Capitolo 5

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Si tengono le mani e lui la fa ridere. Ad un certo punto lei si gira e quando mi vede impallidisce guardandomi stupita. Torno a guardare Daniel che intanto ha finito il gelato e si guarda in giro. Rido leggermente per il fatto che è sporco di cioccolato perciò prendo un fazzoletto e lo pulisco.

-Questi tovagliolini dei bar sono duri e fanno male e poi sono piccoli, non bastano neanche per soffiarsi il naso!-

Rido per la sua recensione sui fazzoletti del bar ma poi mi ricordo che Handiny mi sta guardando e lo prendo per mano uscendo. Sento una voce flebile chiamarmi ma la ignoro e mi chiudo la porta di vetro alle spalle. Dei brividi mi percorrono la schiena quando il freddo invernale ci investe, questo mi ricorda che tra poco è Natale. Non ho molta voglia di tornare a casa, folle di ragazze assalirebbero Doncaster per vedermi e almeno durante le vacanze voglio stare tranquillo. Arriviamo all'ospedale che è buio ed entriamo riscaldandoci quasi subito. Porto Daniel nella mensa e lo lascio al tavolo con gli altri.

-Louis!-

Mi giro sperando sia Handiny ma non ha la voce così roca, infatti è Harry che mi sventola la mano davanti.

-Ehi Harry-

Lo saluto con un cenno del capo e un sorriso flebile, mi guarda storto aggrottando la fronte.

-Che hai? Ancora per Handiny? Santo il mi nonno Beppino e mia nonna Gesualda, scordala!-

-I tuoi nonni non si chiamano così-

-Louis, era per dire, non fare il pignolo-

-Ma...comunque l'ho vista al bar qui vicino con un ragazzo e non sembravano semplici amici-

La sua faccia è scioccata e gliela chiudo per non farci entrare le mosche.

-Prima mi dice che non vuole farmi soffrire quando se ne andrà e poi la trovo a fare l'oca giuliva con un moretto-

-Mi dispiace Louis, è una stronza-

-Già-

Mi perdo a guardare il muro davanti a noi. Mi sembra di vederla ovunque, persino le formichine nel cortile formano il suo viso. Sospiro pesantemente e guardo l'orologio, sono le 8:30.

-Harry è l'ora di andare-

Annuisce e ci avviamo verso l'uscita dove ci sono i ragazzi. Li saluto con un cenno della mano ma loro guardano un punto alle mie spalle, fai che non sia...come non detto. Mi sento tirare la maglia e mi giro scontrandomi con due occhioni viola. È mozzafiato, con i suoi capelli grano raccolti in una treccia, le guance rosse e un maglioncino a collo alto e attillato che le fascia il busto mostrando curve che non avevo mai visto. Guarda timidamente i suoi piedi e si dondola avanti e indietro, guarda a sinistra, dietro di me e poi me. Fa per parlare ma richiude la bocca mordendosi il labbro.

-Handiny, cosa vuoi?-

Cerco di tenere un tono menefreghista e spocchioso ma è impossibile quando hai lei davanti perciò tutto quello che esce fuori è uno sbalzo di voce che mi fa sembrare un tredicenne durante la pubertà.

-Mi dispiace, Lou-

-Non chiamarmi in quel modo, gli amici mi chiamano così-

Sembra delusa e abbassa lo sguardo per non farsi vedere mentre una lacrima le scende lungo la guancia, la asciuga velocemente con la manica del maglioncino mentre io cerco di non saltarle addosso, di non abbracciarla, di essere arrabbiato, di non prenderle il viso e bac...

-Louis, ti prego, mi dispiace. Sono stata stronza, è vero-

-Non sei stata stronza, sei stata bugiarda e ipocrita. Prima mi dici che ti devo stare lontano perché io non soffra e poi ti trovo in un bar con occhi verdi. Spiegami perché-

Guarda alla sua destra verso la finestra e si morde l'interno della guancia sbattendo gli occhi velocemente.

-Bene-

Faccio per girarmi ma mi blocca con la sua piccola mano.

-Vuoi per forza saperlo? Non ti basta sapere che mi dispiace? -

-No, voglio sapere che diavolo ha lui di così speciale da poter essere onorato della tua compagnia-

-È il mio fidanzato-

Sento come una coltellata nello stomaco, incredibilmente fastidiosa e quasi dolorosa. Sento gli occhi pizzicarmi e lei ricomincia a parlare.

-Il punto è che...-

-Basta così- le metto una mano sulla bocca –non mi interessa, mi hai già detto abbastanza-

-Ti prego Louis fammi parlare-

-No. Avevi ragione tu, sei una stronza-

Spalanca la bocca e mi stupisco anche io per quello che ho detto. È il contrario di quello che penso, vorrei dirle di spiegarmi tutto ma ho paura che quello che mi direbbe mi farebbe ancora più male. Mi giro e la congedo.

In macchina il silenzio è imbarazzante fino a quando Harry apre la bocca.

-Quella è Handiny? Gnoc...bella, molto bella-

Lo fulmino con lo sguardo e cala di nuovo un silenzio mortuale. Arrivati a casa non saluto nessuno, scendo dalla macchina e vado in camera mia, mi distendo sul letto e guardo il soffitto. La porta si apre e la testa riccioluta di Harry fa capolino.

-Sembri una teenager depressa, ti manca Lana Del Rey a palla nello stereo e una rivista con Robert Pattinson in copertina fra le braccia-

Mi giro verso di lui e sorrido leggermente.

-Dove li metti i tagli sui polsi che sembrano graffi di gatto e le guance rigate dalle lacrime?-

-Giusto-

Sorride guardando il pavimento e poi si siede sul bordo del letto scuotendomi la gamba.

-Senti, cancella ciò che ti ho detto. Quella ragazza è stupenda e se il carattere è bello anche solo un terzo di quanto non lo sia il suo fisico...beh, a quel punto vale la pena lottare. Non ti ho mai visto così, neanche quando hai iniziato ad uscire con Eleanor. Non devi dargliela vinta, tu domani vai in quel manicomio, ascolti quella ragazza e le fai capire che sei cento volte meglio di occhi verdi-

-Grazie Haz-

-Di niente Lou-

Sorride guardando la testiera del mio letto e poi spalanca la bocca illuminandosi.

-Lou, Lou, lo sai perché le lacrime sono salate?-

-No, perché?-

-Perché abbiamo il mare dentro-

-Haz-

-Si?-

-Esci da questa stanza-

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