chapter 1

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Driin

Il momento tanto atteso è giunto finalmente, o oserei dire purtroppo. Già, il giorno in cui dovrò frequentare un nuovo college è arrivato, e adesso sono costretta a lasciare il mio posto del cuore, ovvero il mio letto, prima che papà mi arrotoli tra le lenzuola e mi butti magari in quale cassonetto di immondizia.

«Allyson, tesoro, alzati o farai tardi già al primo giorno», sento dire da mio padre, che urla dal piano di sotto.

Come non detto!

Sbuffo. «Si papà, ora mi alzo» dico sbadigliando e cercando di capire dove siano finite le mie ciabatte.

Controvoglia, mi alzo dal letto e mi dirigo verso il bagno della mia stanza, mi sfilo il pigiama con i miei adorati unicorni e dopo essermi lavata, decido di optare per il mio jeans preferito, un maglioncino bianco basic e infine le mie amate Nike. Prendo il mio zaino, pronto già dal giorno precedente e scendo al piano di sotto, dove trovo il mio amato fratellino e mio padre, intenti a fare colazione.

«Ma buongiorno, e questi pancake? Sembrano gustosi!», dico sbadigliando mentre mi siedo su uno sgabello accanto a mio fratello Thomas.

«Buongiorno "Miss ritardataria". Comunque li ho preparati poco fa, ti conviene mangiarli ora prima che si raffreddino», risponde mio padre mentre sistema le tazze nel lavello.

«Ma buongiorno anche a te sorellona. Sei pronta per affrontare questo nuovo inizio?», mi domanda mio fratello masticando con la bocca aperta, com'è suo solito fare, e con un sorriso a trentadue denti.

Sbuffo. «Carissimo Tom, potresti gentilmente chiudere la bocca? Lo sai benissimo che odio quando mangi così. E comunque questo non è un inizio, ma un incubo, semmai», affermo addentando un altro pezzo di pancake.

«Ragazzi su, calmatevi. Muovetevi a fare colazione, soprattutto tu Allyson o non arriverai puntuale. Io ora scappo a lavoro e vi raccomando, al mio ritorno vorrei trovare la casa in perfetto ordine, ok?. Vi voglio bene», ribadisce papà prendendo le chiavi della sua Jeep.

Ecco che vi presento mio padre "Mrs. puntualità", che a quanto pare è preciso quanto un orologio svizzero. Sapreste quante volte bisticciamo solo perché lui è sempre in perfetto orario, mentre io no. Infatti se lui rappresenta la precisione, io sono il ritardo in persona.

Annuisco. «Ok papà, ti voglio bene anche io», lo saluto dandogli un bacio sulla guancia.

Intanto finisco di bere l'ultima goccia di latte che era rimasta sul fondo della mia tazza, infilo lo zaino sulle spalle ed esco di casa velocemente, come sempre, d'altronde. Per fortuna che stamattina la sorte sta dalla mia parte poiché arrivo alla fermata dell'autobus giusto in tempo dall'arrivo del bus, salgo e dopo 10 minuti mi trovo davanti al cancello del famosissimo Imperial College, una delle Università più prestigiose di Londra. In effetti è una grandissima struttura, ha un enorme giardino verde sul retro, contornato da maestosi alberi, e infine il cortile, dove ci sono tutti gli studenti della scuola, che ridono, scherzano e chiacchierano tra loro. Decido di mettere fine alle mie osservazioni di questo primissimo giorno, recandomi all'interno dell'edificio, dove una signora baffuta e con un paio di lenti enormi sul naso, siede dietro a una grande scrivania. Perché ho l'impressione che assomigli alla segretaria di un dottore? Tra l'altro perché è tutto così proporzionato qui?. Metto stand-by alle mie domande, prima che questa tizia mi mandi sul pianeta Marte, dato che mi ero talmente persa nei miei pensieri da non rendermi conto che mi stava fissando in modo alquanto scocciato.

«Ehm buongiorno, mi scusi. Oggi è il mio primo giorno, potrei sapere gentilmente qual è la mia stanza?», chiedo arrossendo come un peperoncino.

Sorride. «Buongiorno a te cara, si gentilmente puoi dirmi il tuo nome?», mi chiede tenendo lo sguardo fisso sullo schermo del computer.

ʟᴏᴠᴇ ᴍᴇ ᴀs ᴏɴʟʏ ʏᴏᴜ ᴄᴀɴ <3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora