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NON TUTTO CIO'
CHE E' MIRACOLOSO 
E' UN MIRACOLO!

NON TUTTO CIO' CHE E' MIRACOLOSO E' UN MIRACOLO!

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Le mie dita erano serrate intorno all'anello. Stavo tirando così tanto che ero sicura che la catenina della collana mi stava lasciando un segno, ma non riuscivo a fare a meno di aggrapparmi a quell'anello come se fosse la mia ancora di salvezza. Elena invece continuava a camminare avanti indietro al mio fianco, stringendo tra le mani il biglietto stropicciato di Bonnie. Era nervosa, lo ero anch'io. Ero nervosa e terrorizzata, per entrambe. Rose era sparita, lasciandoci con Trevor, e nonostante fosse via da poco sentivo come se fosse passata un eternità. 

Perciò, quando Elena ed io sentimmo dei passi, cercai di recuperare tutto il coraggio che mi era rimasto e mi voltai, stringendo ancora più forte l'anello. Il fiato mi rimase incastrato in gola quando i miei si posarono sul vampiro di fianco a Rose; non era monstruoso come sinceramente mi aspettavo dai racconti di Rose e Trevor. Sembrava un normale uomo, peccato che non lo fosse, e che la sua presenza lì metteva in pericola la vita mia e di Elena. La mia reazione era stato dovuta più che altro al timore che il vampiro riusciva a mettere, nonostante avesse un aspetto completamente normale. Fermo all'inizio delle scale, con lo sguardo gelido fisso su di me incuteva una certa soggezione.

Deglutii spaventata quando con un battito di ciglia e una folata di vento me lo ritrovai davanti, a pochissimi centimetri da me, che mi guardava come se fossi la cosa più strana a questo mondo. Se non fossi stata così spaventata, sarei stata offesa. Cercai di non indietreggiare ma mi fu impossibile non tremare.

«Ivy...,» sussurrò incredulo il mio nome, e mi guardò con gli occhi spalancati come se si aspettasse che gli rispondessi, come se si aspettassi che lo riconoscessi e lo salutassi di rimando, mi guardò come se fossi un vecchio amico che non vedeva da tanto tempo. Ma anche se fosse stato così, io non mi ricordavo di lui, e tutto ciò che vedevo era uno sconosciuto, un vampiro di cui dovevo avere paura. E io ero terrorizzata.

«Com'é possibile?» chiese continuando a guardarmi, osservando ogni centimetro del mio viso come per capire il motivo per cui ero lì. «Io– è passato così tanto tempo. Com'è possibile? Non sei invecchiata di un giorno.»

Inspirò profondamente. «Sei umana. Non capisco.» scosse la testa e sorrise tra sé e sé, «Oh lui sarà così felice di vederti.»

Forse era troppo sorpreso o troppo felice per rendersi conto del terrore nel mio sguardo, e del fatto che fossi completamente persa guardandolo. Mi stavo sforzando di ricordare, ricordare il suo volto. Da come mi guardava dovevamo essere stati vicini, una vocina nella mia testa mise alla luce la possibilità che lui potesse essere mio marito. E la mia parte più debole si sentì profondamente in colpa per distruggere la gioia nel suo sguardo con una semplice domanda. Ma non potevo fingere di ricordare, sapere chi era e di chi stava parlando quando non ricordavo assolutamente niente.

𝐀 𝐋𝐨𝐬𝐢𝐧𝐠 𝐆𝐚𝐦𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora