13-London: terra di inglesi the e Sherlock Holmes

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13- London: terra di inglesi, di thè e di Sherlock Holmes

«Buongiorno signori e signore, ci stiamo preparando all'atterraggio. Si prega di riporre le vostre borse sotto il sedile e di allacciare le cinture», ok questa è la parte che odio di più, l'atterraggio. Il viaggio è andato bene, a parte il nonnino qui a fianco che non smetteva un secondo di sbavare sulla mia spalla.

Non ho ancora prenotato un posto dove dormire. Prenderò un taxi e mi farò accompagnare in una zona abbastanza centrale, dopo di che cercherò un bed in breakfast, saprò cavarmela e non vedo l'ora, cavolo! Non smetterò più di ripeterlo. Sono così emozionata di aver preso, sul serio, questo aereo da sola che manco mi accorgo che siamo atterrati.

Ammetto che ho paura di accendere il telefono, ma l'ho promesso a Zack e so già che mi toccherà discutere con papà e Jack.

«Grazie per aver scelto la nostra compagnia», ripete la voce metallica. Mi tiro su e mi stiracchio mi piace volare ma avere un peso morto sulla spalla per 13 ore non è il massimo. Sono stanca morta e a causa del fuso orario non devo andare a dormire prima le 22, quindi sì sarà difficile dal momento che adesso sono le 5 di mattino. Teoricamente vicino agli aeroporti ci sono delle camere che affittano ad ore per i passeggeri, mi sa che mi informerò dopo aver fatto una deliziosa colazione all'inglese. Ho bisogno di un caffè!

Scendo dall'aereo e vado alla ricerca della mia valigia che per fortuna trovo subito dopo di che mi dirigo al bar, non c'è molta gente, mi siedo ad un tavolino e prendo la lista e non appena un cameriere di giovane età mi chiede cosa voglio ordinare inizio: «Buongiorno vorrei ... se è possibile una porzione di questo black pudding, delle uova, un po' di pancetta e del pane tostato. Poi una tazza di caffè e una spremuta d'arancia», dico guardando ancora il menù tra le mie mani. Vorrei anche qualcosa di dolce ma è meglio non esagerare.

«Signorina è sicura di riuscire a mangiare tutta questa roba a quest'ora? Le nostre porzioni sono abbondanti», dice il cameriere rileggendo l'ordinazione.

«Oh non si preoccupi, al massimo faccio una doggy bag, grazie», dico sorridendogli. Lui fa due passi indietro, per dare l'ordine in cucina, ma si rigira e mi guarda.

«È americana?», dice.

Faccio un sorriso falso e annuisco.

«Ok, benvenuta a Londra!», dopo di che se ne va via.

Mentre aspetto con ansia il mio pasto, è arrivato il momento più brutto, accendere il telefono. La prima cosa che noto sono 85 messaggi su Whatsapp e 28 chiamate. Ops!

La prima cosa che faccio è leggere alcuni dei messaggi che si trovano nel gruppo che ho creato:

LA MIA FAMIGLIA

Jack: Ma che cazzo!! Spero che sia uno scherzo, questa volta mi incazzo sul serio!

Papà: Jack non mi risponde al telefono, hai provata a chiamarla?

Jack: Sì ma non risponde ...

Zack: Ciao a tutti ragazzi, signor Argent ... Bonnie lo ha fatto sul serio, l'ho accompagnata personalmente all'aeroporto, mi sono assicurato che scriva e che chiami non appena atterra. Lo so che mi odierete ma è una cosa che aveva bisogno di fare, da sola. Starà bene, ve lo assicuro!

Jack: Brutto coglione! Non conosci per un cazzo Bonnie, quindi devi stare solo che zitto! Spero che tu sia a casa perché sto venendo a spaccarti la faccia!

Liam: Ci vediamo lì Jack

Susie: Brutta stronzetta e non mi hai detto niente!

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