XXIII

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una settimana dopo

io e Luca ci stiamo ancora frequentando, con lui mi trovo bene anzi benissimo, ma ho paura di ciò che potrà succedere una volta resa pubblica la cosa

L: a che pensi?

io e Luca siamo qui, nel nostro posto e stiamo nella tranquillità totale

io: a noi

L: a cosa in particolare?

io: a ciò che potrebbe succedere una volta resa pubblica la nostra storia

L: fregatene delle parole degli altri, io voglio stare con te e non me ne frega niente di ciò che possono pensare loro

io: Elia secondo te come la prenderà?

L: bene, se sa che sei felice la prenderà bene

mi avvicino e mi metto a cavalcioni su di lui baciandolo

continuiamo a baciarci fin quando il suo telefono non squilla

lo prende e risponde

L: pronto?

L: si

L: non posso venire ora

L: ho detto no

L: ok sto arrivando

stacca il telefono e mi siedo accanto a lui

io: chi era?

L: un amico, devo andare da lui

io: oh ehm va bene

L: ti accompagno a casa?

io: no vado ad allenarmi al capannone

L: ve bene, ciao

mi saluta con un bacio sulla guancia e va via

il suo comportamento era strano, troppo freddo

mi alzo e vado verso la mia moto per poi dirigermi al capannone dove trovo Elia

io: ehy

E: chi non muore si rivede

io: che succede?

E: in questi giorni sei sempre meno a casa, e se ci sei stai chiusa in camera tua

io: mi dispiace Elia

E: comunque ho incontrato Enzo

io: Enzo il collega di papà?

con Elia lo chiamavo papà perchè non volevo ferirlo, lui non sa niente

E: si

io: quello senza capelli?

E: si, è lui, lo conosci, e anche molto bene direi

faccio finta di non aver sentito ignorandolo

io: quindi che ti ha detto?

E: che sai tutto, tutto della morte di papà

solo lei sa come farmi andare fuori//capo plazaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora