chapter 8

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Sono passati sei giorni dalla Vigilia di Natale e oggi è già la Vigilia di Capodanno. Sembrava ieri l'inizio del 2020, l'inizio di un nuovo anno ma sempre uguale a quello precedente, con nessuna notizia o novità nuova. Dal 10 luglio 2013 ogni anno sembrava essere sempre più uguale a quello vecchio, e il tempo non passava mai, peccato che con lei è passato in fretta, troppo forse. Non è brutto ogni volta cominciare un anno diverso senza la persona che prima ti rendeva felice solo con un semplice sorriso? Si, e non è brutto, ma straziante. E non è straziante sperare ogni anno che quella persona potesse ritornare indietro, da noi? È più un'illusione, che straziante. Ecco la parola che fa per me: illusione. Perché mi illudo? Faccio male o faccio bene? Forse faccio male, perché mi illudo che possa ritornare, ed invece non accadrà mai, anche se ne sono consapevole.

Preferisco non pensarci molto e di alzarmi dal letto per andare a vestirmi: opto per un maglioncino e una gonna stretta di pelle. Mi guardo allo specchio e sembro essere un vampiro appena uscito dalle tenebre.. forse un vampiro ha più stile di me. Decido, quindi, di utilizzare un correttore del colore della mia pelle per nascondere le occhiaie, e un po' di mascara.. ed eccomi qua, adesso sembro "meno vampiro".
Scendo di sotto per fare colazione e ciò che vedo mi lascia sorpresa, perché per la prima volta mio padre ha preparato una colazione più che abbondante: c'è un vassoio pieno di pasticcini, un altro di cornetti con vari gusti, e un altro ancora di graffe, e poi c'è una brocca con il succo ace e un'altra con il caffè e latte.

Appena mio padre mi vede, mi sorride. «Buongiorno tesoro, buona Vigilia di Capodanno», pronuncia dandomi un bacio sulla guancia.

«Buona Vigilia anche a te papà. E così stamattina ti sei sbizzarrito? Sembra essere tutto buono. E Thomas dov'è?», domando.

«È andato a farsi un giro, ha detto che doveva sgranchirsi le gambe».

Quasi mi viene da ridere. «Alla Vigilia di Capodanno doveva sgranchirsi le gambe? No vabbè».

Mio padre ridacchia. «Eh già, sai com'è tuo fratello, deve tenersi in forma».

Intanto mentre parliamo di Thomas, fa la sua entrata in cucina. «Hey state parlando di me?».

Ridacchio. «Conosci un altro Thomas amore? Perché io ne conosco solo uno».

Alza gli occhi al cielo, come è suo solito fare.

«Allora hai sentito più quel ragazzo? Perché non lo inviti a cena qui da noi stasera?», mi chiede mio padre.

Come?! «In-intendi Luke?».

«Si quel tuo amico, si chiama Luke?».

«Si papà si chiama Luke, e poi non so se può venire», mento.

Ma continua ad insistere. «Tu prova a chiederglielo, può essere che accetta».

«Va bene papà, ci proverò».

«Oh si invitalo, preferirei fare amicizia con mio cognato», ridacchia mio fratello, mentre si sistema la tuta.

Ancora?!. «Te l'ho già detto che sei pesante e anche fastidioso?».

«Uh non ci avevo pensato. Fino ad ora ancora non me lo dicevi, sembrava strano».

Alzo gli occhi al cielo. «Ed ora te l'ho detto invece. E comunque sei proprio sciocco, oggi è festa e tu hai addosso una semplice tuta?».

Sembra vagare con lo sguardo, ma poi risponde. «Per me non è festa da tempo, lo sai».

Ho capito all'istante cosa intende, ed involontariamente appoggio la mia mano sulla sua, in senso di conforto. «Lo so Thomas. Ma tu credi che lei sarebbe felice se ci vedrebbe così, eh? Te lo dico io, no, non sarebbe felice. Perciò, adesso alza quelle belle chiappe, e vai a farti bello».

ʟᴏᴠᴇ ᴍᴇ ᴀs ᴏɴʟʏ ʏᴏᴜ ᴄᴀɴ <3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora