LA VITTORIA

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Vera ritorna in sala riunioni dal signor Wolff che sembra piuttosto adirato.

"Come si è permessa di andarsene senza permesso!"

"Mi scusi, ma era urgente! Comunque sono qui, il cliente non è ancora arrivato e so di certo che la mia presentazione sarà infallibile."

Vera risponde sicura di sé, mostrando il suo lato freddo e professionale che tanto viene considerato in quell'ambiente!

"Dopo una mossa del genere, me lo auguro per lei!"

È proprio contrariato, ma Vera non se ne preoccupa, primo perché anche se rischiasse il posto, non le importerebbe, secondo perché è sicura del suo lavoro, che svolge sempre, nel migliore dei modi. Non vuole assolutamente che nessuno mai in futuro possa dire che non è un ottimo avvocato, infatti, quando arriva il tanto atteso cliente, e Vera comincia la sua esposizione atta a convincerlo che il loro studio legale sarebbe la scelta più giusta per accrescere ulteriormente i loro guadagni, e soprattutto salvaguardarli. Senza troppa fatica riesce ad aggiudicarsi la sua fiducia grazie alla sua grande capacità di condizionamento e alla sua dialettica fuori dal comune.

Il signor Wolff non può che sorvolare sul comportamento avuto poc'anzi, e sorridendo sotto i baffi conclude l'affare con una stretta di mano e una firma sul contratto.
Ancora una volta Vera ha dimostrato la sua grande abilità facendola salire ancora di un gradino verso la scalata alla candidatura di socio.

"Devo congratularmi con lei!"
"Ho fatto solo il mio lavoro! Non si aspetti però, che non succeda più che io me ne vada improvvisamente, perché se devo, lo faccio. Io sono così!"

Il signor Wolff corruga un po' la fronte ma non obbietta. Se i risultati sono questi, è disposto a chiudere un occhio.

"A proposito, le ricordo che oggi pomeriggio parto per Istanbul. Starò via tre giorni. Ho lasciato disposizioni a Loren, se dovessi servire potete contattarmi a tutte le ore."
"Deve concludere l'affare che aveva in ballo?"
"È solo un preliminare, ma sono ottimista!"
"Buona fortuna."

Vera sorride, ripone i fogli nella sua ventiquattr'ore, la chiude ed esce dalla sala riunioni consapevolezza di aver fatto colpo sul presunto capo.
Nel suo ufficio fa qualche telefonata giusto per non lasciare lavori in sospeso prima di partire, controlla le mail nella posta in arrivo, e finisce una relazione su una rilevazione finanziaria di un'eventuale fusione tra due imprese immobiliari che stanno seguendo, che poi invia al signor Wolff per conoscenza.
Ora è pronta ad andare a casa, preparare la valigia e correre in aeroporto.

Anche oggi deve affrontare un volo diretto, dieci ore e respirerà di nuovo l'aria di mare di Istanbul, che mai avrebbe pensato gli mancasse così tanto.
Sono le 7:45, l'aereo atterra in perfetto orario, Vera scende, ritira il bagaglio e ferma un taxi subito fuori l'aeroporto e di fa portare dritta dritta allo studio legale Iplikci Ozturk Yaman Can.
È felice, guarda fuori dal finestrino e ammira il paesaggio grigio che si confonde con il mare. Vera è affascinata, nonostante Istanbul sia alla stessa latitudine di Napoli, ha inverni piuttosto rigida. Sta attraversando il ponte sul Bosforo e di trova nel bel mezzo di una nevicata, mentre all'arrivo in aeroporto ha intravisto un tiepido sole, questo perché Sul Bosforo, luogo nefasto dove si canalizzano tutte le correnti che arrivano da Est, tende a fare più freddo.

"Buongiorno ragazzi."
"Merhaba Vera..."
Nazli le corre incontro e la abbraccia
"...Perché non ci hai detto che saresti arrivata stamattina, sarei venuta a prenderti in aeroporto!"
"Lo sai come sono, non mi piace esser di peso."
"Vera gli amici non sono mai un peso!"
Risponde Burak

"Grazie amici, ma davvero non era necessario. Allora... siete pronti per domani?"
"Prontissimi!"
"Perfetto! A proposito, due giorni fa ho sentito Can, vi saluta!"
"Davvero? Come sta? Si è ambientato?

BUZUN KALBI - cuore di ghiaccioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora