Gli occhi del re delle fate non perse la speranza, anche se la paura di perdere ancora una volta il fratello lo divorava, quasi uccidendolo. Sfregò le sue mani, avvicinando l'unghia del pollice destro, verso il polso dell'altra mano. Chiuse gli occhi per prepararsi al dolore imminente, un po' timoroso ma determinato. Non gli importava cosa sarebbe successo, avrebbe fatto di tutto pur di salvargli la vita, anche sacrificare la sua.

Il suo unghio tagliò il suo polso, facendo uscire da esso un fiume di sangue ed acqua, causando un dolore forte nel re dei dragon slayer. Tutti rimasero scioccati da quella folle azione, non capivano cosa stava a significare. Lucy si tappò la bocca, Gray sgranò gli occhi insieme ad Erza ed il Master, mentre Sara lo guardò incazzata, lanciandogli uno schiaffone dietro la testa. «Si può sapere che cazzo hai fatto?» Lo prese per la camicia sera sotto la vestaglia aperta del ragazzo, fissato dalla preoccupazione e rabbia della sua migliore amica. Lui con l'altra mano tolse quella dell'argentata, per poi fissare il fratello, mentre il polso perdeva sangue.

«Lapis, non vorrai farlo sul serio? Tenere ancora in vita quel mostro?» Domandò con calma il corvino dalle punte argentate, fissando seduto su delle macerie a gambe incrociate la scena. Il servo di Roar si rialzò, raggiungendo con estrema velocità il padrone.

«Accidenti! Che botta. Ha una forza straordinaria il suo ragazzo!» Si toccò con euforia la guancia rossa, guardando il suo padrone un po' rosso, dovuta alla frase detta da Neptune.

Lapis, lui ignorò completamente le parole dette dal suo ex, non era nessun altro la sua priorità se non Natsu. -No, non di nuovo questa sensazione.- Gli occhi del ragazzo si colorarono di un intenso blu, poi di nuovo ciano; una sorta di battaglia di colori era iniziata. Strinse i denti ed anche l'occhio sinistro, emettendo un piccolo dolore dalle sue corde vocali. Gli altri per fortuna non notarono quello strano fenomeno negli occhi del ragazzo, e così decise lui di agire.

Prese la testa di Natsu con la mano sana, per poi avvicinare la mano sanguinante alla sua bocca. Lapis era speranzoso, sperava di riuscire a salvare il fratello, anche se...Lo avrebbe condannato ad una vita immortale, piena di responsabilità.

«Natsu, so che sei ancora vivo: Apri la bocca, e, bevi.» Ordinò il fratello in modo dolce, notando gli occhi semichiusi del fratello, e la sua bocca in via di apertura, anche se lentamente.

Il polso sanguinante lentamente, si avvicinò alle labbra del ragazzo aperte anche se di poco, quel momento stava venendo guardato da tutti, non capendo le reali intenzione del gesto. Che cosa voleva fare? Si chiedevano subito, cercando alcuni di fermarli, venendo però fermati dal Master, cercando di calmare gli animi. Lui, fra tutti sapeva che il ragazzo non stava agendo a caso, sembrava già aver fatto quella "cosa", quella specie di rituale. Poi...Lui non voleva perdere la peste della gilda, colui che da sempre la rende allegra, ciò che la porta avanti con la sua immensa gioia. Natsu era un tasso fondamentale per Fairy tail, e per questo aveva dato tutte le sue speranze al membro più forte, suo fratello.