Capitolo 2

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Rimango scioccato dalle sue parole,infondo non aveva tutti i torti. Chissà quante persone prima di me avevano fatto lo stesso. La guardo un secondo,è appallottolata nella stessa posizione di quando sono arrivato,lentamente mi giro e me ne vado.

***
-Dove sei finito oggi?-

Harry si butta a peso morto sul divano accanto a me e alcuni pop corn volano fuori dalla busta.

-Quella ragazza non vale il mio tempo-

Smette di guardare la televisione e si rivolge a me con espressione confusa.

-Per una volta devi smettere di ricordarti costantemente chi sei. Smetti di essere il famoso Louis Tomlinson dei One Direction,sii il semplice ragazzo che veste come un barbone di Doncaster-

-Non voglio tornare a vestirmi in quel modo-

-Non hai afferrato il concetto,te lo spiego meglio. Scendi da quel piedistallo! Smetti di crederti superiore a tutti,non sei Dio sceso in terra. Smetti di essere un montato-

Prende una manciata di pop corn e me la lancia addosso per poi andare al piano di sopra imitandomi con una falsa vocetta acuta,"Quella ragazza non vale il mio tempo" "ma vaffanculo Tomlinson". Mi è passata la fame perciò riporto i pop corn in cucina e spengo la televisione pulendo il divano dai chicchi caduti. Salgo le scale strusciando i piedi stancamente e busso alla porta di Harry.

-Cosa vuoi coglione?-

-Volevo chiederti scusa per prima-

Apre la porta e mi sorride con gli occhi chiusi come un bambino.

-Però non sai cosa mi ha detto-

Il sorriso lascia il suo volto e sbuffa appoggiandosi al cornicione della porta.

-Sentiamo cosa mai ti avrà detto-

-Mi ha detto che sono soltanto una celebrità come le altre che vanno negli ospedali per farsi le foto con i malati di cancro nel tentativo di ristabilire la loro bella immagine-

-E non lo sei?-

Farfuglio lettere a caso con qualche "io" in mezzo cercando di formulare una frase di senso compiuto che risponda alla sua domanda,ma non ci riesco,non so veramente come replicare. Mi limito a guardarlo torvo mentre ghigna soddisfatto per poi congedarmi con un misero "vaffanculo".

***

La sveglia suona e lo schermo fin troppo luminoso illumina tutta la stanza. Non riuscendo a spengerla ad occhi chiusi guardo il telefono e per poco non rimango cieco.

-Vuoi spegnere quella cazzo di sveglia?-

Un Harry furente apre di scatto la porta e mi urla contro.

-Sei nel tuo periodo tesoro?-

Mi guarda male.

-Va bene,la spengo!-

***

Entriamo nell'ospedale e vado verso la camera di Handiny. Busso leggermente...nessuno risponde. Vado verso il bancone della reception e trovo l'infermiera del giorno prima.

-Hey-

-Hey occhi azzurri-

Mi sorride ampiamente mostrandomi la sua dentatura perfettamente bianca.

-Handiny dov'è? Non risponde-

-Vedo che non è riuscita a scoraggiarti,bene. Comunque ora è a fare un esame del sangue,penso che entro mezz'ora sarà nella sua stanza-

Si china a controllare dei cassetti.

-Ok,grazie-

-Aspetta-

-Si?-

Mi giro per controllare e vedo che sventola delle chiavi in aria.

-Queste sono la copia delle chiavi della sua stanza,penso che tu ne abbia bisogno-

-Grazie!-

Le sorrido mostrandole il mio gratimento. Scendo dalle scale mobili e vado nella zona negozi. Entro in un negozietto piccolo ma pieno di cose rosa e stuccose.

-Posso aiutarla? Oddio,ma sei Louis Tomlinson!-

Una ragazza dai lunghi capelli neri mi accoglie da dietro il bancone.

-Piacere di conoscerti...-

-Costanza,ma se vuoi puoi chiamarmi Costi-

-Va bene Costanza,le cose stanno così,stiamo facendo questo progetto con questi ragazzi malati e quella che mi è stata assegnata mi odia. Al momento è a fare un esame e vorrei sorprenderla con un regalo-

-Come può non amarti?! Comunque conosco quasi tutte le ragazze che sono qui da tanto tempo,prova a dirmi il nome-

-Handiny,Handiny Brooms-

-Handiny? Ora si spiega tutto! Comunque per Handiny non credo sia il posto giusto,non gli piacciono queste cose "stucchevoli" come dice lei-

Qualcosa in comune ce l'abbiamo.

-Ti consiglio cioccolatini,ama il cioccolato,la aiuta a scaricare lo stress degli esami medici-

-E tu hai delle scatole di cioccolatini?-

-Certo! Forse è meglio la scatola di legno piuttosto che quella a forma di cuore...-

-Hai ragione-

Arrossisce e va verso uno scaffale prendendo una scatola della Ferrero Rocher. Compro i cioccolatini e la saluto lasciando il negozio mentre mi fissa arrotolandosi una ciocca di capelli intorno alle dita. Passo dalla caffetteria prendendo una brioche alla marmellata e un cappuccino. Se sta facendo gli esami del sangue vuol dire che è a digiuno,quindi è affamata. Salgo di nuovo le scale mobili e vado nella sua stanza. Passando davanti alla reception Rose mi guarda male vedendo i miei acquisti. Entro nella stanza con la chiave che mi ha dato. Tutto è in disordine:il letto è letteralmente distrutto,il materasso è per terra e i lenzuoli sono sopra una mensola,i vestiti sono sulle tapparelle della finestra e il letto è dall'altra parte della stanza. Metto i regali sul tavolino delle medicine e inizio a piegare i vestiti. Dopo che ho rifatto il letto apro la finestra e sento la porta aprirsi. Una chioma bionda irrompe nella camera e due occhi viola mi trafiggono increduli mettendomi in soggezione.

-C-ciao-balbetta guardandosi in giro.

-Hey! Come è andato l'esame? Rose mi ha dato le chiavi perciò sono venuto e ho trovato tutto disordinato,visto che avrei dovuto aspettare ho messo un po' apposto e...oh,giusto! Visto che erano esami del sangue-vado verso la busta-ti ho preso da mangiare,sarai di sicuro affamata-

Osserva la busta che ho in mano non capendoci molto e poi mi guarda negli occhi. Sono così belli nella loro originalità,così diversi,speciali,potrei guardarli per il resto della mia vita. Riescono ad infonderti allegria e disagio allo stesso tempo,sono freddi ma allo stesso tempo bruciano. Rose è sulla porta guardandomi soddisfatta e mi mostra i pollici in segno di "okay".

-Perché sei tornato?-

-Perché sono diverso dagli altri-

-Non è vero,siete tutti uguali-

-Forse Louis lo è,lo ammetto è uno spocchioso,antipatico con la puzza sotto il naso-

Ridacchia guardando il pavimento,mi illumino al suo sorriso. Le metto due dita sotto il mento alzandole lo sguardo.

-Ma lascia che ti presenti Boobear-

-Boobear?-

-Mi chiamava così mia madre quando ero piccolo-

-Va bene orsacchiotto-

Ride illuminando la stanza,Rose ringrazia il cielo e le campane iniziano a suonare.

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