capitolo 4

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"come ci dividiamo?" chiede valentino, scrutandoci tutti.
"le camere sono tre" dice marco.
"e come cazzo facciamo?" domando.
"facile. in una stanza ci saranno più persone"
"posso farli io i gruppi?".
valentino inizia a contare tutti. inizia a ragionare e si sposta a guardare le tre camere.
"allora: nella prima stanza ci vanno lisa, alessio e arianna. nella seconda marco, livia, io e teresa. nella terza eleonora, luca e ilaria. quando arriverà il tipo di eleonora si unirà a loro".
"va bene, piccolo genio, andiamo". livia entra nella sua camera, buttando letteralmente tutto all'aria. o meglio, butta due borse sul letto e qualche altra roba per terra.
gli altri la copiano. iniziano a parlare, come se non fossimo dieci persone scalmanate e non si sentisse un eco assurdo.
"ao, abbassate sti vocioni, teste di cazzo" urla alessio, leggendomi forse nel pensiero.
tutti iniziano a girare la casa, innamorati persi. appena scoprono la porta sul retro che da sulla spiaggia scoppiano ad urlare. tutti tranne io, valentino, livia e marco.
noi quattro ci limitiamo ad osservare.
"è privata o accessibile a tutti?" chiedo a marco.
"no, questo pezzo è solo nostro".
notiamo, infatti, degli scogli che chiudono a cerchio una parte di mare. fortunatamente è abbastanza ampio.
"sballo, cazzo" urla alessio, trascinando la sua fidanzata a riva. forse il contrario, ma non ne sono sicura.
ovviamente li seguiamo, togliendoci le scarpe per correre meglio sulla sabbia.
è tutto bellissimo.
se io e livia stessimo ancora insieme ci divertiremmo un sacco. sarebbe anche molto romantico.
appena vedo marco e la mia ex limonare divento una iena. mi giro e mi allontano un po', stendendomi sulla sabbia.
chiudo gli occhi, fino a quando non sento qualcuno avvicinarsi.
questo è valentino, che si siede di fianco a me.
"gelosa?"
"gelosissima" ammetto, coprendomi la faccia con le mani.
"eh sì, immagino"
"ma te chi cazzo sei?" chiedo, ricordandomi di non conoscerlo.
"sono il migliore amico di livia. la conosco da una vita"
"da una vita uguale?"
"dalle medie"
"ah ok" dico. "vorrei averla conosciuta anche io a quei tempi"
"già, sarebbe stato figo"
"e dimmi un po', ti parla mai di me?"
"parliamo sempre di te"
mi giro di scatto con gli occhi spalancati. "davvero?"
"sì, davvero. non pensare bene"
"ah sì, lo immaginavo"
"comunque davvero, dovresti renderti conto di aver fatto tante cazzate"
"le ho fatte, lo so, ma a me piaceva davvero. mi piace tutt'ora, a dire la verità"
"ma perché sei andata a letto con un'altra se la amavi?"
inizio a raccontare la stessa storia che ho raccontato praticamente a tutti.
"certo che sei scema. dirglielo non era un'opzione?"
"no. cioè sì, lo era, ma non volevo spaventarla"
"e allora sono cazzo tuoi".
si rende conto di essere stato un po' antipatico nei miei confronti, quindi si scusa e torna a parlare.
"secondo me a livia non piace marco"
"sicuro?"
"ma certo che no. ok, probabilmente qualcosa prova, ma niente di che. dal momento che parla sempre e solo di te credo che ti stia ancora sotto"
"e posso provare a farmi perdonare?"
"perché no. provaci, se vuoi ti aiuto. le parlo, non lo so"
"ci penso io, non ti preoccupare"
"e quando hai intenzione di farlo?" domanda sbadigliando.
"quando si lascia con marco"
"cosa?! ti pare che lo lascia?"
"magari litigano"
"manifesta" dice ridendo.
"mi conviene".
sentiamo chiamarci alle spalle.
alessio ci vuole a tavola. immagino che dovremo decidere cosa mangiare stasera.
vale mi porge la mano e mi aiuta al alzarmi.
"grazie uomo, mi stai simpatico"
"sono molto simpatico, lo so".

#31# (sequel di "profumo di rosa" ) // arieteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora