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Yoongi pov

Mi stiracchio con calma quando finalmente mi slegano dopo 4 giorni. Sento le ossa scricchiolare di poco mentre i medici mi medicano e controllano come sto, la solita visita quotidiana, una delle tante. 

Sospira scuotendo la testa come sempre e poi se ne vanno lasciandomi solo mentre io fisso la porta con la testa inclinata di lato. Nessuno mi diceva mai nulla, non sapevo nemmeno cosa avessi eppure mi sentivo sbagliato e essere circondato da persone strane e diverse ogni giorno non era per nulla bello. Certe volte si sentivano anche urla spaventose di dolore e non solo e ogni volta mi spaventavo e piangevo raggomitolato su me stesso. Brutti, terribili ricordi tornavo in mente riportando in vita quelle terribili scene davanti ai miei occhi uccidendomi ogni volta finché non perdevo il controllo ed erano costretti a legarmi e lasciarmi chiuso al buio in una stanza. Come era successo qualche giorno fa. 

Nonostante 10 anni passati in quell'ospedale e i pochissimi contatti con il mondo reale ero ben educato, visto che mi era offerta almeno la possibilità di studiare, ma ovviamente non avevo mai socializzato con nessuno. Chi vorrebbe parlare con un muto? O meglio nessuno sapeva come comunicare con me.  Da parte mia non avevo mai sentito il bisogno di comunicare con qualcuno e non avendone la necessità non ci avevo nemmeno provato. 

Mentre ero assorto nei miei pensieri i medici ritornano a farmi visita e mi fanno sedere su una sedia a rotelle e mi spingono fino all'ambulatorio del medico al quale era affidata la mia cura. Oltre al dott. Jung c'erano anche i miei "appa" e "eomma", i signori Lee. Erano stranamente venuti a prendermi e dopo che mi vestono e preparano gli infermieri, quei due assassini mi portano con sé. Cammino a testa bassa fino all'auto mentre ero in giacca e cravatta senza nemmeno sapere il perché. Dopo un paio di ore ci fermiamo davanti a un'enorme villa che non avevo mai visto.

Entro dentro con ai miei fianchi i signori Lee e subito noto il fascino che quella casa emanava. Veniamo portati in un salotto e io mi guardo intorno. Dopo poco entrano 3 adulti e 2 bambini. Sorrido guardando i bambini, cosa rara visto che non sorridevo mai. Li vedo rincorrersi per poi mettersi insieme mano nella mano sul divanetto sorridenti mentre parlavano e giocavano tra loro. Li guardo con gli occhi un po' lucidi fissandoli con la testa inclinata di poco perso nei miei pensieri ma poi ricevo una gomitata fortissima nel fianco da parte della signora Lee e gemo di poco dal dolore e asciugo subito la lacrima che mi era scesa e torno a prestare attenzione agli altri e mi presento inchinandomi semplicemente mentre al mio posto parlano i Lee. 

Inseguito cominciano a parlare tra di loro e io me ne sto a testa bassa sentendo li sguardo del ragazzo seduto davanti a me che mi scrutava quasi volesse vedermi l'anima. Faccio finta di nulla come era mio solito fare. Non mostravo emozioni e fisso il tappeto sotto i miei piedi. Non presto nota attenzione finché non sento il mio nome e la parola matrimonio. Subito alzo la testa restando attenzione. Che volessero farmi sposare? Ma ho solo 16 anni... Non sono pronto e poi nessuno vorrebbe mai un problematico come me. 

Il ragazzo dai capelli ricci davanti a me, infatti, non sembra molto contento e subito si alza incazzato e mi comincia a sbraitare con i suoi genitori dicendo che non voleva ancora sposarsi e che se mai avesse voluto farlo non sposerebbe di certo un ragazzo come me. Cosa ho che non va? Ah giusto... sono malato. 

In seguito, i miei "genitori" portano in disparte il giovane di cui non sapevo ancora il nome lasciandomi da solo con i genitori dello stesso. Loro si avvicinano e si siedono al mio fianco e cominciano a farmi domande. Ovviamente tiro fuori il mio ipad e cominciato a scrivere le risposte per poi mostrare loro il tutto. Comunichiamo con questo sistema un po' scomodo ma vedo che sono molto contenti di conoscermi. 

In the meanwhile -----

Tae pov

Vengo portato in disparte dai signori Lee. Non volevo sposare quel Min coso ... primo era problematico secondo amavo e amo soltanto la mia Ha-eun e mai amerò qualcun altro. Inoltre, poi là fuori ci sono ragazze e ragazzi ben più belli e normali di lui. 

Sig. Lee: Taehyung figliolo, ragiona... Yoongi è malato e per giunta muto. Non si lamenterà mai. Puoi picchiarlo, tradirlo, uscire con chi vuoi. Hai il nostro permesso per fare quello che vuoi. Potrai frequentarti con chiunque tu vuoi. Questo matrimonio è solo un contratto che facciamo per le nostre aziende. 

Penso alla proposta guardandoli un po' schifati. Come potrebbero mai i genitori fare una cosa del genere al proprio figlio? Ma tutto sommato la proposta non sembrava male a me. Avevo piena libertà di fare quello che volevo.

Dopo averci pensato su un'attimo ghigno ed accetto la proposta.
Torniamo di la con la bella notizia e noto i miei genitori felici a parlare con il pazzo. Tutto sommato non era così brutto, pelle lattea perfetta, piccoli occhi marroni attenti sempre a ciò che avviene attorno a lui, un naso carino carino e delle labbra a dir poco perfette. Scollego il cervello da questo pensieri e i miei genitori decidono di mandare Yoongi a fare amicizia con i gemellini, i miei fratellini, in camera giochi.

Li vedo andare via e cominciamo a discutere e parlare del matrimonio e tutto. Alla fine era come un contratto con il quale si univano solamente le nostre aziende. 

Yoongi pov

Sorrido mentre vengo trascinato dai due gemellini di prima che ho scoperto chiamarsi Ha-neul e Jae-min e che avevano solo 2 anni e mezzo. Erano davvero carini e gentili con me. Passiamo un paio d'ore a giocare insieme finché entrambi stanchi prendono il proprio ciuccio e il proprio peluche e vengono da me con anche le copertine. Sorrido e mi metto sul loro letto e loro si mettono ai miei lati. Uno a destra e l'altra a sinistra. Mi abbracciano addormentandosi, mentre senza accorgermi comincio a cantare loro la mia canzone preferita che ormai ascoltavo di anni in loop. Dopo un po'ritorno alla realtà e mi zittisco subito asciugandomi le lacrime, maledicendomi mentalmente. Non posso distrarmi così con dei bambini come se nulla fosse. Devo stare più attento a non farmi sentire dagli altri. Loro possono sentirmi, sono bambini... basta che spieghi loro di non dire agli altri che so parlare. Controllo subito se qualcuno mi abbia sentito oltre ai bambini visto che mi sentivo osservato ma non vedo nessuno alla porta. Torno in mezzo ai bambini e mi metto a coccolarli con calma finchè non mi addormento anche io.

Lovely - TaegiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora