14- Paris: per caso il bordeaux ti ha dato alla testa?

27 1 0
                                    

Harry, Sophy e James mi mancheranno, ma voglio andare avanti con il mio tour europeo. Sto volando sopra lo stretto di Dover, per dirigermi verso la città dell’amore. Ma Parigi non è solo questo, è molto di più, storia, profumo di baguette e di croissant, moda, nuovamente i croissant. Amo i croissant, sto andando a Parigi sono per questo… e per Disneyland Paris.

Un’ora dopo essere salita su questo aereo sto già scendendo. Vado al ritiro bagagli e vedo passare le valigie di tutti tranne la mia, resto immobile a guardare il nastro trasportatore girare a vuoto fino a che non si spegne.

O MIO DIO!
MI HANNO PERSO LA VALIGIA!

Mi dirigo al centro oggetti smarriti, tutte le mie cose, i regali, le bacchette di Harry Potter, la foto che ho fatto con James davanti all’appartamento di Sherlock Holmes.
«Buon giorno, ho perso la mia valigia. Ero sul volo appena atterrato da Londra», dico appoggiandomi al bancone dove c’è una ragazza molto alta, molto bionda e con il rossetto messo alla perfezione.
«Je ne comprends pas! Je parle exclusivement le Français, excuse-moi madame», mi risponde sempre sorridendo. Io non ci posso credere, Parigi non solo è la città delle baguette e dei favolosi croissant ma anche la città delle hostess imbecilli.
Provo a parlare francese ma la ragazza continua a non capire. Ripete la stessa frase e sorridere come se non ci fossero problemi. Ora spiegatemi come fa una hostess a non sapere l'inglese! Non ti chiedo di imparare l'aramaico antico, o di comprendere la scrittura di mio padre ma, l'inglese, diamine! Io mi sforzo di parlare francese, la lingua degli sputacchi, ma amica mia vienimi incontro!
«Forza bionda collabora, tu appelles ton chef. Chiama qualcuno che conosca l’inglese, per dio!», impreco sbraitando. La biondina si risveglia e chiama qualcuno al telefono e mi fa cenno di aspettare. Sospiro ad alta voce e incrocio le braccia sotto il seno, questo soggiorno a Parigi non sta iniziando nel migliore dei modi.
Pochi minuti dopo arriva un uomo anziano e la hostess sorride.
«Salve signorina, sono il responsabile del settore, mi dispiace se la signorina non è stata d'aiuto, purtroppo è solo una sostituta e parla solo il francese. Mi dica cosa ha perso», dice cordialmente e con un suo inglese perfetto.
«Grazie al cielo. Sono atterrata circa un’ora fa, con il volo proveniente da Londra, sul nastro trasportatore non c’era la mia valigia, volevo sapere dove posso trovarla, se è qui a Parigi oppure dall’altra parte del mondo», dico agitandomi, pensando alla mia valigia in viaggio verso la Cina, il Canada o Africa.
«Controllo subito…», dice mettendosi a digitare qualcosa al computer «Il suo nome, per favore?»
«Bonnie Allyson Argent», dico, sbattendo la punta del piede velocemente e mordendomi il labbro.
«Ecco qui, signorina. La valigia è qui a Parigi ed è al deposito. Chiamo qualcuno e gliela faccio portare subito», dice tornando a guardarmi e sorridere.
«Oh grazie al cielo», dico ad alta voce. Potessi abbraccerei quest’uomo. Così dolce, calmo e che conosce l’inglese.
«La sua valigia potrà trovarla qui tra 15 minuti. Ci scusi tanto per il disagio. Le auguro una piacevole giornata e benvenuta a Parigi», dice prima di andarsene.
Cavolo chi se lo sarebbe aspettato che un cinquantenne FRANCESE, sarebbe stato il mio eroe!
«Grazie. Allora torno tra poco. Arrivederci e buona giornata anche a lei», dico salutandolo.
Ciao mio eroe, addio!
Dopo un cappuccino e un croissant torno al reparto smarrimento bagagli, ritiro la mia valigia e me ne vado. Mentre ero al bar ho cercato e trovato un hotel non tanto caro e poco distante dal centro.

***

Il taxi mi lascia davanti all'hotel e per poco la mascella non mi cade per terra. «Cavolo è enorme!», è un enorme grattacielo con la scritta Hotel Eiffel, ricontrollo l'e-mail con l'indirizzo e il nome dell'hotel e mi stupisco che sia quello giusto...

Prevedo delle colazioni abbondanti!!

Entro nella hall tutta eccitata e mi dirigo alla reception.
«Salve, ho prenotato una stanza, sono Bonnie Argent», dico alla receptionist.
«Bonjour Miss. Argent, la sua stanza è pronta si trova all’undicesimo piano ed è la 1102. Qui ci sono tutti i servizi che l'hotel offre e qui una mappa della città. Buona permanenza», dice questa simpatica signora con gli occhiali sul naso, dandomi un dépliant e una mappa della città.
Le lascio i miei documenti per la registrazione e un facchino mi accompagna alla mia stanza.
Forse non sono così tanto da disprezzare questi francesi sputacchioni.
Salgo in camera e non appena appoggio il mio di dietro sul letto ripenso a Londra, a quel receptionist simpaticone di Harry, alla sua ragazza minorenne Sophy e a quel malato di Sherlock di James. Lì mi sono trovata molto bene, spero di trovare altrettanti amici qui.
Mi corico su questo letto a due piazze con l'intenzione di dormire un paio d'ore ... ed è proprio quello che faccio! Mi addormento.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 08 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

The Night of MusicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora