BALLO IN MASCHERA!
C'era qualcosa di terribilmente familiare a quel ballo a casa dei Lockwood, qualcosa che mi faceva guardare ansiosamente intorno. Probabilmente era perché c'erano davvero molte persone a quella festa, e non importava se fossero mascherate, continuavano a farmi sentire a disagio.«Sicura di stare bene?»
La mia testa scattò verso Stefan, che in piedi di fianco a Damon, mi guardava preoccupato. Sorrisi e annuì, cercando di essere il più convincente possibile. Non mi piaceva stare tra tutte quelle persone ma allo stesso tempo, non riuscivo a non trovare uno strano senso di dejavu nel trovarmi lì, con la musica, i vestiti eleganti, lo champagne e le persone che ballavano. Mi trovavo tra Stefan e Damon, entrambi con addosso un elegante completo e una maschera nera, su una rampa di scala che dava sul cortile dei Lockwood. Il posto perfetto per chi vuole tenere sotto controllo la folla.
«Non capisco ancora perché lei sia qui» disse Damon con un ghigno. Io voltai la testa dall'altro lato, decisa a non parlargli. «Oh avanti bella addormentata non puoi continuare a ignorarmi per sempre»
«Si può sapere che avete voi due?» chiese confuso Stefan, facendo scivolare il suo sguardo da me a suo fratello.
«Chiedilo a tuo fratello» dissi incrociando le braccia al petto. Avevo provato ad essere gentile con il maggiore dei Salvatore ma non era servito a niente. E ora che avevo smesso di parlargli, faceva finta di importargli.
«Damon, cosa le hai fatto?» chiese Stefan, quasi esasperato.
«Perchè pensi che sia stato io a farle qualcosa?» domandò Damon, fingendosi offeso. Stefan gli lanciò uno sguardo loquace e il vampiro dai capelli corvini alzò gli occhi al cielo. «D'accordo potrei averle detto qualcosa di un pochino cattivo.»
Mi voltai incredula verso di lui, finalmente guardandolo in faccia. «Un pochino?» gli feci eco.
«Va bene, va bene. Non sono stato gentile con te.»
Dire che non era stato gentile era un eufemismo. Scossi la testa e tornai a guardare i tanti invitati divertirsi per il cortile della villa Lockwood. Proprio quando pensai che avesse lasciato perdere, Damon mi avvolse un braccio intorno alle spalle facendomi congelare sul posto, più immobile di una delle statue di ghiaccio che avevo visto in giro.
«Non puoi tenermi il broncio per sempre, Ivy» mi sussurrò all'orecchio e io sentii una scia di brividi percorrermi la schiena. La sua voce era ghiaccio affilato e miele allo stesso tempo.
«Vogliamo vedere?» chiesi, deglutendo rumorosamente. Era troppo vicino.
«Beh...» il suo respiro caldo sul mio collo fece sorgere altri brividi. «Almeno lasciati dire quando sei stupenda stasera.»
Sentii le guance improvvisamente accaldarsi. Sapevo bene che non dovevo cadere nella sua trappola di attenzioni e che stava facendo tutto quello solo per distrarmi, ma era davvero difficile rimanere lucida e impedire al mio imbarazzo e alla mia poca esperienza di prendere il sopravvento. Pensai furiosamente a qualcosa da dirgli, ma alla fine tutto quello con cui riuscii a rispondere fu: «Grazie»
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𝐀 𝐋𝐨𝐬𝐢𝐧𝐠 𝐆𝐚𝐦𝐞
Fanfiction«E se sempre e per sempre non fosse così a lungo come pensavamo?» In cui una misteriosa ragazza si risveglia senza alcuna memoria sulla sua vita passata, dopo aver dormito per più di due secoli. klaus mikaelson x oc