7//sposami//

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Era una notte di mezza estate (scusate il riferimento a Shakespeare ahah), la luce delle stelle e della luna illuminava i corpi dei due amanti stesi sull'erba, le loro gambe intrecciate, le braccia strette al corpo dell'altro, i loro respiri mischiati. I due uomini accarezzavano dolcemente la pelle dell'altro, scambiandosi di tanto in tanto dei baci pigri un po' ovunque.
Erano ancora nudi, reduci da una notte di passione, stretti in quel calore e in quella intimità che non era provocata solo dal sesso, ma dalla potenza dei loro sentimenti, dalla dolcezza delle loro carezze, dalla morbidezza delle loro labbra.
Achille aveva questo pensiero fisso da giorni, amava Patroclo, non avrebbe mai pensato di poter vivere la sua vita con nessun altro che non fosse stato lui e gli sembrava un pensiero praticamente ovvio. Però in quei giorni aveva sentito la necessità di ufficializzarlo. Di renderlo saldo, ovvio agli occhi di tutti, di renderlo più reale. Achille sapeva che nè lui nè Patroclo avrebbero mai sposato una donna, come era necessario invece fare, e proprio perchè sapeva che sarebbero stati gli unici nella vita l'uno dell'altro, ebbe il coraggio di dire quelle parole, quella notte di mezza estate, con le stelle e la luna a fargli da testimoni.

"Sposami" uscì fuori secco, risoluto, diretto e spontaneo.
"Cosa?" Patroclo era sicuro di aver capito male, ma questo non lo fermò dallo squadrare il biondo come se gli fossero spuntate delle vipere sul capo.
"Sposami" ripetè Achille con semplicità.
"Sei impazzito?"
"Dei Pat, ovvio che no" rispose con ovvietà e ironia il biondo.
"Mi sembra il contrario invece" affermò scioccato il moro. "Sei consapevole che non possiamo sposarci come un uomo e una donna, si?".
"Chi l'ha detto?"
"Achille hai per caso battuto la testa? Sai che un matrimonio si celebra tra un uomo e una donna con lo scopo principale di procreare, giusto?".
"Chi l'ha deciso? Io voglio sposarti comunque, perchè non posso?" chiese Achille, facendo quasi impazzire Patroclo.
"Forse perchè non sono una donna?!" rispose il minore esasperato.
Il biondo stava per rispondere. "Non provare a dirmi "chi l'ha detto" perchè giuro sugli dei che ti taglio il cazzo".
Ad Achille scappò una risata divertita, mentre, assolutamente solo per casualità, si copriva il membro nudo con una mano, allontanandolo dalla portata di Patroclo.

"Voglio sposarti, ti amo, lo sai, e voglio farti una promessa d'amore e fedeltà eterna. Non lo possiamo chiamare matrimonio? D'accordo, non mi interessa, ma voglio che tutta la Grecia, tutto l'Olimpo e soprattutto tu sappia che ti amo, che sei mio così come io sono tuo."
Il tono di voce del biondo era tanto dolce quanto solenne e, dopo quelle parole così estremamente intrise di amore, Patroclo si ritrovò con gli occhi colmi di lacrime ed il cuore che stava per scoppiare.
"Lo voglio anch'io" rispose con un filo di voce.
"Cosa?"
"Voglio anch'io che tutti sappiano che io sono tuo e tu sei mio. Ti amo e nella mia vita non ci sarà nessun altro che potrò amare anche solo un decimo di quanto ami te."
"Quindi mi sposi?" chiese Achille con voce tremante.
"Non lo voglio chiamare matrimonio. Non è un matrimonio il nostro. È la nostra promessa eterna."
Achille si sporse verso il moro e lo attirò tra le sua braccia, baciandolo con trasporto, lentamente e dolcemente, suggellando quelle parole.

Entrambi si alzarono, si misero al centro della grotta, esattamente al di sotto dei riflessi di luce della luna e delle stelle. Si guardavano negli occhi, ammirandosi a vicenda, avevano le mani strette tra di loro, salde, indissolubili, eternamente legate.

"Io, Achille, figlio di Peleo, giuro qui, davanti agli Dei, di amarti per sempre, soltanto tu, per l'eternità."

"Io, Patroclo, figlio di Menezio, giuro qui, davanti agli dei di amarti per sempre, soltanto tu, per l'eternità".

"Che gli Dei possano benedire il nostro giuramento" .

Un bacio a suggellare quella promessa.
Una promessa di amore eterno, oltre la morte, oltre i secoli.

"Sai che questa è la nostra prima notte di nozze?" chiese Achille con un sorrisetto malizioso in volto.
"Non è un matrimonio" tubò esasperato Patroclo.
"Ma io direi che questa parte possiamo aggiungerla noi, che ne dici mogliettina?"
"Ti giuro, mi manca solo un'altra tua parola per revocare all'istante la prome-" il discorso infuriato del moro fu interrotto da un bacio estremamente coinvolgente, che portò i due amanti a stendersi di nuovo sulle loro tuniche lasciate a terra.

I baci aumentarono, Achille percorse con le labbra tutto il corpo del suo amante, quasi a volerlo imprimere nella sua mente attraverso le labbra. Con le dita studiò ogni lembo di pelle esistente, addentrandosi nella sua parte più intima per prepararlo. Soffici gemiti uscirono dalla bocca di Patroclo.
"Sono pronto io- cazzo- entra, ora" disse tra i gemiti.
"Sei rimasta pura per me mia sposa?" chiese strafottente Achille, ridacchiando.
"Ti giuro io-" le minacce del moro furono fermate dal membro dell'altro che aveva iniziato a farsi spazio tra le sue carni, allargandolo piacevolmente. "Vaffanculo"
"So che mi ami" scherzò Achille , per poi tornare subito serio. "Ti amo Patroclo, più della mia stessa vita".
"Ti amo anch'io Achille"
I loro corpi, ancora incastrati, iniziarono a muoversi, modellarsi, unirsi, rincorrersi e stringersi. L'amore era sprigionato da ogni poro della loro pelle, come una dolce esplosione. Vennero dopo poco, stretti, uniti, inseparabili.

La loro promessa impressa nelle stelle, il loro giuramento scritto nei loro cuori.

ANGOLO AUTRICE
Salve tesorin*, come va? La scuola mi sta sfinendo, scusate terribilmente per l'inattività e per i possibili errori in questo capitolo. Ringrazio immensamente tutti per i commenti carinissimi che lasciate sotto ogni capitolo. Grazie di tutto, spero che abbiate passato una buona giornata
Baci <3
Bluen

One shots|| 𝐼𝑜 𝑒 𝓉𝑒 𝓅𝑒𝓇 𝓈𝑒𝓂𝓅𝓇𝑒|| patrochilleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora