Vera raccoglie tutti i suoi effetti personali dal suo ufficio, consegna ad una collega, i dossier pronti da essere archiviati, saluta chi in questo mese le è stato più collaborativo. Can ritira la sua valigia ringraziando la guardia ed insieme lasciano lo studio legale Wolff & associates.
Can alza un braccio e ferma un taxi, entrano rapidamente nell'abitacolo."Salve, dovremmo andare alla 48th Street, per favore!"
Can vede il tassista aggiustarsi gli occhiali e guardare le gambe scoperte di Vera, attraverso lo specchietto retrovisore, perciò si sporge in avanti fra i due sedili coprendo la visuale.
"Vuole che le ripeta l'indirizzo?" Lo intima Can
"No, scusi!" Risponde il tassista sistemandosi sul sedile.
Digita l'indirizzo sul navigatore ed aziona il tassametro.Le strade sono affollate e ci vorrà anche oggi più del dovuto.
Vera non parla, guarda distrattamente la strada fuori dal finestrino, ma in realtà sta resettando il suo cervello. Can le stringe una mano e lei volta il viso e lo guarda, ha gli occhi lucidi, ma non vuole piangere, si rigira verso il finestrino, specchiandosi nel suo stesso riflesso, continuando a tener ben salda la presa alla mano di Can.
Can dà un'occhiata al navigatore, mancano cinque minuti, ed il traffico sembra più scorrevole, e si rivolge al tassista.
"Il tempo indicato dal navigatore è realistico?"
"Si signore, siamo quasi arrivati!"
"Mi sembra di capire che voi non siate del posto?"Chiede il tassista cercando di fare un po' di conversazione, ma subito capisce la non predisposizione a rispondere.
Il taxi di ferma proprio sotto il grattacielo di Vera, Can paga e aiuta Vera a scendere dalla macchina, apre il portabagagli, ne estrae la sua valigia che trascina con una mano, mentre con l'altro braccio circonda le spalle di Vera.
Salgono con l'ascensore al nono piano e si ritrovano davanti alla porta dell'appartamento. Vera prende le chiavi dalla borsa ed entrano richiudendo la porta. Si tolgono i cappotti che appendono all'attaccapanni dell'ingresso. Can lascia la valigia in mezzo alla stanza e accoglie fra le sue braccia Vera, che lo guarda sconsolata.
"Vieni qua piccola! Piangi se vuoi, sfogati! È un tuo diritto. Vedrai che poi starai meglio."
"Can, è successo davvero! Lui non mi ha mai amata, ho sempre sperato non fosse così, cercavo di trovare un appiglio, ma l'hai sentito? Io non sono nessuno per lui."
"Askim, tu non devi rimproverarti niente! È solo lui a rimetterci lasciandoti andare, tu sei una donna fantastica, sei buona, sei gentile, sei dolce, hai un cuore enorme che solo non sapevi come usare. Non voglio illuderti dicendo che si sistemeranno le cose tra voi due, ma tutto è possibile. Magari si renderà conto e ritornerà a cercarti."Vera continua a piangere abbracciata a lui, gli sta bagnando la giacca all'altezza della spalla, ma non gli importa.
"No Can, non lo farà. E nemmeno voglio lo faccia. Ha avuto vent'anni di tempo per conoscermi, e mi ha sempre allontanata. Io non voglio più soffrire per colpa sua.
Nessuno, non sono nessuno per lui."Vera rimarca quell'aggettivo, è la parte del discorso che più l'ha ferita.
"Come può un padre considerare una figlia, un nessuno? Per chi altri dovrei essere un qualcuno, se non per lui? Sangue del suo sangue!"
Can le alza il viso con due dita sotto il mento
"Vera guardami! Non devi assolutamente pensare che ciò che ti ha detto valga per chiunque. Hai sentito, anche il signor Wolff ti stima, Burak e Nazli ti vogliono bene, anche Cuneyt e Ilker, a mia mamma e a mio papà piaci molto e in breve ti ameranno come una figlia, ed io Vera? Io non sono chiunque, io ti amo e per me sei Tutto, altro che nessuno, sei la mia vita. Noi siamo la tua famiglia."
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BUZUN KALBI - cuore di ghiaccio
RomanceIn un momento di pausa dal lavoro , Can aspetta la chiamata dall'esercito per adempire al servizio militare. Nel frattempo segue un po' gli interessi dello studio legale di cui è socio e conosce Vera, un ambizioso avvocato che... Pubblicazione Maggi...