Capitolo 4

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Le corro dietro inseguendola ma quando arrivo all'ospedale è sparita. Una ragazza mi ferma per parlarmi prima che vada nella sua stanza.

 -Signor Tomlinson, Handiny ha richiesto che le venga affidato un altro caso-

-Come, scusa? -

Non potevo crederci, Handiny aveva richiesto di non essere più affidata a me. Non l'avrei più vista.

 -Da ora seguirà Daniel, un bambino di otto anni. È autistico, ha un tumore non molto sviluppato al cervello e...-

-Dov'è ora? -

-Penso sia nella sala di ricreazione con gli altri bambini. Dovrebbero esserci anche i suoi compagni-

-Dov'è Handiny? -

-Ah, intendeva la ragazza...-

-Si e vorrei sapere dove diavolo è -

Si sistema un ciuffo di capelli dietro l'orecchio e sospira.

 -Mi dispiace ma non vuole essere disturbata-

Lascio lì quella donna fastidiosa e mi dirigo verso la sua camera. Busso ma nessuno risponde, apro la porta ma la camera è deserta. Per il nervosismo scaglio un pugno sulla parete e il gesso si sgretola sotto la mia mano. La mano mi sanguina ma al momento non me ne può fregare di meno. Mi passo le mani sul viso e qualche lacrima di disperazione sfugge dai miei occhi. Chiudo la porta della camera e vado nella sala della ricreazione dove gli altri stanno giocando con i bambini. Perché deve fare così? Perché si chiude in sé stessa senza darmi la possibilità di aprirle gli occhi? Rifiuta in principio di conoscere questo mondo, senza sapere però che non tutto è malvagio e ingiusto come crede lei. Fuori dalla porta della stanza di ricreazione si sentono già le voci di bambini gridare e ridere. Mi asciugo le guance e gli occhi velocemente con i palmi delle mani per poi fare un grosso respiro. Tiro su la maschera della felicità e abbasso la maniglia entrando nella stanza. Mi viene un po' da ridere per la scena che mi si presenta davanti. Niall è con un bambino sulle spalle mentre si finge un dinosauro terrorizzando gli altri, Liam sta leggendo un libro ad un gruppetto di ragazzini e Zayn ovviamente sta pettinando le bambole spettegolando di Barbie e Ken con delle bambine. Cerco Harry con lo sguardo e lo trovo a fare solletico ad un bambino insieme ad una ragazza. Lei sorride e a lui si illumina lo sguardo. Sono contento di vederlo così. Si gira e mi vede, mi saluta con una mano e parla alla ragazza per poi venirmi incontro.

 -Ehi Lou, che ci fai qui? Non dovresti essere con Handiny? - abbassa lo sguardo e si rabbuia - che hai fatto alla mano? -

-Niente di che, ero nervoso. Handiny si è di nuovo chiusa a riccio in sé stessa però ora ha chiesto che mi venisse affidato qualcun altro perciò non ho più possibilità di incontrarla e ora sto cercando un bambino che si chiama Daniel-

 Harry spalanca la bocca incredulo per quello che gli ho detto.

 -Prima è tutta dolce e poi non vuole più vederti? Che bipolare mer... -

Lo fulmino con lo sguardo minacciandolo di ritirare quello che stava per dire.

-Meravigliosa- sorride a trentadue denti.

-Comunque basta parlare di Handiny, chi è lei?-

Faccio un cenno verso la ragazza di prima e lui sorride guardandola.

-Lei è la futura signora Styles, si chiama Lisa ed è stupenda. È da qualche giorno che parliamo, lei si occupa del centro ricreativo per i ragazzi. Oggi usciamo, la porto a fare un picnic in spiaggia e magari succederà qualcosa. È molto spiritosa, ammettilo che ha un bel corpo e...-

Gli tappo la bocca visto che stava iniziando a urlare e tutti si stavano girando verso di lui, compresa Lisa. Mi lecca la mano e io la ritraggo schifato.

-Comunque, sai dov'è Daniel?-

Harry fa un'espressione dispiaciuta e poi si gira facendo un cenno verso un bambino che sta seduto nell'angolo della stanza tenendosi le ginocchia. Diamine, non bastava Handiny e la sua schizofrenia? Perché mi affidano i ragazzi più problematici. Mi avvicino lentamente al ragazzo e mi inginocchio davanti a lui, si stringe sempre più in sé stesso. Alzo una mano e chiude gli occhi impaurito ma la poggio delicatamente sulla sua testa e gli scompiglio i capelli.

-Ehi campione, perché non sei con gli altri a giocare?-

Mi guarda con i suoi grandi occhioni e tira su con il naso per poi tornare a guardare le sue ginocchia. Mi siedo accanto a lui imitando la sua espressione lo osservo.

-Lo so, questo posto è un po' opprimente. Inoltre è faticoso parlare, devi muovere sia la bocca che la lingua, troppo impegno per una persona sola. Devi anche pensare a cosa dire! Mi stanco solo a pensarci-

Scuoto la testa drammaticamente e finalmente lui ride mostrandomi i suoi dentini bianchi come il latte.

-Tu stai parlando!-

Mi indica ridendo ancora e gli sorrido.

-Anche tu! Ma allora ne sei capace. Come ti chiami?-

-Sono Daniel-

Mi porge la sua manina e la stringo.

-Piacere Daniel, io sono Louis. Ti va se andiamo a mangiarci un bel gelato?-

-Sii, io amo il gelato!-

Urla euforico alzando i pugni in aria. Mi alzo e gli porgo una mano che afferra prontamente e salutiamo i ragazzi per poi avviarci verso la gelateria. Quando siamo davanti la porta Lisa ci ferma.

-Aspetta Louis, fuori fa freddo, questo è il giubbotto di Daniel-

Mi porge un cappottino blu che infilo a Daniel per coprirlo. Usciamo dall'ospedale e una folata subito ci investe spingendoci in dietro. Mi chino e prendo Daniel in braccio. Lui apre le braccia e ride fingendo di essere un aereo. Arrivati nel bar andiamo al bancone e paghiamo due gelati per poi sederci ad un tavolino. Distolgo la vista da Daniel che si gusta la sua cioccolata per guardarmi in giro: oltre a noi c'è una madre con i figli e una coppietta che si tiene le mani. Aspetta, ma quella è...Handiny?

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