꧁ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 5꧂

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Dopo ben tre volte che Colinn si ritrovò ad abbracciare il water senza forze, decise che sarebbe stato meglio rimanere a casa quella mattina.
-Dio non posso crederci!-
-Ma non hai visto che quella pizza era ormai rovinata!?- sbottò Taylor tirando lo scarico, mentre William ed Angie aiutavano Colinn ad alzarsi dal pavimento.
-Tay, erano le 4 di notte, avevo fame ed ero assonnato, non ci ho fatto minimamente caso- disse senza forze il ragazzo.
-Ma guardati, neanche riesci a stare in piedi-
-Taylor, dopo aver vomitato tre volte di seguito probabilmente nemmeno tu avresti la forza di muoverti- disse Angie guardandola male.
-Okay vabene, ora chiamo Orei e le dico che rimaniamo qui-
-No ragazzi, andate pure, non preoccupatevi per me- disse Colinn.
-Scherzi!? Neanche riesci a muoverti, non possiamo lasciarti qui- rispose Will.
-Ragazzi, non sono un bambino okay? Se mi dovesse servire qualcosa ho i miei zii che abitano a pochi passi da qui, davvero non preoccupatevi per me, uscite, fate amicizia e soprattutto divertitevi- disse mentre si sedeva sul letto.
I tre sospirarono, sapevano che cercare di far cambiare idea a Colinn era una sfida persa, così si limitarono ad annuire, Angie e Will lo salutarono uscendo di casa, e poco dopo vennero raggiunti da Taylor.
Colinn osservò l'orologio appeso alla parete e rimase stupito nel vedere che fosse molto presto, le 8.15.
Decise così di rimettersi a letto, addormentandosi subito dopo.
Venne risvegliato dallo squillo del suo telefono, allungò la mano verso il comodino e senza neanche aprire gli occhi per vedere chi fosse, rispose.
-Pronto? - chiese con voce impastata dal sonno.
-Linn! Ti ho chiamato una marea di volte! - sbottò Orei.
-Stavo dormendo-
-Dio, Max e Cris stanno arrivando da te-
Perse un battito.
-Cosa!? Che vuol dire che Cris sta venendo qui!? - disse completamente preoccupato mentre si alzava velocemente, iniziando a sistemare il caos creatosi in quella camera.
-Ti abbiamo chiamato un milione di volte, ci siamo preoccupati e hanno deciso di venire a controllare- spiegò lei.
-E non potevate pensare che stessi dormendo!? - sbottò mentre entrando in bagno iniziò a lavarsi i denti, pigiando il pulsante per il vivavoce.
-Beh si ma... lo sai come si preoccupa Max per queste cose, per non parlare di Cris che già alla seconda chiamata senza risposta aveva iniziato a camminare nervosamente da una parte all'altra-
-Daguero!? - urlò stupito Colinn, con ancora spazzilino e dentifricio in bocca.
-Cosa?? - chiese confusa Orei.
Il rumore incessante del campanello fece prendere un colpo a Colinn, velocemente si risciacquò la bocca per poi chiudere la chiamata, correndo velocemente verso la porta d'ingresso.
-Eccomi! - urlò per poi aprire la porta.
-Dio, ma che cosa vi- la sua frase venne interrotta nell'esatto momento in cui un Cris, molto arrabbiato, gli si fiondò addosso.
-Perché cazzo non hai risposto alle chiamate!? - disse nervosamente.
-Stavo dormendo! E poi cosa te ne frega!? -
Cris lo osservò profondamente, strinse i denti ed uscì dalla casa, seguito da Colinn che però si fermò sulla soglia della porta, bloccato da un Max preoccupato.
-Colinn, stai bene? Ci hai fatto prendere un colpo- disse preoccupato.
-Max, stavo dormendo cazzo, perché siete così preoccupati- sospirò passandosi una mano tra i capelli.
-Dove è andato Cris? - chiese guardando fuori.
-È risalito in macchina, scusaci Linn ma ci siamo davvero spaventati, ti abbiamo fatto molte chiamate e... poi Cris insisteva così tanto, era davvero preoccupato- si scusò Max.
Rimase piacevolmente sorpreso nel sentire che si erano preoccupati molto per lui, soprattutto Cris.
-Grazie... - sussurrò imbarazzato Colinn.
Max sorrise, girò la testa verso la macchina e poi riportò lo sguardo sull'amico.
-Torna a riposarti, ci sentiamo per questa sera se te la senti- gli sorrise.
-Vabene, ciao Max- lo salutò per poi chiudere la porta.
Era felice che Cris si fosse preoccupato per lui, anche se ora era fidanzato nessuno poteva impedire ai due di rimanere amici e di continuare a frequentarsi.
Colinn si diresse verso le scale e non fece in tempo a mettere piede sul primo scalino, che qualcuno bussò alla porta.
Velocemente andò ad aprire e quando vide Cristopher non riuscì a trattenere un sorriso, che subito cercò di mascherare mordendosi il labbro.
- Ecco... rimarrò qui, nel caso avessi bisogno di qualcosa- disse Cris guardando ovunque tranne Colinn.
-Vabene, vieni- disse chiudendosi la porta alle spalle.
-Wow, era da tempo che non venivo qui, come mai ci sono ancora tutti i mobili? - chiese iniziando a toccare qualche mobile.
-Mio padre ha pensato fosse stato meglio mantenere la casa e non venderla, così che se ci fosse stato il bisogno saremo potuti... - si bloccò.
Cris si girò e guardò il più piccolo.
-Sareste potuti? -
-Tornare... - quasi sussurrò.
-Già, in tre anni vi siete fatti vivi infatti- disse ironico.
-Cris, non potevamo, non c'era tempo-
-Nemmeno per le vacanze estive? O quelle natalizie? - chiese con un sorrisetto, tutto, tranne che divertito.
Il ragazzo si stava innervosendo, per questo iniziò ad usare un tono ironico ed accusatorio.
-No, okay!? Non potevamo, ora che sono qui però potresti smetterla di ignorarmi e magari goderti questi giorni, visto che poi tornerò a Londra!
-"Godermi questi giorni"? Cosa dovrei fare scusa, oramai io e te non siamo più niente-
Colinn sentì qualcoda dentro di sé frantumarsi in mille pezzi.
-Già... - disse, per poi salire in camera, non curandosi della presenza dell'altro, ma poi si fermò ed affacciandosi dal piano superiore disse a Cris - Allora, non sali? -
Ovviamente Cris, anche se con il pentimento della frase detta poco prima, salì le scale raggiungendo Colinn in camera sua, era sempre uguale, i mobili, le pareti e tutte quelle foto... la maggior parte erano quelle che rappresentavano Cristopher e Colinn insieme, sorridenti, abbracciati, mentre si baciavano, mentre Colinn dormiva beatamente sul petto di Cris sbavando sopra la sua maglia, loro due al parco, al mare, al luna parck... e poi, la più bella tra tutte, nella sua semplicità e realtà, Colinn e Cristopher vicini e sorridenti.
Cris senza pensarci, si avvicinò a quella parete sfiorando quella foto e sorridendo, ricordando i bei vecchi tempi.
-È bella, non è vero? - chiese con un sorriso Colinn, seduto sul letto.
-Come mai le hai ancora? -
-Sono i miei ricordi migliori- disse sorridendo e guardandosi le mani.
-E perché non le hai portate a Londra?
-Perché... vederle, sarebbe stata una tortura, sarei voluto tornare ogni giorno e rivivere questi ricordi, rivivere i momenti migliori... tutto da capo-
-Non avresti voluto, anche senza queste foto? - chiese ironicamente.
-Cris... - lo richiamò accigliato il più piccolo.
-Ho capito che ce l'hai a morte con me e che mi odi... - disse mentre Cris prese posto vicino a lui.
-... ma è il momento di guardare avanti, pensare a divertirsi, essere felici e senza pensieri-
-Non riesco ad essere felice, sai? - sussurrò Cris.
-Il Cristopher che conoscevi, quello felice e sorridente è morto tre anni fa... quando la sua unica ragione di vita l'ha abbandonato, lasciandolo completamente solo- disse poggiando le mani indietro sul materasso e guardando il soffitto.
-Cris, non dire così... non sei mai stato solo, ci sono i nostri amici, i tuoi genitori che ti amano... ci sono io- disse con le lacrime agli occhi, sentendo i sensi di colpa logorarlo.
-C'eri- rispose freddamente per poi alzarsi ed andarsene uscendo di casa e chiudendo la porta bruscamente.
Colinn, ancora una volta, si sentì completamente colpevole di quella situazione e non potè far altro se non piangere e sfogarsi.

Cris uscì dalla casa di Colinn iniziando a camminare verso casa sua, il tragitto non sarebbe stato molto corto ma poco importava, camminare a lungo lo avrebbe aiutato a schiarirsi le idee e pensare a cosa sarebbe stato meglio fare.
Lasciare Jayce e tornare con Colinn, sapendo che probabilmente lui sarebbe tornato a Londra, abbandonandolo di nuovo ma vivere per un'ultima volta la felicità e l'amore che solo Colinn è in grado di dargli, oppure lasciare che questa storia finisse una volta per tutte.
Sbuffò calciando un sassolino, accese il telefono e chiamò Jayce.
-Amore? - rispose l'altro.
-Ehi, state tornando?- chiese
-Si, tra poco partiamo, va tutto bene? -
-Certo, scusami se me ne sono andato di corsa-
-Tranquillo, ci vediamo sta sera? - chiese dolcemente Jayce.
-Si, quando arrivi chiamami e ti passo a prendere, non ho voglia di stare a casa però... chiedi a gli altri se vogliono fare qualcosa- disse Cris mentre entrava nella via del quartiere, dove c'era casa sua.
-Ora chiedo- lo avvertì il ragazzo.
Cris guardò verso casa sua e vide suo padre uscire in fretta e furia per poi salire in macchina, mentre sua madre iniziò ad urlargli contro piangendo disperata.
Velocemente raggiunse la madre in lacrime, mentre Carlo partì poco prima che Cris li raggiunse.
-Mamma!? Ma che cazzo è successo- chiese poggiandole una mano sul braccio.
-Cris, oramai non c'è più niente da fare, è finita- disse disperata abbracciando il figlio, sentendosi protetta tra le sue braccia.
Cris osservò la madre minuta mentre lo abbracciava, bagnandole completamente la maglia.
-Mamma, andiamo dentro - disse accarezzandole i capelli, per poi accompagnarla fino la cucina e farla sedere.
-Mi dispiace, non volevo vedessi una cosa del genere... - si scusò la madre.
-Tra vedere questo o sentire le vostre urla ogni sera... diciamo che non cambia molto- disse ironico, ma senza sorridere.
Amanda sospirò e poggiò i gomiti sul tavolo, tenedosi la testa tra le mani.
-Credo che tornerà più tardi, ci parlerò e la situazione si sistemerà- disse sorridendo debolmente.
-Mamma, non pensare che io sia felice di vederti piangere, di veder papà così stressato e di vedere il vostro matrimonio crollare, ma siete adulti e abbastanza maturi da capire che se le cose non vanno più bene è ora di finirla- disse freddamente.
-Cris, stavamo insieme da quando avevamo diciotto anni, eravamo così giovani, da sempre il nostro rapporto ha avuto degli alti e bassi ma io e tuo padre abbiamo sempre superato ogni ostacolo, da giovani abbiamo fatto mille pazzie mentre stavamo insieme e ti giuro che vedo ancora quella luce nei suoi occhi, proprio come la prima volta che ci siamo visti- sorrise per poi tirare sù col naso.
-Sono ormai due mesi che vi sento urlare ogni sera, non uscite più spesso come prima, non scherzate più, non vi fate i "dispetti" come una volta, la felicità ed il carattere così esuberante di entrambi era il punto forza del vostro rapporto, oltre all'amore... ma ora siete così tristi, cosa c'è che non va? - chiese cercando di capire ed aiutare la madre.
- È che...ho visto sul suo telefono dei messaggi con una sua collega- sussurrò, come se si sentisse in colpa.
Cris sbiancò e giurò che se il padre avesse veramente tradito sua madre gli avrebbe spaccato la faccia.
-E cosa dicevano? - chiese il figlio.
-Beh, lei diceva delle cose fraintendibili e lo faceva apposta, sicuramente tuo padre se ne è reso conto, ma lui non le ha dato corda più di tanto... - prese un grosso respiro.
-S-Solo che, appena gli ho detto che avevo visto quei messaggi ha iniziato ad arrabbiarsi, dicendo che non mi fidavo di lui, ma non è così... ammetto che dopo quella sera, sono stata sempre più pressante nei confronti di tuo padre, lo stress di entrambi era la scinitilla che accendeva ogni discussione, anche per una cosa stupida-
Cris guardò dispiaciuto la madre, non sapeva né cosa dire né cosa fare, mettendosi nei suoi panni capiva perfettamente la sua gelosia, in quanto lui stesso fosse una persona molto gelosa.
Ma mettendosi nei panni del padre capì la delusione di chi, con queste cose, dimostri la sfiducia nei propri confronti.
Cris ricordò quando passò un brutto periodo della sua relazione con Colinn, proprio a causa della gelosia.
Ricordava come Oliver stesse sempre intorno al più piccolo e di come cercò di allontanarlo da lui, per averlo tutto per sè, ricordò come Colinn mostrò di non fidarsi di Cris e di come lo avesse deluso quando il piccolo scoprì che il ragazzo passasse del tempo con un altro ragazzo, mentre con una scusa gli diceva che passava le ore a studiare a casa.
Alla fine si era risolto tutto, Cris non aveva mai tradito Colinn, passava delle ore con un altro ragazzo perchè i due amici fumavano qualche canna insieme per poi parlare del più e del meno, ma glielo tenne nascosto perché sapesse quanto Colinn fosse in disappunto sul fatto della droga.
-Cris, hanno suonato al campanello, puoi andare per favore? Corro a darmi una sistemata- disse la madre, riportandolo alla realtà.
-S-si- annuì per poi andare verso la porta ed aprendola.
-Oh sei tu... - sussurrò, vedendo la persona sulla soglia della porta.
-Cris- rispose l'altra.

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