8. Hey yo, This is Måneskin! ☌

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Damiano ›

«Perché l'avete chiamato covo?» ci chiede la giornalista di Vanity Fair che ci sta intervistando via Instagram.

Ho il gomito destro poggiato sulla gamba, la mano a fare da reggi testa. È l'ennesima intervista della giornata e tutti ci fanno sempre le stesse domande. Forse è la noia che mi spinge ad assumere questa posizione scomposta.

«Perché chiamarlo nascondiglio ci sembrava da scemi! Poi covo è più breve e non c'ha erre, lo può dire anche Ethan», rispondo alla donna con ironia. Almeno così ci facciamo quattro risate e non annoiamo chi, con tanta determinazione, continua a entrare in ogni diretta che avviamo. Non siamo mai stati così social, da questo punto di vista siamo i primi a definirci boomer.

«Invece con quavtiev genevale già faccio un po' più di fatica!» Ethan, che è alle mie spalle, prende subito parte alla gag gesticolando.

«Poi quartier generale mi sembra troppo importante», sottolinea la giornalista dall'altra parte del telefono, pettinando la frangetta con le dita.

«Eh sì, sembra una cosa istituzionale», aggiunge Thomas, seduto accanto a Ethan, grattandosi il naso, per poi lasciarsi sfuggire un: «Noi siamo dei cazzoni...»

La donna sembra non aver notato questo commento - o magari fa finta di non aver sentito - e finalmente ci liquida con un: «Va bene, vi ringrazio. Ciao ragazzi, buona serata e in bocca al lupo!»

«Grazie. Viva il lupo!» la salutiamo, in coro.

Una volta che la giornalista ha chiuso il collegamento, mi rivolgo ai nostri followers ancora connessi: «Ok, dopo questa ciao!» e metto le mani davanti l'obiettivo del telefono, mentre Victoria interrompe la diretta.

«Non ne posso più e questo è solo il secondo giorno qui a Sanremo!» esclamo esausto, andandomi a sedere sul divano beige con copri divano nero, pieno di cuscini di vari colori.

Il covo è decorato da tende porpora e grigie che ricoprono completamente le pareti. Gli strumenti dei ragazzi riempiono più di metà della stanza, mentre nell'altra metà troneggia la nostra postazione allestita per fare dirette e interviste. A chi chiede perché abbiamo creato il covo rispondiamo che questa stanza è nata per poter passare il tempo tutti insieme, concentrarci, fare le prove e dedicare del tempo ai nostri fan.

«Dai, che tra poche ore saliamo sul palco!» esclama Victoria.

Siamo tutti elettrizzati - non vediamo l'ora di esibirci - e fieri del lavoro fatto finora, soprattutto della canzone. Comunque vada nessuno riuscirà a tarparci le ali, non ci sono riusciti tutti quelli che ci prendevano in giro quando ci esibivamo per le strade della nostra bella città, figuriamoci adesso che siamo arrivati fin qui. Di critiche, negli anni, ne abbiamo ricevute tante, per non parlare degli insulti gratuiti per il nostro stile gender fluid, eppure non abbiamo mai mollato perché siamo ambiziosi e sappiamo bene dove vogliamo arrivare.

«Piuttosto pvendiamo tutto quello di cui abbiamo bisogno e andiamo in teatvo. Manca un'ova all'inizio del festival», dice Ethan, risoluto.

Lui riesce sempre a essere così razionale e posato. Credo di non avergli mai visto fare una sfuriata, anzi fa sempre da paciere nelle varie discussioni che nascono nei periodi di forte stress, in particolare tra me e Victoria. Io e lei siamo due teste calde, se qualcosa non ci piace non ci facciamo complimenti, anzi.

Soltanto un sorriso. // MåneskinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora