Capitolo 6

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Jake e Isobel non avevano molti amici, a quei tempi si trovavano da soli non avevano bisogno di altre persone ed  Isobel non era nemmeno una ragazza molto socievole preferiva starsene per conto suo, a leggere un libro o ad annotare su un agenda il suo stato d'animo e le sue emozioni mentre Jake la osservava da lontano fumandosi una sigaretta, guardava ogni suo movimento, il modo in cui poggiava sull'erba la penna e l'agenda fermandosi a guardare il sole mentre tramontava, i suoi capelli ondeggiavano come fossero una danza mossi dal vento, amava quel momento in cui il cielo si riempiva di sfumature di tutti quei colori che lei amava, e Jake per il suo compleanno gli regalò appositamente un quadro, dove ritraeva il momento esatto dove era un susseguirsi di colori magnifici :
L'arancio diventava giallo e a seguire un rosato, l'azzurro diventava più scuro per poi passare a un celestino e il sole diventava di un rosso intenso sfumandosi poi in un arancio, quell'attimo era difficile da catturare in foto pieno di quei colori che duravano, purtroppo poco, e quando glielo diede per il suo compleanno Isobel rimase esterefatta non sapeva cosa dire, infondo non era mai stata molto brava con le parole lo guardò soltanto, pensando che amico avesse, più unico che raro e promise a se stessa che nessuno li avrebbe mai separati sarebbero rimasti sempre loro due, nel loro mondo, ognuno l'ancòra dell'altro e Jake la pensava allo stesso modo anche se lui qualche amico in più lo avrebbe voluto, con lei si trovava certo ma sappiamo che un ragazzo non può parlare di determinate cose con una ragazza soprattutto con un'amica come Isobel che era possessiva nei suoi confronti difatti, quando una ragazza flirtava con lui con essa accanto subito partiva col dire che erano fidanzati oppure le trucidava con lo sguardo facendolo sorridere abbracciandola e dandogli un bacio sui capelli e lui era lo stesso, era un'amicizia un po' tossica la loro ma andava bene per entrambi, fin quando erano felici in questo modo.

Ma un giorno la loro amicizia sarebbe cambiata, si sarebbero unite nuove persone e Isobel avrebbe dovuto imparare a condividere la sua persona, cosa difficile per lei ma per amor loro avrebbe dovuto provarci, anche se sarebbe stato difficile riuscirci anche se sarà difficile.

Ottobre 2013

Era un giorno di scuola come tutti gli altri e Jake ed Isobel, come da tradizione, durante l'ora di ricreazione sedevano sotto l'albero fumando una sigaretta. D'improvviso un pallone colpì Jake sulla nuca, Isobel si alzò di scatto notando tre ragazzi, due dei quali stavano ridendo, mentre uno si stava avvicinando Isobel li fulminò con lo sguardo

« Scusateci non l'abbiamo fatto apposta » disse il più cordiale fra i tre grattandosi la nuca imbarazzato

« La prossima volta state più attenti teste di cazzo » rispose in modo rude Isobel 

« Scusala » disse Jake dandogli un pizzicotto sulla spalla di nascosto facendo girare Isobel che lo guardò in malo modo

« Beh, io sono Matthew, se ti va' puoi aggregarti a noi come segno di scusa, stiamo giocando a calcio, uno in più non farebbe male siamo solo noi tre » guardò Jake sorridendo cordialmente

« No grazie, non può » 

« Certo » Dissero in contemporanea i due 

Matthew li guardò « Ehm.. In tal caso vi aspettiamo, altrimenti ci vedremo un altro giorno ragazzi » li salutò correndo dagli altri con il pallone 

Isobel guardò attentamente Jake « Perché vuoi andare? ti hanno tirato pure un pallone in testa »

« Isobel, non iniziare, non l'hanno fatto apposta, non avrebbe alcun senso, ora dimmi perché non dovremmo fare amicizia con quei tre ragazzi? » domandò guardandola in malo modo. Non lo diceva con cattiveria, ma ormai non ce la faceva più, voleva stare con Isobel e ormai la loro amicizia era fondamentale, ma voleva anche degli amici, delle persone con cui poter parlare di ragazze, di sesso e di sport cosa da maschi insomma, parlare con lei di sesso e donne non gli sembrava proprio il caso.
Aveva scoperto da poco questo lato di Isobel, quello di aver paura di perdere le persone che amava, l'aveva letto sull'agenda dove scriveva ma lei doveva solo capire che lui non se ne sarebbe mai andato. 

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