La generosa Dea bendata.

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Frisk:
Quindi ora toccava a lei?
D'accordo.
Sentiva il cuore nel petto batterle a una velocità folle e il respiro farsi velocemente teso nonostante all'inizio di una qualsiasi partita di memo la scelta di carte non conta molto essendo che nessuno conosce le posizioni delle carte, ma dopotutto come biasimarla.
Si stava giocando giocando la sua stessa vita perciò era più che giusto che fosse terrorizzata.
Doveva scegliere più che attentamente le carte da voltare nonostante fosse solo l'inizio.
Dentro di se stava implorando disperatamente alla Dea Bendata di
darle la grazia.
Frisk prese tutto il coraggio che le restava e si fece guidare dalla sorte.
Fece scorrere la mano lungo tutto il tavolo e quando sentì che la carta era quella giusta la voltò di scatto.
Non appena la vide le fu immediatamente familiare.
Era la carta che aveva voltato Aron poco prima!
Si sforzò per qualche attimo e subito dopo si ricordò la posizione esatta della carta.
Andò verso la posizione di quest'ultima e la voltò.
Come pensava si era creata la coppia.
Nella faccia di Aron, per un piccolissimo istante, trasparì un lieve strato di paura.
-La giocatrice ha fatto una coppia, per questo motivo può continuare a voltare le carte fino a un nulla di fatto.-.Disse il Dealer.
Quindi poteva continuare?
Frisk si rilassò lievemente nonostante fosse solo una coppia.
Forse la Dea bendata era davvero dalla sua parte?
Si, aveva solo iniziato la partita, ma era già in vantaggio rispetto al suo sfidante, questo voleva dire che la fortuna aveva scelto lei, giusto?
Decise nuovamente di farsi guidare dalla sorte e fece scorrere una seconda volta la mano lungo il tavolo fino a raggiungere la carta che le sembrava più convincente.
La voltò di scatto.
Era un Re di quadri.
Le probabilità di trovare un'altro Re di un qualsiasi tipo erano estremamente basse.
Frisk sentì quella fragile calma che era riuscita a costruirsi polverizzarsi istantaneamente.
Era stata una stupida a credere di essere fortunata.
Ora avrebbe segnato un nulla di fatto e Aron avrebbe fatto la sua mossa.
Forse quest'ultimo avrebbe fatto una coppia e continuando ne avrebbe fatte altre lasciando Frisk in svantaggio.
Non poteva permetterselo...no.
Lei si stava giocando la sua vita!!!
Non doveva perdere!!!
Improvvisamente si ricordò che stava ancora e giocando e così, in totale disperazione e tristezza, scelse la prima carta che le capitò a tiro e la voltò senza nemmeno minimamente sperare in un'altro Re.
Uscì un Re di cuori.
Non era di quadri, ma era pur sempre un Re.
Frisk sentì la tensione nel suo corpo distendersi leggermente.
La Dea bendata sembrava essere davvero dalla sua parte.
La giovane donna posò il suo sguardo sul volto di Aron e notò che quel sottile e per poco visibile strato di paura si era fatto leggermente più spesso e duraturo.
Lei si complimentò mentalmente con se stessa per la grande recita che stava mettendo in atto, ma non poteva certo abbassare la guardia.
-La giocatrice ha fatto una coppia, per questo motivo può continuare fino a un nulla di fatto.-.
Bene, toccava di nuovo a lei.
Ogni mossa era importante, ogni singola carta sbagliata o non scoperta poteva essere la sua rovina...o la sua morte.
Lo aveva capito fin troppo fermamente.
Doveva essere la più scaltra possibile o non sapeva quale sarebbe stato il suo destino.
Anzi, lei lo sapeva incredibilmente bene, ma pensarci le dava un forte senso di nausea quindi tentava di non sapere di quell'orribile e possibile futuro.
Iniziò a capire come mai il gioco d'azzardo piacesse tanto alla gente.
Non fraintendetela, non stava prendendo il gusto o addirittura una dipendenza dal gioco d'azzardo, anzi, odiava sempre di più stare in quel luogo pieno di alcool, vizi, illegalità e persone altamente deplorevoli o disgustose oppure perfino entrambe, ma sotto un certo punto di vista riusciva a capire l'essenza del gioco d'azzardo e dei casinò.
L'atmosfera in se aveva qualcosa di particolare.
Era come se tutto andasse più lentamente e l'aria pesasse.
Sentiva le frastornanti le voci degli altri giocatori, ma non ascoltandole, essendo completamente concentrata sulla partita, esse diventavano un'unico miscuglio di suoni e voci che, per quanto fragoroso e stordente, dava una particolare atmosfera al gioco.
Era come se, durante il gioco, ogni singola sensazione fosse intensificata e il mondo intorno a se stessi improvvisamente appariva amplificato in ogni stimolo, forse per l'ansia o forse per il sollievo dopo una mossa vincente oppure erano queste due cose messe assieme.
Frisk non sapeva perché, ma nonostante quella fosse la sua prima sera in un casinò si sentiva già una giocatrice professionista.
Guardò le carte davanti a se.
Era pronta.
Doveva scegliere attentamente le sue carte, ma sapeva che ce la poteva fare.
Sentì una potente fiamma di determinazione infiammare la sua anima.
Si sarebbe fatta valere in questa partita, costi quel che costi!!!
Alzò la mano e la fece scivolare lungo tutto il tavolo.
Quando trovò la carta che secondo lei era quella giusta la voltò di scatto.
Quattro di quadri.
Le probabilità di trovare una coppia erano già più alte di prima, ce la poteva fare!!!
Fece nuovamente scorrere la mano lungo il tavolo alla ricerca della coppia e quando trovò la carta scelta la girò.
Quattro di quadri.
Ce la aveva fatta di nuovo, si!!!

Sans:
Sans si sentiva fremere di divertimento dentro di se.
Era talmente felice di come agiva la sua piccola bambola fortunata!!!
Sentiva la sua anima battere estasiata contro la sua gabbia toracica ogni volta che la ragazza faceva una mossa vincente.
Quando aveva visto quella fiamma di determinazione accendersi nei suoi bellissimi occhi si sentì letteralmente in paradiso.
Lui stava sperando con tutto se stesso che la sua dolce giovane donna riuscisse ad'arrivare all'ultimo round in modo da poter finalmente presentarsi e parlare con lei.
Non stava già praticamente più nella pelle e se solo avesse potuto sarebbe già andato da lei in quel momento, ma doveva pazientare.

Frisk:
-La giocatrice ha fatto una coppia quindi può continuare a giocare fino a un nulla di fatto.-.Disse nuovamente il Dealer.
Frisk aveva già tre coppie mentre il suo avversario ancora zero.
Quest'ultimo ora aveva una lieve ma permanente paura stampata sul volto e lei non riuscì a fare a meno di provare un profondo senso di soddisfazione.
Era già in un buon vantaggio.
Dopotutto, se le carte erano cinquantadue, se riuscisse a fare più di ventisei coppie avrebbe già vinto essendo oltre la metà delle carte.
Leggermente rassicurata da questa sua affermazione interiore, scelse nuovamente la carta.
Regina di cuori.
E ecco che le probabilità di trovare una coppia si abbassavano di nuovo.
Per fortuna non si sentiva più tanto disperata come prima nonostante una parte di lei stesse navigando in una gelida agonia.
Era in vantaggio e anche se sperava intensamente in una coppia se essa non si fosse creata il risultato non sarebbe stato tanto disastroso come prima.
Scelse la carta e la voltò.
Quattro di cuori.
Non la spaventò particolarmente quel nulla di fatto.
Sapeva che continuare a fare mosse corrette senza mai bloccarsi era praticamente impossibile nel memo, quindi un po' se l'aspettava.
Era ancora completamente terrorizzata per quell'orribile destino che l'attendeva se avesse perso, ma a poco a poco stava prendendo sicurezza.
Aveva fiducia nella sua determinazione.
Inoltre c'era sempre la possibilità che Aron non facesse ancora nessuna coppia, no?
-La giocatrice ha compiuto un nulla di fatto, quindi ora è il turno del giocatore.-.Disse il Dealer.

Sans:
-Merda...-.Mormorò Sans con una voce alquanto infastidita.
Sapeva che la sua bambola era in vantaggio, però non riusciva a sopportare la possibilità che quello stronzo del suo sfidante potesse batterla.
Doveva vincere lei a ogni costo.
Altrimenti lui come avrebbe dovuto fare a parlarle?
Per quanto un'espressione di terrore sul suo dolce faccino sarebbe stata una totale delizia per Sans, voleva che vincesse a tutti i costi.
Se solo avesse potuto sarebbe andato lì, avrebbe tirato un pugno al naso a quel suo schifo di sfidante e avrebbe fatto vincere la sua bella bambolina per tavolino.
A pensarci bene, lui avrebbe potuto farlo...
Lui lì era il capo, il boss.
Era lui a decidere cosa fosse divertente o...cosa fosse giusto o sbagliato.
Poteva cambiare le regole quando e come voleva.
Se lui avesse detto che poteva fare così, avrebbe potuto farlo.
Si alzò per andare a fare esattamente quello, ma la parte razionale di se lo fermò.
Non poteva farlo.
Già solo presentarsi da lei in quel momento sarebbe sembrato da maniaco, ma spaccare un naso davanti alla sua piccola l'avrebbe di sicuro fatta spaventare.
In quel momento doveva ascoltare la sua parte più razionale.
Magari l'avrebbe potuta ignorare per spaventare un po' la sua piccola signora, ma non ora.
Si sedette nuovamente alla sua scrivania mentre sentiva quel fastidio ribollire dentro di se.
Improvvisamente sentì qualcosa di caldo colargli dall'occhio sinistro.
Si asciugò la guancia, su cui il liquido era scorso, con la mano e Sans vide che sopra di essa c'era un rivolo di oro colato.
Si stava arrabbiando troppo e doveva risparmiare la sua magia.
Face qualche respiro profondo e lentamente il suo umore tornò stabile.
La sua piccola bambola ce l'avrebbe fatta.
E anche se non fosse così lui avrebbe trovato un'altro modo per parlarle.
L'aveva aspettata troppo per farsela scappare.

Vali più dell'oro GAMEFELLDove le storie prendono vita. Scoprilo ora