Capitolo 23: Allenamento

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Appena sveglia, allungo un braccio nella direzione di Miguel ma rimango delusa nel vedere la sua parte vuota. Ma che è bipolare???? Ma chi li capisce questi uomini, ahhhh. Mi vesto e scendo nel salone per fare colazione.

<<Buongiorno>> mi dice Pablo, sperando in una risposta da parte mia, ma riceve solo il mio silenzio. <<Bene, visto che non hai voglia di dialogare come le persone civili, ti farò fare un allenamento. Hai poco tempo per prepararti. Alle 09:30 vai in giardino e vestiti comoda.>> mi dice uscendo dalla sala senza poter darmi modo di ribattere.

Una volta cambiata, mi dirigo in giardino come mi detto Pablo. Trovo uno dei suoi uomini in tuta nera. <<Tu devi essere Isabel>>. <<Si sono io>>. <<Io sono Alejandro>>. Alejandro era un uomo sulla quarantina, alto e moro. Fisicamente sta messo bene. <<Allora Pablo mi ha detto di allenarti in vista di qualcosa di grosso. Voglio che tu sappia che anche se sei sua nipote, ti tratterò esattamente allo stesso modo in cui tratto gli altri>>. <<Non sono sua nipote>> rispondo lasciando interdetto Alejandro.

<<Ti sei mai allenata prima?>>.<<Si mi allenava casa di mio padre con i miei fratelli>>. Alejandro sembra non capire: evidentemente Pablo lo aveva informato che l'intera famiglia era morta. Tranne noi due<<La mia famiglia adottiva>>. Alejandro annuisce ed iniziamo a combattere. Mi manca il fiato, sono fuori allenamento mentre Alejandro è molto veloce.

<<Sei troppo lenta>>. <<Probabile>> .<<Non va bene. A quest'ora se avessi voluto, ti avrei già messa al tappeto>>. <<Perché non provarci?>> gli chiese Isa. Mente combattiamo, non distanti da noi ci sono Pablo e Miguel. Così tanto vicini che posso udire la loro conversazione.<<Dici che mia nipote è una macchina? Io non credo lo sia: è in difficoltà con Alejandro. Sta perdendo colpi Isa, non è in grado di batterlo>>. <<Andiamo non può metterlo al tappeto, è->> Pablo si blocca quando vede Alejandro a terra. <<Come hai fatto?>> domanda Alejandro. <<Sei estremamente veloce è vero, ma sforzi il ginocchio e la caviglia sinistra, probabilmente perché ti sei fatto male>>. <<Però devo ammettere che hai fegato. Chi ti ha insegnato ad osservare l'avversario se sei in difficoltà?>>. Gli allungò la mano per aiutarlo ad alzarsi. <<Mio padre Riccardo. Dice sempre che non possiamo contare unicamente sulla nostra forza, ma anche su ciò che ci circonda>>. <<Un padre saggio>> mi dice Alejandro accettando la mia mano.

<<Vorrei continuare ad allenarti. Sei da scoprire, Isabel Rodríguez>> mi dice sorridendo. <<Piacerebbe anche a me poter continuare ad allenarmi>> <<Bene ci ritroviamo qui alla stessa ora domani. Cercheremo di allenarci a vicenda anche con vari strumenti>> mi spiega. <<Va bene>> dico semplicemente avviandomi verso Miguel e Pablo <<Pensavi che non mi fossi accorta della tua presenza>> affermo <<Mi chiedo come tu abbia fatto a notarmi se eri impegnata nell'allenamento con Alejandro>> afferma Pablo.

<<Pablo sempre guardo chi o cosa ho intorno a me>> dico soffermandomi su Miguel. <<Si l'ho notato. Bene vi lascio, ho delle commissioni urgenti da fare>>. <<Ehi>> <<Ehi>> gli rispondo. Miguel mi tira per un braccio portandomi al petto <<Sei stata grande, l'hai messo al tappeto>> <<Dalla tua voce si direbbe che tu sia geloso Miguel>> <<Non sono geloso>> Mi stacco dall'abbraccio e alzo una sopracciglia come per dire Ma davvero Miguel ??. <<Al massimo, gli avrei cavato gli occhi e amputato le mani, che vuoi che sia>> <<Si dai sei decisamente geloso>> dico sorridendo. <<Scusa se stamattina non c'ero quando ti sei svegliata ma dovevo parlare con un amico>>. Mi sento esposta e incrocio le braccia al petto <<Miguel non mi devi dare nessuna spiegazione, non stiamo insieme>>.

Entre amor y venganzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora